Santa Lucia: martire per custodire la verità dell’amore

Oggi la Chiesa fa memoria di una santa molto amata, soprattutto dai bambini. Si tratta naturalmente di santa Lucia, giovane martire di Siracusa vissuta nell’impero romano del III secolo d.c.

Non voglio raccontare tutta la sua vicenda, ma voglio soffermarmi su un particolare della sua scelta: l’importanza del corpo.

Una delle novità più sconvolgenti di Cristo è l’incarnazione. Il corpo viene finalmente riconosciuto come  parte della persona. Non è poca cosa. La persona non possiede più solo un corpo, ma è anche il suo corpo. La cultura e la filosofia  greco-latina tendevano a separare nettamente la parte spirituale, invisibile  da quella corporale e tangibile. Cristo no! Cristo porta questa grande novità. Novità già peraltro presente nella tradizione ebraica. Per l’ebreo del tempo di Gesù la persona era l’insieme di anima e corpo. Ricordiamo Genesi dove Ish, l’uomo,  è stato modellato da Dio con della polvere e del fango e poi riempito dello spirito con il  soffio divino. Anima e corpo due dimensioni strettamente legate e parte di una stessa entità: l’essere umano. Gesù è amore e il corpo è la porta attraverso la quale lui ama. Gesù ama con lo sguardo, con le parole, con il pianto, con la gioia, con le carezze e con gli abbracci. Gesù è tradito con un bacio. Sempre attraverso il corpo. Il trono d’amore di Gesù è la croce. Croce dove offre se stesso attraverso il corpo, offrendo la sua carne e il suo sangue.

Lucia da Siracusa conosceva bene questa verità. Lucia da Siracusa voleva donarsi totalmente a Cristo. Lucia sapeva che avrebbe potuto farlo solo attraverso anche il suo corpo. Per questo Lucia si è opposta ad un matrimonio combinato. Per questo Lucia ha preferito l’arresto e poi il martirio piuttosto che dare il suo corpo ad una persona che non fosse Cristo. Chissà quanti l’hanno considerata folle, non comprendendo le motivazioni profonde della sua scelta. Perchè non sposarsi e dedicarsi comunque al suo Dio? – avranno pensato.

Qui entra in gioco la vocazione di ogni persona. La vocazione ci chiede di mettere tutto ciò che siamo per essere autentica.  Qualcuno, come Lucia, comprende come la sua risposta all’amore di Dio possa essere autentica e completa solo nel dono totale a Dio stesso. Solo così infatti potrà sentirsi libero di amare il suo sposo Gesù in ogni persona incontri. Noi sposi sentiamo invece un’altra esigenza. Sentiamo il desiderio di rispondere a quell’amore amando Dio in una creatura diversa e complementare a noi. Da questo amore esclusivo dovrebbe scaturire la forza per amare tutti i fratelli. Questo vale nel cuore e nello spirito, ma vale anche nel corpo. Questo Lucia lo avvertiva benissimo. Sapeva di poter amare completamente Gesù solo nella verginità consacrata.

Questo io lo avverto benissimo. So benissimo, nel profondo di me, che posso amare davvero la mia sposa, che posso crescere nella gioia e nell’unità dei cuori con lei, solo se anche il mio corpo è solo per lei. Solo se il dono totale del mio corpo nell’amplesso è solo con lei e per lei. Questa è l’unica strada. In un mondo che disprezza il corpo e lo svaluta fino a farne merce e mero strumento di piacere, santa Lucia ci ricorda che il nostro corpo è parte di noi, è prezioso, è tempio dello Spirito Santo. Lucia ci ricorda che il nostro corpo è così prezioso da cercare di preservarlo e custodirlo ad ogni costo, fino a dare la vita. Per poi poterne fare dono alla persona a cui abbiamo promesso amore PER SEMPRE. Questa è la castità cristiana. Questo è l’amore vero e possibile.

Antonio e Luisa

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2 Pensieri su &Idquo;Santa Lucia: martire per custodire la verità dell’amore

  1. Ieri sera ho letto il libro Sposi profeti dell’Amore e sono rimasta SCONVOLTA in senso positivo. Il matrimonio è una chiamata una vocazione a tutti gli effetti e Gesù è con noi dal giorno delle nostre nozze in Chiesa. Abbiamo celebrato il nostro matrimonio con Gesù io e mio marito. Il sacerdote era il primo testimone insieme ai nostri testimoni e a parenti e amici presenti. Io sono partita cosi con la consapevolezza che il Matrimonio è la mia vocazione e il mio si era per questa chiamata a Gesù e a mio marito. Poi tra le difficoltà che si sono presentate ci siamo un po’ persi ma Gesù ci ha tenuti insieme. La Grazia non e’ mancata. OGGI CHIEDO A GESÙ DI AIUTARMI A RINNOVARE QUEL SI E RICOMINCIARE CON MIO MARITO OGNI GIORNO. CHIEDO A GESÙ DI DARMI ANCORA UN PO’ DI TEMPO. IL SIGNORE HA UN PIANO SU DI NOI E VOGLIO AFFIDARE TUTTI I NOSTRI ERRORI ALLA SUA MISERICORDIA E RICOMINCIARE NELL’ATTIMO PRESENTE. PERCHÉ VOGLIO AMARE LUIGI PUR NEL MIO PICCOLO GUARDANDO A COME CI HA AMATI GESÙ … FINO ALLA CROCE … PER LIBERA SCELTA. La vostra testimonianza mi ha riportata alle orgini alle nostre origini e al significato profondo della chiamata al Matrimonio cristiano. Una perla è anche la riflessione che ogni matrimonio è unico ha una sua storia ed è chiamato a essere un barlume dell’Amore di Dio per ciascuno quel particolare barlume richiesto a noi due. Allora oggi tutto assume significato. Tutto appare collegato da un filo d’oro e la misericordia tra di noi da senso anche ai momenti difficili e riscatta gli errori dovuti ai nostri limiti. GRAZIE da Margherita anche a nome di Luigi.

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