Le parole di Chiara

chiaracorbella

Venerdì scorso, il 21 settembre, è iniziato ufficialmente il processo per dichiarare Chiara Corbella beata. Quella di Chiara è una storia che mi ha toccato profondamente. Non a caso è tra le quattro persone a cui è dedicato questo blog.

Per celebrare questo grande giorno ripropongo un mio articolo di alcuni mesi fa. Prendo spunto da due  parole chiave che sono una bussola per capire Chiara.

La regola delle tre p.

Tutti ci chiediamo come sia possibile raggiungere un abbandono così estremo e totale a Dio. Chiara non è santa per aver fatto qualcosa. Chiara è santa per come ha accolto Dio in ogni momento della sua vita, anche i più difficili e dolorosi. Come disse lei: L’importante non è fare qualcosa, ma amare e lasciarsi amare. La verità è che non si può improvvisare. Non si può credere di vivere lontani da Dio e poi, quando arriva il momento, riuscire a tirar fuori fede e forza non comuni. Chiara si è preparata tutta la vita. Gira una bellissima frase che Chiara ha scritto a 7 anni. Chiara scrive: Maria e Gesù vi prego fate che io diventi santa. Chiara cresciuta nel Rinnovamento nello Spirito. Chiara che ha conosciuto Enrico a Medjugorje durante un pellegrinaggio. Chiara che ha scoperto la sua vera vocazione attraverso i francescani di Assisi. Chiara che ha preso, con Enrico, la decisione si sposarsi durante la Marcia Francescana.  Chiara era permeata da una vita fatta di relazione con Dio. Chiara non era però, come alcuni credono, un santino. Era una ragazza normale, con le sue fragilità, preoccupazioni e paure. Con i suoi errori. Insomma, una ragazza normalissima, ma che aveva costruito nel tempo il suo rapporto con Gesù. Gesù non era un estraneo per lei. Chiara è arrivata ad essere la nostra Chiara, ad essere un dono grande per ognuno di noi, attraverso questa regola. La regola delle tre p. Ogni volta che lei ed Enrico hanno dovuto affrontare un problema o compiere una scelta, l’hanno fatto con e per Gesù.

Chiara ed Enrico non sono speciali, non hanno giocato a fare i cristiani perfetti, nè si sono costretti in vuoti fondamentalismi. Non ci sono stati eroismi eclatanti. Ma una serie costante e consistente di scelte per e con il Signore. Ciò che ad Assisi vengono spesso chiamati i piccoli passi possibili.

Don Fabio Rosini disse una cosa simile durante una catechesi spiegando la frase del vangelo il Regno di Dio è vicino. Come è vicino? Fabio diceva che la volontà di Dio non sta in qualcosa di lontano o di grande, ma è il passo successivo da compiere. È di fronte a te. È la coscienza che te ne parla. La domanda che ti aiuta a capirlo è questa: “se oggi stesso dovessi morire, moriresti sazio dei tuoi giorni?”. Sazio, cioè senza rimpianti, senza recriminazioni.  (da 5p2p.it)

Enrico scrive: Non si nasce santi. Ci si diventa se fai le tue scelte, i tuoi piccoli passi.

Questo credo sia il primo grande insegnamento di Chiara.

 

Davide

Chiara ha elaborato una breve, ma intensa riflessione. Sicuramente frutto di tutto quella tempesta che aveva nel cuore. Chiara la scrisse nel 2010 riflettendo su Davide, il suo secondogenito, salito al cielo, come la primogenita Maria Grazia Letizia, dopo pochi minuti di vita:

Chi è Davide?
Un piccolo che ha ricevuto in dono da Dio un ruolo tanto grande… quello di abbattere i grandi Golia che sono dentro di noi:
abbattere il nostro potere di genitori di decidere su di lui e per lui, ci ha dimostrato che lui cresceva ed era così perché Dio aveva bisogno di lui così;
ha abbattuto il nostro “diritto” a desiderare un figlio che fosse per noi, perché lui era solo per Dio;
ha abbattuto il desiderio di chi pretendeva che fosse il figlio della consolazione, colui che ci avrebbe fatto dimenticare il dolore di Maria Grazia Letizia (per loro non era stata la figlia da consolare ma uno straordinario dono d’amore);
ha abbattuto la fiducia nella statistica di chi diceva che avevamo le stesse probabilità di chiunque altro di avere un figlio sano;
ha smascherato la fede magica di chi crede di conoscere Dio e poi gli chiede di fare il dispensatore di cioccolatini;
ha dimostrato che Dio i miracoli li fa, man non con le nostre logiche limitate, perché Dio è qualcosa di più dei nostri desideri;
ha abbattuto l’idea di quelli che non cercano in Dio la salvezza dell’anima, ma solo quella del corpo; di tutti quelli che chiedono a Dio una vita felice e semplice che non assomiglia affatto alla via della croce che ci ha lasciato Gesù.

