Uno dei momenti importanti per cui si sta seduti a Messa è durante la Liturgia della Parola, il Messale ne spiega bene la natura :
[…] La Messa è costituita da due parti, la «Liturgia della Parola» e la «Liturgia Eucaristica»; esse sono così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto. Nella Messa, infatti, viene imbandita tanto la mensa della parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo, e i fedeli ne ricevono formazione e ristoro. […]
Quando abbiamo dato notizia ai nonni che sarebbe arrivata una nuova nipotina, li abbiamo prima fatti sedere onde evitare pericolosi emotivi sbalzi di pressione, poi con una certa trepidazione è arrivata la bellissima notizia. Quando dobbiamo controllare gli stati emotivi oppure abbiamo bisogno di pensare intensamente, solitamente ci mettiamo seduti cosicché il nostro corpo si sente al sicuro senza cercare di continuo un equilibrio precario, e questo ci aiuta a rilassarci ed avere più controllo sulle nostre facoltà ; per questo la Santa Madre Chiesa, che conosce bene l’umana natura, ci invita a restare seduti durante l’ascolto della Parola di Dio.
E questa Parola è talmente potente che abbiamo bisogno di stare seduti per non essere destabilizzati, se ci pensiamo bene la Parola di Dio non è semplicemente una serie di libri scritti da chi voleva parlare di Dio, da chi si sentiva ispirato da Lui e quindi non ha voluto tenere per sé questa meravigliosa esperienza ; la Parola di Dio è molto di più, essa è viva. Abbiamo ormai imparato diversi titoli con cui Gesù è chiamato, ed uno di questi si riferisce proprio alla Parola : “Verbo” o “Parola” ( il primo nella versione italiana e il secondo nell’originale greco si usa Logos che significa appunto Parola ) … lo leggiamo nel famoso prologo del Vangelo secondo Giovanni :
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. […]
In italiano “verbo” e “parola” sono sinonimi, ma “verbo” può essere anche inteso grammaticalmente come “azione compiuta”, ebbene, in Dio questi due significati sono presenti entrambi : infatti nel racconto della creazione descritto in Genesi tutte le volte che Dio apre bocca ( dice cioè qualcosa ) crea quello che dice, e ad ogni azione che compie segue un atto creativo. Quindi in Dio parlare e creare sono indistinti. Quando, per esempio, il sacerdote pronuncia nel nome di Gesù “Io ti assolvo dai tuoi peccati…” ecco che avviene ciò che dice, ma nello stesso tempo crea un cuore nuovo.
Abbiamo capito che Gesù è il Verbo, è la Parola di Dio, di conseguenza chi è ci parla durante la Liturgia della Parola nella Messa ?
La risposta è chiara : Gesù. Ma quanti ne hanno coscienza, sia tra i lettori che tra gli uditori ? Troppo spesso si assiste ad una lettura sbiascicata, disattenta, disordinata, frettolosa, superficiale, fredda, distaccata… spesso i lettori vengono scelti agli ultimi istanti, senza alcun curanza, senza oculatezza, senza la giusta preparazione, senza discernimento delle persone… dareste in mano la vostra automobile a chi non sa guidare ? Ovviamente no, però spesso per la Parola di Dio non c’è così tanta attenzione come ce l’avremmo per l’esempio dell’automobile. Il Messale ci insegna che nella Messa “viene imbandita tanto la mensa della parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo, e i fedeli ne ricevono formazione e ristoro” , ma che formazione e ristoro riceveranno i fedeli da una cattiva lettura ?
Se a tutto ciò aggiungiamo che spesso si passa dalla preghiera di Colletta alla Liturgia della Parola in 20 millisecondi, possiamo facilmente dedurre che non si dia il giusto tempo agli uditori di accomodarsi e di predisporsi all’atteggiamento di ascolto… infatti spesso il lettore comincia ancora quando c’è il trambusto e lo scricchiolio di banchi, sedie, bastoni degli anziani, passeggini e altro… è necessario osservare un tempo cuscinetto tra la Colletta e la Liturgia della Parola ed aspettare il giusto silenzio affinché i cuori siano aiutati dalla compostezza esterna.
