Cari sposi,
il logo della recente Giornata mondiale delle famiglie era un particolare preso dagli affreschi di P. Marko Rupnik nella cappella del Seminario maggiore di Roma. Il dettaglio è geniale: si vede San Paolo che apre un sipario dietro cui si trovano Gesù crocifisso abbracciato da Maria, e dal costato di Gesù sgorga il sangue-vino che riempie le giare di Cana. Ancora dietro al velo, sulla sinistra, si trovano Adamo ed Eva. Il senso è molto bello e profondo, San Paolo ha fatto capire con la sua lettera agli Efesini, cap. 5, che il Mistero Grande, iniziato dal primo matrimonio di Adamo ed Eva, si compie in pienezza grazie a Cristo, nuovo Adamo, e a Maria, nuova Eva.
Perché sto dicendo questo riguardo al vangelo di oggi? Perché il fuoco e il battesimo di cui parla Gesù è proprio la missione di svelare il suo Mistero Grande di amore! E Gesù non vede l’ora che esso sia visibile in ogni coppia di sposi. Difatti, quale amore infuocato è necessario per donare la propria vita! Non bastano piccoli amori, atteggiamenti mediocri ma ci vuole un cuore grande, generoso, infiammato! Dire questo mi fa pensare a Chiara Corbella, a Santa Gianna Beretta Molla, a San Massimiliano Maria Kolbe (di cui oggi è la memoria liturgica) …
A questo punto vi domando: c’è qualcosa di simile nella vostra vita di sposi? Per caso il Signore non vi chiama a portare anche voi, a modo vostro, il fuoco sulla terra? Ricordatelo sempre, voi sposi non vi siete sposati per voi stessi, cioè il matrimonio cristiano non è concepito solo per formare “due cuori e una capanna” o solo per amarsi e avere figli. Non si sono forse sposate fondamentalmente per questi motivi le persone dalla notte dei tempi? Se così fosse, ditemi allora per quale motivo Gesù avrebbe istituito apposta un sacramento per la coppia?
Sì, il matrimonio cristiano è una vera e propria missione! Quella di “gettare fuoco sulla terra”. Esprimono chiaramente questa idea sia Familiaris Consortio 17 che Amoris Laetitia 121. La missione è di portare su questa terra l’amore di Cristo per la Chiesa grazie alla vostra vita ordinaria. Come mai Santa Teresina di Lisieux è compatrona delle missioni, al pari di San Francesco Saverio, che ha percorso migliaia di chilometri per evangelizzare a differenza invece di lei che non ha messo un piede fuori dal Carmelo?
Analogamente per voi sposi, la vostra missione è tanto vera e reale sebbene si realizzi a casa vostra e sui luoghi di lavoro e sembra confondersi con una vita apparentemente monotona e ripetitiva. Cari sposi, vi auguro sinceramente di scoprire sempre di più e di stupirvi del dono e della missione che Gesù vi ha consegnato il giorno del vostro matrimonio. Che l’amore di Cristo vi infiammi e renda il vostro amore Luce del mondo.
ANTONIO E LUISA
Padre Luca ci ha dato la carica. Sì, la carica. Non vuole metterci sulle spalle un peso che non possiamo sostenere. Ci sta dicendo esatamente il contrario. Sposi prendete coscienza che il battesimo vi ha reso capaci di grandi cose. Sì con tutta la vostra miseria, la nostra miseria, perchè anche Luisa ed io siamo davvero dei poveretti. Il sacramento del matrimonio ha finalizzato i doni battesimali affinché tutti noi sposi potessimo vivere la nostra missione. Vocazione e missione combaciano. Tanto più saremo capaci di crescere come sposi, di amarci sempre più profondamente e meglio, e tanto più saremo dentro la nostra missione.
Ognuno di noi ha la propria missione, ognuno ce l’ha unica come unici siamo noi. Tutte le nostre personali missioni però si fondano sull’amore. Amore quello cristiano. Essere quindi capaci di dare la vita nel nostro matrimonio. Che bello! Più saremo capaci di amarci e più saremo santi. Non conviene forse cercare la santità? Non è una strada facile ma meravigliosa. Una di quei sentieri stretti e faticosi da percorrere ma che aprono ad un orizzonte infinito. Come quelli di montagna che ti portano in vetta e ti permettono di aprire lo sguardo ad un orizzonte senza fine. Questa è la nostra missione. Essere ciò che siamo: una comunione d’amore. (Familiaris Consortio)