Offrire a Gesù per non farci avvelenare il cuore.

In una coppia ci sono dei momenti in cui l’altro diventa un “nemico”. Spesso il nostro comportamento non è ineccepibile. Mostriamo ancora i segni delle nostre ferite e del peccato che ci abita. Succede quindi che possiamo comportarci male e generare sofferenza nella persona amata. Non dovrebbe accadere, ma in una relazione lunga come di solito è quella matrimoniale succede e anche spesso. Sbagliamo innumerevoli volte e non per questo il nostro matrimonio non può essere comunque una bellissima avventura. Fa semplicemetne parte del nostro essere figli di Adamo e della sua caduta.

Certo ci sono atteggiamenti ed azioni che hanno gravità diverse. Non voglio mettere tutti i comportamenti sullo stesso piano. Ovviamente un tradimento è molto più devastante di una semplice parola detta fuori posto. Sono però tutti momenti che generano una frattura nella relazione. Frattura che può essere più o meno estesa e profonda.

Perchè questo articolo? Perchè quando l’altro ci provoca una sofferenza, non solo grande ma anche piccola, siamo spinti a reagire, a rispondere con la stessa moneta, oppure a chiuderci in un rancoroso silenzio. Invece c’è una terza via: la via cristiana. Qual è? La preghiera di intercessione. Io l’ho imparata nel tempo e con la guida di sacerdoti più saggi di me.

Quando ci sentiamo feriti da quanto nostro marito/nostra moglie ha detto o fatto fermiamoci. Ciò non significa che non ci abbia fatto male, ma blocchiamo ogni reazione impulsiva. Ascoltiamo la sofferenza che abbiamo nel cuore. Ascoltiamola, diamole un nome e poi offriamola a Gesù. Offriamo la nostra piccola o grande sofferenza a Dio. Questo cambia tutto. Non ci sentiremo più da soli, non ci sentiremo incompresi. Ci sentiremo amati e sentiremo di stare amando il nostro coniuge nel modo che ci riesce. Quando l’altro ci ha fatto soffrire magari non siamo in vena di parole romantiche e di abbracci, non subito almeno, ma saremo sempre capaci di pregare per lui o per lei.

Questo è già un piccolo miracolo che ci permette di non farci avvelenare dal male. Offrire la nostra sofferenza per l’altro, per il bene dell’altro è già un antidoto al male. Non permette che il nostro cuore ne sia avvelenato. E’ il primo passo per poi essere capaci di perdonare e di ricominciare sanando quella frattura che si frapposta tra noi e il nostro coniuge. Per un perdono immediato quando il male ricevuto non è troppo grande e per cominciare un percorso di resurrezione quando non è possibile rimarginare la ferita che ci è stata inferta immediatamente.

Pregate per il vostro sposo e per la vostra sposa. Fatelo sempre. Quando le cose vanno bene per ringraziare Dio e quando le cose vanno male per consentire al bene di essere sempre più grande di ogni sbaglio e di ogni peccato. Gesù è morto proprio per questo, non dimentichiamolo e il matrimonio, come ogni sacramento, è arricchito della forza redentiva e salvifica del sacrificio di Cristo.

Antonio e Luisa

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