La sfida di invecchiare insieme (1 parte)

Oggi torno a prendere spunto da Amori Laetitia di Papa Francesco. In particolare mi soffermo sull’ultima parte. Sul punto 319.

 Nel matrimonio si vive anche il senso di appartenere completamente a una sola persona. Gli sposi assumono la sfida e l’anelito di invecchiare e consumarsi insieme e così riflettono la fedeltà di Dio. Questa ferma decisione, che segna uno stile di vita, è una «esigenza interiore del patto d’amore coniugale»,[380] perché «colui che non si decide ad amare per sempre, è difficile che possa amare sinceramente un solo giorno».[381] Ma questo non avrebbe significato spirituale se si trattasse solo di una legge vissuta con rassegnazione. E’ un’appartenenza del cuore, là dove solo Dio vede (cfr Mt 5,28). Ogni mattina quando ci si alza, si rinnova davanti a Dio questa decisione di fedeltà, accada quel che accada durante la giornata. E ciascuno, quando va a dormire, aspetta di alzarsi per continuare questa avventura, confidando nell’aiuto del Signore. Così, ogni coniuge è per l’altro segno e strumento della vicinanza del Signore, che non ci lascia soli: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).

Questo punto è bellissimo! Più rileggo questo ricchissimo documento e più riesco a comprenderne la grandezza. Ci sono diversi passaggi che meritano un approfondimento

Gli sposi assumono la sfida e l’anelito di invecchiare e consumarsi insieme e così riflettono la fedeltà di Dio.

Invecchiare insieme è una sfida. E’ vero! Non è facile. Il premio è però grande. Ne vale la pena. Spesso, nella nostra società disincantata e un po’ cinica, non si crede sia possibile amarsi tutta la vita. Sì, qualcuno ci riesce, ma si tratta di fortuna. No! Non è fortuna. E’ un lavoro quotidiano. Un lavoro fatto di tanta tenerezza e intimità, ma anche di cura, di perdoni, a volte di sofferenza e distanza. Sempre con la convinzione che la nostra vita si gioca in quella relazione. Primariamente in quella relazione. Così, nello sguardo fedele dell’altra persona, intravederemo lo sguardo fedele di Dio. Invecchiare e consumarsi. Bella anche questa immagine. Spendere il nostro tempo e contemporaneamente consumare, che in uno dei suoi significati non indica logorare ma, al contrario, portare a compimento. Crescere in età ed in pienezza verso la metà comune che è il paradiso e l’abbraccio con Gesù.

Questa ferma decisione, che segna uno stile di vita, è una «esigenza interiore del patto d’amore coniugale»

Questa è la strada per essere felici! La fedeltà matrimoniale è la via per vivere pienamente ciò che abbiamo nel cuore. Per essere davvero e fino in fondo uomo e donna.  Noi siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio. In che modo? Dio è amore. Noi siamo creature che hanno impresso nel cuore un’unica modalità. Ciò non significa che Dio ci obbliga ad amare come Lui ci ama, ma che più sceglieremo liberamente di aderire e rispondere al Suo amore. Più ci ameremo tra noi sposi con il suo stile e più sfameremo quell’esigenza interiore che Dio stesso ha celato in noi. Più non saremo capaci di amare così e più la nostra vita sarà senza senso già su questa terra.

continua….

Antonio e Luisa

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