Il bue e l’asino scaldano il nostro matrimonio

Mi sono fermato a guardare il presepe. In realtà, sono rimasto colpito da due statuine in particolare. Non sono le star del presepe come la Santa Famiglia, ma sono comunque fondamentali. Fanno da sfondo nella capanna e sono tra le creature più vicine a Gesù: l’asinello e il bue. Questi due animali non sono lì per caso. L’asinello ha accompagnato Maria e Giuseppe durante il lungo viaggio da Nazareth a Betlemme, e lo ritroveremo anche più avanti quando la famiglia deve fuggire da Erode per rifugiarsi in Egitto. Il bue, invece, era già lì, presente nella stalla pronta ad accogliere la nascita di Gesù. Cosa possiamo imparare da questi due animali? Cosa ci possono insegnare sulla famiglia? Perché è importante la loro presenza nel presepe? Ecco cosa rappresentano.

La presenza del bue e dell’asino riscalda la Santa famiglia, così come le nostre famiglie. Il bue simboleggia il lavoro, un lavoro duro e faticoso, ma anche portatore di dignità e responsabilità. Come i due buoi uniti dal giogo, trainavano l’Arca dell’alleanza che custodiva le tavole della legga donate a Mosè. Trainavano la presenza reale di Dio. Così anche noi coniugi – letteralmente uniti dal giogo – siamo chiamati a essere immagine e presenza dell’amore di Dio nel mondo. Questa capacità è presente in noi grazie al sacramento del matrimonio, ma va coltivata con impegno, fatica e sacrificio. Il terreno del nostro matrimonio deve essere curato con amore, servizio e tenerezza reciproca. Solo così potrà dare frutti squisiti per noi e per il mondo intero, diventando un’oasi di amore e non un deserto senza vita.

L’asino nel presepio rappresenta la vita normale e ordinaria, simboleggiando il servizio e l’umiltà. Al contrario del cavallo, associato al potere e alla grandezza, l’asino ci ricorda che il vero amore e la santità nel matrimonio si trovano nei piccoli e concreti gesti di tenerezza, cura e servizio di ogni giorno per la persona amata e per chiunque ci necessiti. Gesù stesso scelse di entrare a Gerusalemme su un asino, sottolineando il suo ruolo di Re venuto per servire e donare se stesso. Questo ci invita a riflettere su come ci comportiamo nei confronti dell’altro: cerchiamo di servire e amare incondizionatamente o ci concentriamo solo sui nostri desideri? La santità non richiede gesti straordinari, ma si cela nei piccoli gesti quotidiani di generosità e dedizione verso gli altri.

Osserviamo il presepio che abbiamo in casa e questa volta soffermiamoci sul bue e l’asinello, che con il loro fiato riscaldano il Bambino Gesù. Quante cose che possono dire alla nostra vita. Non lo credevate, vero?

Antonio e Luisa

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