Cari sposi,
di recente ho letto una notizia, di per sé – ahimè – non così rara che menzionava l’ennesimo caso di abbandono sacerdotale per motivazioni affettive. Commentando il caso, l’autore dell’articolo ne approfittava per proseguire con una riflessione sul celibato sacerdotale e arrivando ad affermare, in fin dei conti, che dovrebbe essere una scelta personale invece di un obbligo legato al sacramento dell’Ordine. Tema non nuovo, non fosse altro perché tornato alla ribalta nel Sinodo per l’Amazzonia (2019). Per cui, non sarò io ad avere l’ultima parola in materia ma sono comunque convito che questo argomento in fondo abbia una profonda ricaduta sul matrimonio.
Spesso gli argomenti a favore del prete cosiddetto “uxorato” sono basati su un crudo realismo: non chiunque riesce a vivere la castità. Quindi: libera tutti! Concediamo finalmente il lasciapassare anche a questa esigenza personale. Vedo in tutto ciò un pericolo per lo stesso matrimonio, nonché per il sacerdozio. Su cosa si basa infatti la castità sia sacerdotale che matrimoniale? Qual è la motivazione ultima, ciò che le dà veramente consistenza? Siamo forse casti, preti e sposi, perché lo dice il Vaticano? Dietro alla castità si cela nientemeno che la fede nella Risurrezione. Noi crediamo fermamente che Gesù è vivo, presente in mezzo a noi. Il suo Corpo Glorioso è sì in Cielo ma comunque Egli è tra noi, non solo nell’Eucarestia ma si rende presente in tanti altri modi e Lo possiamo sperimentare personalmente. È a Lui che noi, sposi e preti, diamo la vita. Se mancasse Lui, allora non avrebbe senso il tipo di vita che conduciamo. Noi preti, non sposandoci con una persona concreta, doniamo direttamente la vita a Cristo perché crediamo che Lui, Persona vera e reale, può davvero essere il nostro Tutto, intellettualmente, affettivamente, sessualmente. Voi sposi, unendovi a una persona concreta, vi donate assieme – non più solo singolarmente – a Cristo Vivente e Presente e così rendete presente il Suo amore in tutte le dimensioni della persona. Senza la consapevolezza che Cristo è qui con noi ed è Lui che dà il senso ai nostri sacramenti, la castità sarebbe veramente una castrazione e il matrimonio il “rimedio alla concupiscenza”.
Cari sposi, spero di aver reso più chiara l’idea di come dobbiamo aiutarci a vicenda. Le nostre vocazioni sono speculari: se uno zoppica l’altro cede; se uno corre, l’altro galoppa. Perché chi ci lega è l’Unico e Vero Sposo della nostra vita: Gesù Cristo, che è rimasto qui con noi e cammina a nostro fianco ogni giorno. Lo stare con Lui ci dona gioia e forza, ed è questa certezza il grande regalo che ci facciamo a vicenda, sposi e preti, per perseverare fino a quell’Abbraccio finale con il nostro Amato.
padre Luca Frontali
– …..Voi sposi, unendovi a una persona concreta, vi donate assieme – non più solo singolarmente – a Cristo Vivente e Presente e così rendete presente il Suo amore in tutte le dimensioni della persona.”
(“Vi donate assieme…a Cristo…”)
Quanto amore! Grazie.
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