La prima lettura di oggi è piuttosto lunga, quindi ne faremo un riassunto : Sennàcherib, re d’Assiria, manda un messaggio intimidatorio a Ezechìa, re di Giuda, assicurandolo che non gli servirà a nulla confidare nel suo Dio perché tanto l’Assiria prenderà Gerusalemme con la forza così come ha fatto con gli altri territori. Ezechìa allora si reca nel tempio del Signore e pronuncia una meravigliosa preghiera accorata e piena di fede, la quale verrà esaudita. Infatti Isaìa, figlio di Amoz, manda a dire ad Ezechìa una grande e bella profezia che rivela l’intento del Signore, riportiamo solo la parte finale di questa promessa del Signore :
[il re d’Assiria] Ritornerà per la strada per cui è venuto ; non entrerà in questa città. Oracolo del Signore. Proteggerò questa città [Gerusalemme] per salvarla, per amore di me e di Davide mio servo”». Ora in quella notte l’angelo del Signore uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Sennàcherib, re d’Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Nìnive, dove rimase.
In questa meravigliosa pagina dell’Antico Testamento si tocca con mano la misericordia del Signore, che si “lascia commuovere” dalla preghiera di Ezechìa e “corre” in aiuto del suo popolo. Nella nostra riflessione non ci concentreremo tanto sui nomi e sugli episodi, quanto sulle dinamiche, saranno queste che ci aiuteranno a fare un passo in avanti con la nostra fede.
E’ interessante questo episodio per la nostra vita matrimoniale, abbiamo provato a rileggerlo sostituendo al nome di Ezechìa i nostri nomi di sposi, e al posto del nome del re assiro potrebbero esserci diverse persone/eventi, perché i nemici della nostra Gerusalemme matrimoniale potrebbero essere molteplici e diversi lungo l’arco della nostra vita a due.
Diverse volte su questo blog abbiamo nominato diversi nemici della nostra relazione, del nostro matrimonio, del nostro sacramento, ed anche questa pagina della Parola non nega che nella vita ci siano dei nemici (rappresentati dal re assiro).. probabilmente i nostri nemici non impugnano armi come spade, ma posseggono armi come la lingua, la maldicenza, l’invidia, la calunnia, la lussuria, l’ira, l’imprudenza, ecc… queste armi a volte feriscono di più della spada. Sono armi che feriscono nell’intimo della relazione, nel cuore, negli affetti, nella castità, nella fede, ma possiamo imitare il re Ezechìa.
Qual è la mossa vincente degli sposi ?
La risposta non è nella psicologia, non è nella nostra buona volontà, non è nelle risorse umane, non è nelle nostre amicizie e nemmeno nelle parentele, tutte queste sono risorse ed aiuti molto importanti che non vanno mai trascurati ma non sono tutto e non sono la parte più consistente; impariamo dal salmo che “se il Signore non costruisce la casa invano vi faticano i costruttori“… senza il Signore e la Sua Grazia noi possiamo fare e disfare il mondo intero ma non ci salveremo mai da soli.
Come Ezechìa dobbiamo andare nel tempio di Gerusalemme, cioè il luogo dove c’è la presenza di Dio. Noi siamo più fortunati di Ezechìa perché abbiamo un luogo privilegiato dove Dio è veramente, realmente e sostanzialmente presente con il Suo Corpo e Sangue, la Sua anima e la Sua divinità; nel tempio di Gerusalemme il Signore era presente solo spiritualmente attraverso le famose Tavole della Legge custodite all’interno dell’Arca dell’Alleanza, mentre nei nostri tabernacoli è presente Colui che ha scritto quelle Tavole, Colui che ha parlato a Mosè!
Il momento migliore per gustare la presenza del Signore è certamente nella S. Messa, ma poi gli sposi hanno un altro asso nella manica, poiché essi stessi sono il segno sensibile ed efficace della Grazia di Cristo l’uno per l’altra. Nel Vangelo Gesù ha detto che dove 2 o 3 sono riuniti nel Suo Nome, Lui è in mezzo a loro… e noi sposi non siamo forse 2? E non siamo riuniti nel sacro vincolo matrimoniale nel Suo Nome?
Anche il nostro matrimonio è un tempio dove abita la reale presenza di Dio, similmente a ciò che accade nell’Eucarestia, abbiamo molto di più del re Ezechìa… non so se sia una coincidenza ma anche noi siamo re della Gerusalemme del nostro matrimonio, come Ezechìa prega per salvare la città santa, così noi sposi possiamo pregare per salvare la nostra Gerusalemme : il nostro matrimonio.
La Scrittura annota alla fine che fu l’angelo del Signore a mettere a posto le cose, Ezechìa ed il suo esercito non impugnò nessuna arma se non quella preghiera accorata del re che chiedeva al Signore di manifestare la Sua gloria, similmente dobbiamo fare noi sposi quando siamo sotto attacco nemico: rifugiarci nel Signore, nella preghiera fiduciosa, nella Sua dolce presenza, e poi lasciare che Lui faccia la Sua mossa per disarmare il nemico. Il primo nemico da annientare è il peccato.
Coraggio sposi, comportiamoci da re e regine.
Giorgio e Valentina.
Buongiorno Giorgio e Valentina. Leggo sempre con interesse le riflessioni di questo blog e quella di oggi mi ha suscitato una domanda: se solo uno dei coniugi coltiva la sua relazione con il Signore, mentre l’altro la diserta, cosa si può fare?
Grazie se riuscirete a rispondermi.
Veronica
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Veronica, la tua domanda è molto bella e profonda perché parte da un cuore che vuole il bene del coniuge. Sarebbe un po’ sterile e troppo lungo rispondere su queste righe. …magari meglio un articolo la prossima settimana. Intanto volentieri ti sentirei se vuoi chiamarmi oggi pomeriggio . 3388733631
"Mi piace""Mi piace"