Parenti contenti.

Vogliamo continuare a lasciarci interrogare dal Vangelo di Domenica scorsa, già così brillantemente commentato da padre Luca e da Antonio e Luisa, ma che ha ancora un aspetto su cui poter riflettere.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,14-20) Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

E’ curioso che i primi discepoli che Gesù chiama a sé, i quali poi diventeranno parte del nucleo dei dodici Apostoli, siano due coppie di fratelli, intesi come fratelli di sangue, figli dello stesso padre.

Sarà un caso? No di certo. Se nulla avviene per caso nella vita ordinaria, tantomeno dentro la Parola di Dio troviamo frasi scritte per caso. Cosa avrà voluto dirci il Signore compiendo questa scelta?

Sappiamo come la famiglia sia la cellula della società, il primo luogo dove si impara a convivere con gli altri, si imparano i propri limiti e si scoprono le proprie doti, si impara insomma l’arte del vivere e soprattutto dell’amare. I legami di sangue sono molto forti, in taluni casi questa forza si rivela negativa perché fa come da calamita col passato non permettendo di vivere il presente con serenità e libertà né di proiettarsi nel futuro.

Questi legami sono talmente forti ed importanti per lo sviluppo psichico e morale della persona che sono i primi ad essere attaccati dal maligno (il quale odia la famiglia), nei casi più gravi ci sono maledizioni che passano da una generazione all’altra… ma è un altro argomento, che però ci conferma come i legami famigliari siano vitali per l’uomo… tant’è vero che Dio stesso ha voluto incarnarsi dentro una famiglia.

Talvolta il Signore converte il cuore di un familiare per convertire tutti gli altri, come fosse una sorta di apripista, ci sono numerose testimonianze al riguardo sia recenti ma anche dei primissimi cristiani, uno di questi episodi è addirittura raccontato nel vangelo di Giovanni, un altro è quello della madre santa Felicita ed i suoi sette figli, uno più recente è quello di santa Monica, madre di sant’Agostino.

Quando il Signore chiama fratelli e/o sorelle a seguirlo per la via della consacrazione sacerdotale e/o verginale, questi legami così forti già di natura, aumentano il proprio influsso positivo e si perfezionano per diventare fonti di grandi Grazie per la Chiesa intera, citiamo alcune figure di santi parenti o fratelli/sorelle oltre agli Apostoli del brano in questione: i due gemelli San Benedetto e Santa Scolastica; le 5 sorelle Martin (tra cui una santa, Teresina di Lisieaux ed una serva di Dio, Léonie); i due fratellini di Fatima Santa Giacinta e San Francisco Marto; i due fratelli San Cirillo e San Metodio; Santa Marcellina che era la sorella maggiore dei due gemelli San Satiro e Sant’Ambrogio; i due gemelli San Cosma e San Damiano con i tre fratelli minori San Antimo, San Leonzio e San Euprepio… la lista potrebbe continuare.

Tutto ciò conferma che i legami familiari e/o parentali hanno un’importanza vitale, ecco perché gli sposi cristiani devono far di tutto affinché i propri figli conoscano ed imparino ad amare Gesù fin dalla più tenera età.

E se i convertiti siamo proprio noi sposi? Di sicuro il Signore ha in progetto di parlare ai cuori dei nostri parenti e/o familiari attraverso noi, quando serve con le parole, quando esse si rivelano non necessarie sia la nostra vita a parlare, le nostre scelte, le nostre abitudini sante, i nostri gesti, i nostri comportamenti.

Coraggio sposi, non temiamo di fare gli apripista, meglio avere i parenti contenti che i parenti serpenti!

Giorgio e Valentina.

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