Ho da poco iniziato la lettura del libro “La consacrazione nuziale” (padre Luca Frontali – Porziuncola). E’ un libro non semplicissimo, ma che vale davvero la pena leggere. L’autore, che scrive anche su questo blog, offre una riflessione molto ampia e documentata sulla consacrazione degli sposi che avviene attraverso le nozze. In questo articolo vorrei soffermarmi su un capitolo di questo testo davvero interessante. Padre Luca ci offre una panoramica su quelle che, secondo la teologia cattolica, sono le tappe della nostra consacrazione di sposi. Cercherò di offrirvi una sintesi, spero abbastanza chiara, con l’aggiunta di alcune mie riflessioni.
La chiamata di Dio. Tutto nasce con una chiamata. La vocazione cosa è se non la risposta ad una chiamata? In questo caso c’è una peculiarità. La chiamata non è singola ma è doppia. Un uomo e una donna sono chiamati insieme per divenire una sola carne. Tutto nasce da una chiamata che attraverso il sacramento e il dono oggettivo dello Spirito Santo, diventa percorso di salvezza e di santità per entrambi gli sposi. Lo Spirito Santo, possiamo leggere nel testo, già opera nel cuore dei due prima del matrimonio. Nel fidanzamento, tempo di conoscenza e di decisioni, lavora nel cuore dei due innamorati, in modo da far luce e instillare il desiderio di una scelta definitiva. E’ lo Spirito Santo che ci conduce al matrimonio. Ciò è naturalmente più agevole quando i due futuri sposi cercano di amarsi nella verità e nella castità.
La separazione. La consacrazione matrimoniale presuppone una separazione. Questo passaggio è molto facile da intuire, ma non sempre facile da operare. C’è bisogno di lasciare la famiglia di origine, il nostro vecchio io per divenire uno nuovo capace di formare un noi. Ciò sarà possibile solo, come leggiamo dalla Genesi, se saremo capaci di lasciare nostro padre e nostra madre, cioè il nostro essere figlio per diventare marito o moglie. Nel matrimonio ci portiamo la nostra storia. Se siamo fatti così, se pensiamo in un determinato modo, ciò è frutto del contesto e della famiglia nei quali siamo cresciuti. Non rinnegare il passato quindi, ma neanche dobbiamo farne un assoluto. L’incontro con l’altro significa mettere in gioco il nostro modo di pensare con il suo per farne una nuova stirpe, come dice Dio ad Abramo. Per farne uno nuovo che non è il mio e non è il suo ma è il nostro, una nuova via frutto di una nuova unione. Un modo di pensare arricchito della storia di entrambi.
Il conferimento del dono. Padre Luca ci chiede di uscire da una visione contrattualistica del matrimonio. Non stiamo stipulando un contratto ma stiamo celebrando un sacramento. Ogni sacramento implica un dono oggettivo che è l’effusione dello Spirito Santo su chi lo riceve. In questo caso i due sposi ricoprono il doppio ruolo di celebranti/offerenti e di offerta. Donano sè stessi. Tutto di sè. Dio, attraverso lo Spirito d’Amore trasforma e trasfigura l’amore dei due sposi e li rende capaci di mostrare il Suo Amore. Si può dire che il matrimonio non appartiene più ai due celebranti ma diventa sacro cioè diventa di Dio. Chi vede il modo di amarsi dei due sposi dovrebbe scorgere Dio. Non è sempre così, ma potrebbe essere per tutti così. Dipende da noi da quanto lasciamo spazio a Dio nella nostra vita e nel nostro cuore.
La missione. Ogni chiamata di Gesù diventa consacrazione e ogni consacrazione ha come conseguenza una missione. Dio ci ha chiamato, ci ha rivestito dei suoi doni, per inviarci nel mondo con una missione ben precisa: mostrare il Suo Amore. Come è il Suo Amore? E’ una comunione feconda. Come nella Trinità. Più saremo capaci di vivere in comunione tra noi, nel dono reciproco, e più saremo fecondi. Fecondi in senso ampio. Più saremo capaci di generare sempre vita-amore, generare cioè nuovo amore, anche quando non è possibile, per tanti motivi, generare vita biologica. Più saremo fecondi e più saremo dentro la nostra missione. Più saremo nella nostra missione e più saremo nella pace e nella pienezza.
Comprendete quanto la nostra consacrazione matrimoniale diventi la realtà più importante della nostra vita? Tutto il resto viene dopo. Dio ci chiede di vivere un matrimonio santo perchè è lì che ci giochamo tutto. Il resto verrà di conseguenza. Bon cammino.
Antonio e Luisa
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