Domenica e famiglia : un connubio possibile / 12

Spesso nelle chiese ci sono delle campanelle che vengono utilizzate per segnalare l’inizio della S. Messa, altre volte si sente intonare il canto d’inizio, purtroppo abbiamo anche assistito a scene in cui il sacerdote celebrante esce dalla sagrestia senza un annuncio cosicché l’assemblea viene colta di sorpresa.

Siamo stati a tante belle S. Messe in cui l’inizio della liturgia viene preceduto da qualche attimo di solenne silenzio, poi il suono della campanella annuncia l’inizio della liturgia, subito dopo comincia il canto che accompagna la processione iniziale… e già in questi pochi minuti l’anima si sente trasportata in un’altra dimensione, perché quando i gesti liturgici sono fatti con garbo, con solennità, con attenzione ai particolari, tutto acquista un senso che va oltre a ciò che si vede con gli occhi del corpo.

Infatti, la processione d’inizio può assumere connotati diversi a seconda della festa del giorno : può essere più o meno lunga a seconda della struttura architettonica ; può essere composta dal solo sacerdote celebrante oppure arricchita da diaconi, chierici, accoliti, ministranti, chierichetti ; può essere impreziosita da croce, candelabri, Vangelo, turibolo e navicella ; può essere abbellita dalle vesti liturgiche di vario colore ( a seconda del tempo liturgico ) più o meno vistose negli ornamenti e nelle decorazioni. In ogni caso, essa ci deve ricordare l’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme e la sua salita al Calvario, detta comunemente Via Crucis ; non è un semplice spostamento dalla sagrestia all’altare : essa è l’inizio della Passione di Gesù, il quale si rende visibile ai nostri occhi nella persona del sacerdote celebrante, in gergo tecnico si dice che il sacerdote agisce in persona Christi.

Se noi avessimo la vista a raggi ultraterreni, vedremmo nella processione iniziale Gesù con la corona di spine ( il sacerdote celebrante ), che sta portando il pesante legno della croce dalla sagrestia all’altare del Sacrificio ( il Calvario ) sul quale si immolerà per noi. Si comprende quindi che non è un gesto privo di significato, un semplice appropinquarsi all’altare, non è una sorta di “aperture delle danze”, non può essere vissuto come l’inizio della tombola, non è l’apertura del sipario, non è la sigla dello spettacolo televisivo con l’arrivo in pompa magna del presentatore valorizzato dalla coreografia del corpo di ballo, NO ! Niente di tutto ciò !

E’ una processione che, seppur breve o non affollata, deve aprire l’anima a contemplare il Mistero della Passione di Gesù, il mistero della nostra Redenzione, il mistero della Misericordia divina che si fa talmente prossima a noi da subire la Croce al posto nostro.

Tutto ciò sopra descritto ( che sappiamo essere molto scarso per ragioni di redazione e di limiti personali ) potrebbe sembrare un discorso destinato in modo esclusivo ai sacerdoti con i loro “aiutanti”, ma non è del tutto vero, poiché il Concilio Vaticano II ha ribadito l’importanza di una partecipazione attiva da parte di tutta l’assemblea ; attiva non significa che ognuno debba fare qualcosa sicché da creare confusione, quasi che ad un certo punto sia necessario un vigile a dirigere l’inevitabile caos ; la partecipazione attiva a cui fa riferimento il Concilio è quella che vede come protagonista la fede del popolo, il fervore del singolo, l’apertura e il trasporto dell’anima a vivere con devozione la Divina Liturgia, nonché la preghiera devota e raccolta del corpo e del cuore, le risposte date con voce ardente, il canto fervoroso, le acclamazioni entusiastiche, l’ascolto attento, la compostezza dei gesti, il decoro degli abiti.

Come avrete già intuito, è importante che ognuno faccia bene la propria parte affinché la fede di ciascuno si rafforzi grazie alla fede della comunità e quella della comunità si consolidi attraverso quella di ciascuno. Nessuno è escluso da questi gravi compiti, soprattutto le famiglie hanno un ruolo fondamentale nella crescita della vita di fede, poiché i figli imparano guardando i genitori.

La processione iniziale quindi ci vede coinvolti tutti, sacerdote e ministranti così come tanti papà e mamme, nonni e zii, bambini e ragazzi, tutti uniti nell’imitare la folla che accolse con entusiasmo l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, stendiamo anche noi le nostre palme per accogliere Gesù che viene, sono le palme delle nostre preghiere accorate, le palme delle nostre lodi. Stiamo composti e seguiamo con interesse la processione iniziale, se conosciamo il canto eseguito dalla schola è meglio, altrimenti lo ripetiamo nel cuore.

Ricordiamoci che il sacerdote agisce in persona Christi, ma non riesce a staccarsi di dosso la propria umanità ; anche la sua fede viene corroborata dagli atteggiamenti devoti e fervorosi del popolo, così come potrebbe subire un tracollo nella vita spirituale per colpa di adulti che trattano questi gesti come se nulla fosse.

Coraggio famiglie, da domani abbiamo l’occasione di rivedere il nostro stare a Messa, almeno nella sua parte iniziale.

Buona Domenica,

Giorgio e Valentina.

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