In questa quarantena stiamo vivendo un digiuno diverso dal solito che è quello spirituale, il digiuno eucaristico. Si è parlato molto sulla chiusura delle chiese, sull’ordine di non celebrare le messe: c’è chi l’ha colto con indifferenza, chi l’ha accettato con somma sofferenza, chi si è ribellato…
Ma il periodo di digiuno eucaristico, volente o nolente, c’è stato. Ma se Dio ha permesso questo, perché allora non andiamo più in profondità, non cerchiamo di cogliere un insegnamento?
Il tabernacolo è esposto sempre nelle nostre chiese, l’Eucarestia si può ricevere tutti i giorni, ma in “tempi di pace” ne abbiamo veramente approfittato di una così grande grazia? In “tempi di pace” ci siamo mai chiesti o fermati a pensare quale grazia era concessa da Dio a noi poveri peccatori? In “tempi di pace” prima di ricevere l’Eucarestia ci siamo resi conto realmente di cosa stessimo per ricevere? In “tempi di pace” dopo aver ricevuto l’Eucarestia ci siamo mai fermati in Chiesa a lodare e ringraziare Dio per un così grande dono?
Lascio queste domande aperte, dove ognuno di noi potrà rispondere nel proprio cuore, e vi lascio la mia piccola esperienza in questo periodo di quarantena e digiuno spirituale:
Prima della chiusura delle messe ai fedeli, cercavo (quando mi era possibile) di andare giornalmente a messa. La pratica della messa giornaliera, quando è possibile, trasforma la tua giornata, se vissuta con fede e desiderio.
Desiderio, cosa significa desiderare qualcosa? De-sidero viene dal latino e significa “mancanza di stelle”, cioè sentire la mancanza di qualcosa che è posto al di sopra di noi, qualcosa di meraviglioso, qualcosa di ineguagliabile. Desiderare significa quindi sentire una mancanza di qualcosa di grande e pertanto cercarla con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutto te stesso. Ecco che allora si realizza il primo comandamento “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Desiderare è un esercizio non solo del cuore, non solo della mente, ma di tutto te stesso. Desiderare è più di voler solo una cosa, desiderare è metterci ogni parte di te nel cercare quella cosa amata.
Insieme ad alcuni ragazzi della mia parrocchia in questi giorni ci siamo occupati della diretta streaming delle messe, per cui ho avuto la grande grazia di poter ricevere l’Eucarestia il giorno domenicale. La mancanza dell’Eucarestia giornaliera, non solo non ha spento il desiderio, ma l’ha fatto crescere nel mio cuore e quando ho avuto il dono di ricevere Cristo in queste domeniche, ho sentito quel desiderio esplodere letteralmente.
Desiderare l’Eucarestia è tanto importante quanto riceverla. Ricevere l’Eucarestia senza questo grande desiderio nel cuore, impoverisce il dono eucaristico. Gesù si dona tanto più, quanto più lo desideriamo. E qui si avverano le parole di Gesù a Simone: «Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell’acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai versato l’olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47 Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato”
Che bello ricevere Gesù nel nostro cuore, nello stesso modo in cui questa donna peccatrice ha bagnato, profumato e asciugato i piedi a Gesù. Noi a volte pensiamo di essere giusti, di stare dalla parte dei giusti, ma se sapessimo quanti peccati Dio ci perdona, se avessimo la visione della nostra anima, ogni volta prima di riceverlo sotto forma di pane eucaristico, faremmo la stessa cosa della donna nel Vangelo.
E allora non sarà servito proprio a nulla questo digiuno eucaristico, non sarà stata una disgrazia ma una grande grazia, se nel nostro cuore avrà acceso una “tale mancanza di Dio” da bramarlo sopra ogni cosa.
Daniele
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