Oggi, lunedì, vorrei tornare sulla Parola di ieri. Non però sul Vangelo ma sulla Seconda Lettura. La liturgia ci ha proposto un brano tratto dalla Seconda Lettera di San Paolo a Timoteo. Mi vorrei soffermare solo su pochi versetti perchè sono fantastici per mettere sul piatto alcune considerazioni sul nostro matrimonio.
Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Se moriamo con lui, vivremo anche con lui
Il matrimonio è la tomba dell’amore? Solo se non moriamo. Bisogna essere chiari. Solo morendo a noi stessi potremo davvero esplorare la profondità della relazione matrimoniale e vivere fino in fondo il nostro sacramento. Se non moriamo al nostro egoismo e al nostro ego non sapremo mai cosa significa essere sposi in Gesù. Tutto sarà concentrato solo sul sentimento e sull’emozione. Tutto sarà valutato secondo l’utilità. Tu mi servi perchè mi fai stare bene. Tu mi dai quello che mi serve. Ma Gesù ragiona così? Gesù dice altro con la Sua vita, la Sua morte e la Sua resurrezione. Lui ci dice io ti servo perchè voglio renderti partecipe della salvezza e della mia vita divina. Ti voglio arricchire donandomi completamente a te. Questo fa Cristo. Questo è l’amore di Gesù. Capite che differenza con la povertà dei nostri matrimoni? Però se impariamo a donarci davvero allora tutto cambia. E il matrimonio è un luogo privilegiato per imparare a donarci. Il matrimonio è la palestra che Dio ci offre per imparare ad amare come Lui ci ama e per prepararci all’incontro con Lui. Solo così il matrimonio può diventare una relazione a tre, dove noi sposi viviamo tra noi e con Gesù. La tomba del nostro egoismo diventa una vera resurrezione dove comprendiamo chi siamo e troviamo senso a tutta la nostra esistenza.
Se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo.
Cosa significa regnare nella logica di Gesù? Donarsi. Essere capaci di donarsi sempre meglio e sempre di più. Gesù ha dato davvero tutto: il sangue, il corpo e la sua vita. Cosa poteva dare di più? Gesù aveva una caratteristica fondamentale: Gesù era libero! Libertà significa essere padroni di sè stessi. Come faccio a donarmi se non sono re neanche del mio corpo, delle mie pulsioni, delle mie emozioni. Come faccio ad amare sempre, anche quando oggettivamente l’altro si comporta male, non è amabile e non merita nulla da parte mia? Come faccio a farlo se non ho mai imparato a controllare le mie emozioni con la volontà? Se sono una marionetta guidata da fili invisibili. Dai fili dell’emozione, della pulsione sessuale, dell’egoismo e del peccato che rompe la relazione non solo con l’altro ma anche con Dio. La perseveranza nella difficoltà diventa quindi una delle basi del matrimonio. Andare avanti, fedeli alla promessa, con la consapevolezza di essere sostenuti dalla Grazia di Dio e dalla presenza di Gesù nella nostra vita, nei momenti di gioia e anche in quelli più difficili.
Se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà
Cosa significa rinnegare Cristo? Non serve farlo in modo esplicito. Rinnegare Cristo può significare semplicemente vivere come se Lui non c’entrasse con il nostro matrimonio. Significa fare le nostre scelte senza tener conto di Lui. Come quindi tener conto di Lui? Gesù lo dice chiaramente nel Vangelo: Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Detto in altri termini rinneghiamo Gesù quando non rispettiamo gli insegnamenti morali della nostra Chiesa. Rinnegare Gesù è abortire, rinnegare Gesù è tradire, rinnegare Gesù è scegliere gli anticoncezionali (seppur qui il discorso andrebbe approfondito con alcuni distinguo), rinnegare Gesù è non andare a Messa, rinnegare Gesù è usare violenza anche solo verbale sull’altro. Rinnegare Gesù è qualsiasi gesto che indebolisce la relazione sponsale. Cosa significa che egli ci rinnegherà quando subito dopo invece troviamo scritto che egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. Semplicemente che Dio non viene mai meno alle Sue promesse e al Suo amore. Siamo noi che rinnegandolo, nel modo che ho spiegato, chiuderemo sempre di più il nostro cuore alla Grazia e alla relazione con Lui. Lui non potrà che aspettare il nostro desiderio di conversione. Lui aspetterà, come il padre misericordioso della parabola, il nostro ritorno da Lui. Solo allora potrà di nuovo riempirci del Suo Spirito e cambiare in nostro matrimonio salvandolo dalla nostra miseria e dai nostri errori.
Antonio e Luisa
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