Domenica scorsa siamo stati testimoni di uno splendido matrimonio di una coppia di amici celebrato proprio nel giorno della festa della Divina Misericordia, l’eco della gioia di questo sacramento si è fatta sentire per molti giorni, tanto che quando raccontavo ad altri di questo matrimonio facevo fatica a non commuovermi.
La celebrazione è stata occasione per riflettere sul significato della misericordia e sono partito dal suo significato letterale: avere a cuore le miserie dell’altro. Ecco, credo che qui si giochi molto del rapporto di coppia, tenere a cuore le miserie di chi ci sta vicino ci aiuta a non usarle come arma in un diverbio, ci blocca prima di recriminare qualcosa, conoscendo le debolezze dell’altro.
Averle a cuore significa anche prendersene cura, proprio come ha fatto il buon samaritano, cioè non facendo finta di niente, ma curando e fasciando le ferite. Quando l’altro è più propenso ad un dialogo o è in un momento in cui si può parlare serenamente, la misericordia può spingerci a far presente i limiti dell’altro che magari ci feriscono. Personalmente mi sforzo molto e cerco di non partire sempre da me stesso, ma, seppur con molta fatica, perché il mio egoismo vince spesso, cerco di mettermi nei panni dell’altro e mi chiedo il perché di certi atteggiamenti o parole.
Certo è che se non attingiamo da Colui che è Misericordia possiamo anche sforzarci quanto vogliamo, ma non andremo molto lontano. Teniamo sempre presente il suo amore e la sua misericordia per noi, cercando di vivere nella gratitudine, tutto il resto lo vedremo con altri occhi. E come diceva Don Francesco all’omelia siamo chiamati a fidarci, fidarci di Dio, fidarci del fatto che dove non arriviamo noi arriva Lui, con la Sua forza, con la Sua grazia e con il Suo amore!
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