Venerdì scorso la Chiesa ci ha proposto questo brano evangelico :
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,1-17) Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, […] Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Vi abbiamo risparmiato la lista di quasi 42 nomi di antenati di Gesù, perché a noi dicono poco visto che siamo così lontani da quel mondo sia fisicamente, sia culturalmente, sia storicamente, ma vogliamo comunque lasciarci interrogare da questa lista perché se Matteo l’ha inserita nel Vangelo, aveva i suoi buoni motivi. Quali ?
Di sicuro voleva rassicurare i suoi compaesani sul fatto che Gesù fosse ebreo anche’ Egli, della loro stirpe, e quindi un Giudeo, e per rafforzare ciò fa risalire la genealogia di Gesù ad Abramo, il famoso capostipite e nostro padre nella fede. E’ stato però attento quando è arrivato a Giuseppe, infatti avrebbe dovuto scrivere “Giuseppe generò Gesù” ed invece inserisce l’unica donna in questo lungo elenco di uomini ; sicuramente ha così difeso la verginità di Maria e nello stesso tempo ha lasciato intendere che il padre, secondo le leggi umane e sociali, fosse Giuseppe. Ha dato così il giusto peso al ruolo della madre e del padre ; nonostante le sue parole fossero indirizzate ad un popolo con una forte impronta sociale genealogica fondata sulla paternità ; ha interrotto l’elenco, che sembrava quasi noioso ed infinito al lettore, con la novità di Maria Vergine.
Abbiamo sùbito un insegnamento per noi sposi, poiché quando si incontra Gesù, saltano anche gli schemi e le convenzioni sociali… Gesù ci dona un nuovo modo di guardare l’umanità, uno nuovo sguardo sulla realtà… Matteo infatti dimostra di non voler abbattere le differenze tra il mondo maschile e quello femminile, ma di fare giustizia. La giustizia non è dare a tutti lo stesso, ma ad ognuno il proprio. In una società in cui contava il ramo genealogico della paternità, Matteo inserisce una novità senza denigrare per questo il buon Giuseppe né facendo di Maria una poco di buono. Anche nelle nostre coppie dobbiamo imitare questo atteggiamento dell’evangelista ; non possiamo pretendere che una sposa pensi e reagisca di fronte ad un’avversità come se fosse maschio e viceversa. Dobbiamo rispettare le differenze che portano i due sessi, senza denigrarci l’un l’altra, ma valorizzando la differenza che l’altro sesso porta all’interno della coppia. Alcuni esempi evangelici :
- Gesù è apparso per primo ad una donna, ma la Sua Chiesa l’ha affidata ad un uomo, Pietro.
- I Dodici Apostoli tutti maschi, ma quando ha effuso lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, essi erano radunati in preghiera con Maria e le altre donne al seguito.
- L’arcangelo Gabriele prima va da Maria, poi sarà avvisato anche Giuseppe.
- Quando Maria, accompagnata dal suo sposo Giuseppe, va a trovare la cugina Elisabetta è scritto : “[…]entrata nella casa di Zaccaria (il marito di Elisabetta) salutò Elisabetta.”
Ruoli diversi ma complementari. Non uno di più e l’altra di meno, ma con giustizia. E così dobbiamo imparare a fare anche noi anzitutto all’interno della nostra coppia e poi, per estensione ai figli maschi e femmine.
Torniamo al nostro brano evangelico. Matteo insistendo sull’umanità di Gesù, ci dice indirettamente che Gesù è entrato per davvero nella storia umana, NON E’ UN MITO ! Ha avuto dei nonni, una mamma ed un papà (non biologico), ha avuto addirittura degli antenati di cui non andare molto fiero ; nel lungo elenco compaiono anche assassini ed imbroglioni, ma ad un certo punto Gesù farà la differenza rispetto ai suoi antenati.
E così deve essere anche per noi sposi : il nostro essere cristiani è una questione di vita concreta, non è un mito ! La nostra fede si deve vedere nella quotidianità, si deve “toccare con mano”, se la fede non diventa vita, non è autentica ma resta nella sfera della mitologia, della filosofia di vita.
Inoltre, anche noi sposi possiamo imitare Gesù nel fare la differenza rispetto ai nostri antenati. Abbiamo sentito frasi perentorie e pericolose del tipo : “sei uguale a tua madre/a tuo padre” … “voi (cognome dell’altro/a) siete tutti della stessa pasta” … dobbiamo lasciarci aiutare dalla grazia di Gesù nel non replicare i comportamenti cattivi dei nostri antenati e, nel medesimo tempo, di non sentirne il peso oppressivo che non ci permette di prendere la nostra mascolinità/femminilità ed innalzarla alla dignità per cui Dio l’ha creata.
Cari sposi, coraggio ! Lasciate che Gesù entri nel nostro cuore per renderci uomini nuovi e donne nuove.
Auguri di un Santo Natale.
Giorgio e Valentina.
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