Care coppie,
siamo arrivati con Gesù dopo i quaranta giorni di preparazione nel deserto quaresimale alla vista di Gerusalemme. La città santa, cinta di mura e con al centro, maestoso, il tempio di Erode, è davanti ai nostri occhi. Sentiamo tutta la trepidazione di Gesù che sa che è arrivata la sua Ora da vivere proprio nella Città Santa. Sebbene Gerusalemme sia sulla cima del monte Sion, c’è ancora una vetta da scalare, un’ultima salita da percorrere assieme a Lui: “È di questa salita che si tratta. È il cammino a cui Gesù ci invita. Ma come possiamo noi tenere il passo in questa salita? Non oltrepassa forse le nostre forze? Sì, è al di sopra delle nostre proprie possibilità. Da sempre gli uomini sono stati ricolmi – e oggi lo sono quanto mai – del desiderio di «essere come Dio», di raggiungere essi stessi l’altezza di Dio” (Benedetto XVI, Omelia, 17 aprile 2011).
Sì, in effetti, il matrimonio è anche fatica, la vita di coppia è una via di purificazione del cuore verso la cima che è “amare da Dio”, amare come Cristo ama la Chiesa. Ma in tutto questo non siete soli, è consolante ricordare che il più interessato è Gesù stesso che vive e cammina con voi. Per questo vi invito a vivere questa ultima tappa, la Settimana Santa, con uno speciale senso di vicinanza e intimità con il Signore: “Noi andiamo in pellegrinaggio con il Signore verso l’alto. Siamo in ricerca del cuore puro e delle mani innocenti, siamo in ricerca della verità, cerchiamo il volto di Dio. Manifestiamo al Signore il nostro desiderio di diventare giusti e Lo preghiamo: Attiraci Tu verso l’alto! Rendici puri!” (Benedetto XVI, Omelia, 17 aprile 2011). Sono certo che Gesù sta già attirandovi, personalmente e in coppia, al suo Cuore colmo di amore ma sta a voi assecondarLo. Perciò, vorrei invitarvi a fare un passo in più nei prossimi giorni; il passo ulteriore sta nel “contemplare” Gesù. Una parola con un senso specifico nella spiritualità e che lo dobbiamo a S. Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti. Per il grande Santo spagnolo, contemplare è in fin dei conti toccare con il cuore e l’anima la Persona di Cristo. Contemplare, in tal senso, ha un valore quasi sacramentale perché è rivivere, nello Spirito, le scene evangeliche. Ecco come ci insegna a contemplare lo stesso Ignazio:
“Il primo punto è vedere le persone… riflettere per ricavare frutto da tale vista… come se fossi presente. Il secondo: udire quello che dicono le persone… e dopo riflettere, per ricavare frutto dalle loro parole. Il terzo: osservare poi quello che fanno le persone… riflettere per ricavare qualche frutto. Odorare e gustare, con l’odorato e con il gusto, l’infinita soavità e dolcezza della divinità dell’anima e delle sue virtù e di tutto, secondo la persona che si contempla riflettere in se stesso e ricavarne frutto. Toccare con il tatto, per esempio abbracciare e baciare i luoghi dove tali persone camminano e siedono; sempre procurando di ricavarne frutto” (Dagli «Esercizi spirituali» di sant’Ignazio di Loyola).
Provate anche voi, cari sposi, a prendere il Vangelo del giorno, e toccare, udire, osservare, odorare e gustare ciò che ha vissuto Gesù e troverete tanta luce da condividervi. La Settimana Santa, infatti, è il momento culmine per stare accanto, direi fisicamente, a Cristo. Non perdete le occasioni che avrete in questi giorni per sperimentare con i cinque sensi le stesse cose che Cristo ha vissuto e vi assicuro che farete vostro ciò che lo stesso S. Ignazio ha vissuto: la Passione di Cristo può confortarci, cioè può darci quella forza di amore che ci serve per amare davvero, senza sconti, senza finte, senza mezzi termini.
ANTONIO E LUISA
Io vi suggerisco qualcosa da aggiungere al compito che ha proposto padre Luca. Siamo sposati in tre. E’ bello contemplare Gesù durante la Settimana Santa, ma lo è ancor di più contemplarlo nel nostro matrimonio. Dopo aver letto e contemplato il Vangelo del giorno, ripensiamo alla nostra vita insieme e facciamo memoria di un’occasione in cui l’altro ci ha amato come Gesù. Nel modo che spiega padre Luca: amare davvero, senza sconti, senza finte, senza mezzi termini. E poi ringraziamo per quell’amore non scontato. Così possiamo preparare il nostro cuore a vivere la Pasqua.