La Parola viene letta da un leggio che viene chiamato ambone, mentre per gli avvisi o altro deve essere usato un altro leggio ; la enorme dignità dell’ambone della Parola, rispetto agli altri leggii, è stata nei secoli messa in risalto da maestosi capolavori di opere marmoree o lignee dei più grandi artisti, proprio per mettere in risalto che da lì Dio parla solennemente.
Inoltre, il Messale specifica che c’è la mensa della Parola di Dio, ed ecco spiegato il motivo della “tovaglia” sotto il Lezionario posto sull’ambone proprio a significare che noi ci dobbiamo nutrire di questa Parola ; dove c’è una tovaglia c’è del cibo e questo cibo spirituale è vita. Diventa vita nella misura in cui noi apriamo il nostro cuore a quella caratteristica di Dio per cui quando parla crea, altrimenti resta lettera morta poiché non produce nuova vita in chi la ascolta.
Abbiamo assistito molte volte a Messe in cui la Parola di Dio veniva proclamata da due sposi che avevano avuto modo di prepararsi con giusto anticipo e con serietà, allora la lettura è stata molto fruttuosa per loro stessi e per tutto il popolo di Dio lì convenuto, perché non hanno semplicemente letto una serie di frasi, ma hanno prestato la loro voce a Dio, e loro voce lasciava trasparire che era una Parola che aveva già creato un cuore nuovo in loro, sicché la lettura si è trasformata in proclamazione della Parola di Dio. Sono occasioni in cui gli sposi sono fecondi.
Cari sacerdoti, cercate tra i vostri lettori una coppia di sposi che leggano la Parola di Dio, aiutateli nella comprensione di essa, fatevi loro maestri nella masticazione della Parola (vedi la mensa di cui sopra), fateli crescere nel rispetto e nella devozione verso di essa, e saranno luce per altri, e saranno sale per tanti.
Ci sono poi altri due segni che accompagnano il luogo della proclamazione della Parola di Dio : un lume e una pianta. Il lume è solitamente posto sopra all’ambone con un braccio o una catenella da cui è appeso mentre la pianta o i fiori sono solitamente posti davanti all’ambone per terra su una gradino oppure su una fioriera a mezz’altezza. La stoffa ricamata che fa da “tovaglia” ci ricorda che la Parola di Dio è cibo per noi ; il lume ci ricorda che la Parola di Dio è luce ai nostri passi, luce sul nostro cammino ; la pianta o i fiori ci ricordano che questa Parola produce vita poiché essa stessa è viva.
Carissimi sposi, abbiamo bisogno di riscoprire la dignità della Parola di Dio nel nostro matrimonio… se ci pensiamo bene il nostro amore si fonda sulle promesse che Gesù ci ha lasciato scritte nel Nuovo Testamento… le nostre scelte di vita si fondano sulle verità dette da Gesù e riportate nei Vangeli… qualche esempio ? … “non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” … “perdona fino a 70 volte 7” … “non vi lascerò orfani: verrò da voi” … “se mi amate, osserverete i miei comandamenti” … “dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie”. Questi sono solo alcuni esempi ma che ci testimoniano come la nostra vita sia orientata a causa di una Parola, una Parola che crediamo vera, perché è viva ed ha creato in noi un nuova umanità.
Se gli sposi vogliono capire come dirigere bene il loro sacramento, la loro relazione d’amore, il loro indissolubile legame, la loro vita sponsale, devono vivere bene la liturgia della Parola ora come uditori ora come lettori ; in questa mensa speciale ricevono formazione e ristoro per le loro anime affamate di una Parola vera, certa, immutabile, eterna e sempre viva.
Coraggio sposi, uno dei modi per essere fecondi nella Chiesa, è proprio quello di diventare dei bravi lettori, e tra noi ce ne sono tantissimi !
Giorgio e Valentina.
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