Parole che ti entrano dentro e colpiscono duro. Tutti abbiamo dei Golia. Tutti siamo come i cambiavalute del Tempio.  Essere cambiavalute significa dare un prezzo alla nostra fede. Quanti lo fanno?

Vado a Messa però tu Dio mi devi dare quel lavoro, prego però tu Dio mi devi alleggerire da questo peso. Dio ti voglio bene finchè mi servi. Finchè fai quello che io voglio. Finchè, come un amuleto, mi preservi da dolore, dalla malattia e dalla sofferenza. Questa è la mentalità che abita la nostra vita. Un dio sottomesso alla nostra volontà. Un dio di cui ci serviamo per disinnescare le paure della nostra fragile esistenza.

Non funziona così. Chi davvero ha incontrato Cristo ha un altro tipo di atteggiamento. Ha una fede autentica. Chi ha incontrato Cristo si abbandona alla Sua volontà, perchè è sicuro di essere amato. Affronta la prova, non nel risentimento verso Dio, ma nell’abbandono fiducioso e nell’offerta. La sofferenza resta, Gesù non è sceso dalla croce, ma ha tutto un altro significato e valore.

Quando scrivo questi pensieri ho una stretta al cuore. Li accetto con la testa, ma c’è il mio cuore che continua a dirmi che non ce la farò mai. Che non è per me. Che nel mio intimo desidero che Dio mi tolga ogni sofferenza e ogni pena. Non è possibile. Non  è possibile perchè la morte, la malattia, la sofferenza abitano la vita di tutti e prima o poi ci si deve fare i conti. Non è possibile perchè il nostro Dio non è così, non ci evita la prova, ma ci accompagna e ci sostiene in essa. Chiara e lì per dirmi che ce la posso fare. Per questo le voglio bene. Perchè la sua testimonianza è preziosa e colma di speranza.

Chiara mi ha insegnato queste due piccole, ma immense verità. Costruisci il tuo rapporto con Gesù e conoscilo per quello che è. Cancella l’immagine che te ne sei fatto e abbandonati al Gesù vero, quello che hai imparato a conoscere e ad amare nell’incontro, nella preghiera e nella vita di ogni giorno. Solo così potrai accogliere e donare tutto, in ogni situazione,  perchè c’è un amore eterno che ti dà forza, speranza e senso.

Grazie Chiara. Prega per noi.

All’articolo originale aggiungo un aneddoto molto recente. L’acquarello che ho scelto come immagine di copertina è una bellissima opera di Maria Grazia Budini. Una giovane pittrice. Mi ha raccontato come è nato in lei il desiderio di dipingere Chiara.

Ecco quello che mi ha scritto:

Ho fatto questo acquerello per il papà di Chiara Corbella. É con il secondo figlio che ha perso, Davide Giovanni. É un’immagine di maternità che riporta alla tenerezza di Maria . 

Per coincidenza (Dioincidenza) ha fatto avere questo piccolo grande dono al papà di Chiara proprio il giorno del suo compleanno. Lei non sapeva nulla. Non conosceva il papà di Chiara. E’ rimasta piacevolmente sconvolta e mi ha scritto:

Ma io ieri ho provato un sentimento particolare e la fretta di finirlo … Un sentimento di tenerezza filiale ma pensavo fosse legata al mio di papà …invece era altro…

Sono convinto che Maria Grazia è stata strumento. Strumento di un Padre che ha voluto rassicurare un altro padre che Chiara ora è felice nell’abbraccio d’amore di Dio. Dio non delude mai. Come scrive Enrico:

Non posso essere geloso (di Gesù), visto che l’amo anch’io! Ed è il solo Sposo che non delude mai…Chiara è andata verso Colui che ama! È in questo amore per Cristo che attingeva il suo amore coniugale

Antonio e Luisa

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