Diamanti grezzi

Signori e signore buonaseraaaaa e anche quest’ anno siamo qui a seguire la settimana santa della Musica italiana. Oggi (ieri ndr) è la giornata dedicata al cyberbullismo quindi siate clementi mentre leggete. Perché scrivo così?

Semplicemente per ricordare che tra i tanti artisti in gara Alessandra Amoroso nel 2024 è ancora vittima di commenti fuori le righe, un cantante può piacere o meno ma sui social in particolare si tende sempre ad andare oltre. Ricordiamo che quei profili appartengono a persone reali con dei sentimenti e delle fragilità.

La sua fragilità non è una debolezza ma dà voce anche a quella dei nostri figli adolescenti che magari sono i primi a cadere nei tranelli dei giudizi e dei commenti. Ma ci si rialza. Si impara a rialzarsi dalle cadute. Un po’ tutti gli artisti in gara ci ricordano l’ importanza di fermarsi e prendere del tempo per sè stessi e che soprattutto non bisogna vergognarsi di ricorrere all’aiuto della psicoterapia quando necessaria.

Per non parlare di Emma presa di mira ogni volta per il suo fisico. E’ successo anche nel momento più doloroso della sua vita quando ha perso suo padre. Un padre che era sempre accanto a lei anche nel dietro le quinte. Fragilità. Parola che emerge anche nel testo de Il Tre.

Giovani che ammettono che siamo fragili, inquieti, ognuno con i suoi demoni interiori. Chiedono aiuto. Così come i La Sad; tra le loro parole come non pensare alle serate di sballo in disco o in un qualsiasi rave party? O all’abuso di alcool?

Sarà che mi ricordo le serate di Evangelizzazione in strada con Nuovi Orizzonti e al bene che si compie con un abbraccio vero che allevia le tue ferite. Fermarsi è importante. Lo stesso Ghali ha dichiarato di essersi preso del tempo. La sua canzone mi è piaciuta così come le sue parole “di alzare un polverone non mi va ma come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale per un pezzo di terra o per un pezzo di pane“.

Ghali immagina un dialogo con un alieno ma quante volte anche noi parliamo con qualcuno che tende a nascondere l’ evidenza dei fatti? Ma tali pensieri sono ricorsi anche nella canzone di Dargen. Sarà che il giorno prima avevo ospite in Radio don Mattia Ferrari cappellano sulle navi Onlus, ma nelle parole di Dargen vi era proprio il dialogo avuto con Don Mattia.

In Onda Alta scrive “se basta un titolo a fare odiare un intero popolo non lo conosci Noè? …. C’è una guerra di cuscini, ma cuscini un po’ pesanti se la guerra è dei bambini. La colpa è di tutti quanti abbiamo cambiato le idee abbiamo cambiato leader ma la Madre e le altre donne non hanno niente da ridere“.

Ecco alla parola madre il pensiero è andato alla Madre. E questo è ciò che mi sentivo di condividere su questa prima serata. A domani per altri commenti.

Simona Arcidiacono