Cari sposi,
non so quanto vi abbia toccato la scomparsa di Papa Benedetto ma a me ha causato un senso di commozione e smarrimento. È venuta meno una figura paterna che mi ha dato un grande esempio come persona e come uomo di Dio. Ho potuto salutarlo in alcune brevi occasioni e durante il suo pontificato ho ricevuto l’ordinazione sacerdotale. La sua teologia chiara e lineare rimarrà sempre per me un punto di riferimento di come insegnare e trasmettere le verità di fede alle persone.
C’è un aspetto che ritengo molto bello da sottolineare per voi sposi. Si tratta del suo insegnamento riguardante l’amore umano, nominato in seguito “teologia dell’amore”, come un naturale proseguo della “teologia del corpo”, del suo predecessore San Giovanni Paolo II. È nella sua prima Enciclica, Deus Caritas est, in cui Joseph Ratzinger chiarisce con il suo stile cristallino cosa significhi l’amore per Dio e di conseguenza per noi:
“L’amore di Dio per noi è questione fondamentale per la vita e pone domande decisive su chi è Dio e chi siamo noi. Al riguardo, ci ostacola innanzitutto un problema di linguaggio. Il termine «amore» è oggi diventato una delle parole più usate ed anche abusate, alla quale annettiamo accezioni del tutto differenti. […] Ricordiamo in primo luogo il vasto campo semantico della parola «amore»: si parla di amor di patria, di amore per la professione, di amore tra amici, di amore per il lavoro, di amore tra genitori e figli, tra fratelli e familiari, dell’amore per il prossimo e dell’amore per Dio. In tutta questa molteplicità di significati, però, l’amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente e all’essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono” (Deus Caritas Est, 2).
Che meravigliosa definizione di matrimonio! La sede per antonomasia dell’amore, il luogo in cui l’amore tra uomo e donna è chiamato a crescere divenendo così riflesso dell’amore divino e in ultima istanza raggiungendo il suo fine e la sua vera identità! E che bello che lo dica non per aver letto centinaia di libri ma per averne fatto l’esperienza sulla sua pelle. Difatti nel suo testamento spirituale ha affermato subito all’inizio del secondo paragrafo: “Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi”.
Immagino quei due genitori, sposatisi non più così giovani, alle prese con una situazione per nulla facile, in una Germania sul bordo dell’abisso nazista e della Seconda guerra mondiale, che hanno saputo generare sia alla vita che alla fede tre figli, diventando per loro un vero modello di unità e amore. Uno spaccato di quella vita famigliare è rimasto nelle parole del Papa nella sua visita a Milano in occasione del VII incontro mondiale delle famiglie.
Il lascito spirituale per voi coppie è splendido, perché vi ricorda che potete farcela, potete incarnare il più alto ideale dell’amore nella vostra vita di coppia. Sì, potete essere fedeli per sempre, potete vivere un amore indissolubile, potete perdonarvi anche mali molto grandi. Perché? Perché Chi vi ha creato e vi ha messo in questo cammino ha previsto tutto, anche le “sorprese” del peccato. Proprio Papa Benedetto ha ribadito questo concetto quando scrive: “La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino” (Spe Salvi, 1).
La mèta è vivere il vostro amore a pieni polmoni in Cristo, puntando in alto, non conformandovi a un semplice resistere, stare insieme per i figli o sopportarvi. Il nostro grande Papa Emerito, Joseph Ratzinger, sono certo sia d’accordo su questo e dal Cielo è adesso uno dei vostri intercessori perché il cammino di santità matrimoniale sia da voi pienamente vissuto.
padre Luca Frontali
La Deus Caritas Est è un faro.
Esprime con chiarezza disarmante le caratteristiche chiave dell’Amore e chiunque, credente o no, che faccia esperienza di relazioni rilevanti, siano esse positive o meno, non può non riconoscerne l’autenticità.
Quando scrive che l’Amore chiama in causa volontà e intelletto sta ricordandoci che forse viene anche da sé, spontaneamente, ma che poi va coltivato e richiede impegno… Che poi va voluto e tenacemente cercato… Intelletto per trovare nuove modalità, per tirare fuori dal cappello soluzioni originali, per usare il calendario del cellulare per ricordare date importanti… , per ridere di sé con acume e far ridere l’altro stemperando situazioni altrimenti pesanti.
Si potrebbe continuare all’infinito con esempi.
A vederlo si sarebbe detto freddino, ma leggere la Deus Caritas Est mi ha fatto sorgere più di un un sospetto sulla reale personalità del “panzer kardinal” (sempre che si scriva così…).
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Grazie. Pienamente d’accordo
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