Cari sposi,
siamo giunti all’epilogo di questi 50 giorni di Pasqua, che formano come un solo giorno dedicato alla Risurrezione. Il tempo cronologico difatti non coincide con quello liturgico. Abbiamo ripassato in lungo e in largo durate questo periodo tutto quello che Gesù ha predetto sulla sua risurrezione e ci siamo estasiati contemplando quel poco che ci condividono gli Atti e i Vangeli sulla convivenza di Gesù Risorto con gli apostoli.
La scena di oggi avvenne qualche giorno dopo la risurrezione, il tempo di tornare in Galilea da Gerusalemme e Gesù li stava aspettando là per convivere con loro e finire di trasmettere tante verità del Vangelo. Un bel mattino Pietro prende su barca e reti e torna a fare quello che ha sempre fatto fin da bambino: pescare in lago. Anche altri sei lo seguono, tra cui Giovanni. Sappiamo bene come sono andate le cose, la pesca miracolosa, la colazione preparata da Gesù stesso sulla riva, il commovente dialogo con Pietro. E poi questo epilogo curioso in cui trapela una certa rivalità tra Pietro e Giovanni, peraltro mai esacerbata né dall’uno né dall’altro.
Gesù che conosce il cuore di Pietro come le sue tasche coglie l’occasione per ricordargli il primato della sequela. “Non badare a quello che fanno gli altri, non farti condizionare, tu pensa a seguire me”. Sante parole! Quanto spesso invece ci succede che vorremmo sempre trovare un ambiente accogliente in cui vivere la fede, ci piacerebbe essere assecondati, spalleggiati, se non addirittura applauditi per quello in cui crediamo.
E quanto questo può succedere in una coppia che vuole vivere la fede! Ci sono tante aspettative sugli altri, il che è senza dubbio giusto essendo la coppia una sola carne ed avendo una vocazione ben precisa. Ma qui Gesù ci ricorda, e lo fa pure a voi sposi cristiani, che, così come ognuno di noi ha la propria storia, così anche ognuno di noi ha il suo modo di seguire Gesù. Nessuno è la copia esatta di un’altra persona. Ognuno di noi deve essere anzitutto testimone in prima persona nel seguire Gesù e poi viene la condivisione di quanto si è e si crede. Ci sono coppie in cui uno solo dei due fa un cammino e questo fa soffrire tanto ma quanto dice il Signore è assai consolante, perché Lui ci chiede una risposta personale e non vuol far dipendere il nostro cammino da come viene recepito dagli altri, fosse anche il coniuge.
Cari sposi, accogliamo questo invito ma anche questa sfida non facile a fissare lo sguardo su Gesù, sullo Sposo e confidiamo che questo porterà sempre frutto per la perseveranza nella fede del vostro coniuge.
padre Luca Frontali
” Ma qui Gesù ci ricorda, e lo fa pure a voi sposi cristiani, che, così come ognuno di noi ha la propria storia, così anche ognuno di noi ha il suo modo di seguire Gesù. Nessuno è la copia esatta di un’altra persona. Ognuno di noi deve essere anzitutto testimone in prima persona nel seguire Gesù e poi viene la condivisione di quanto si è e si crede”
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