La prima lettura di Domenica scorsa ( Isaia 42, 1-7 ) ci è piaciuta particolarmente perché fa un ritratto di Gesù molto particolare. Nel libro del profeta Isaia ce ne sono diversi ma perché la Chiesa ci propone questo proprio nella festa del Battesimo del Signore? Come ha fatto Gesù a diventare un uomo adulto in soli 15 giorni ? Che crescita miracolosa ! Però anche la Chiesa è un po’ bizzarra: il giorno prima siamo tutti teneroni col Bambinello, il giorno dopo ci viene proposto il primo martire ucciso a sassate, dopo 15 giorni quel Bambinello è ormai adulto e riceve un Battesimo di cui non ha bisogno….in quanto a fantasia la Chiesa non scherza….d’altronde con un Capo come Gesù non poteva essere altrimenti.
Ma torniamo al nostro Isaia: << Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. >>.
Si può notare come tutte le azioni descritte siano pacate e calme. Infatti: non griderà, non urlerà in piazza, ma parlerà con ferma dolcezza nella piazza che è il nostro cuore perché la sua voce non si imponga ma diventi un tenero sussurro alla nostra coscienza. Non spezzerà una canna incrinata ma la curerà perché una volta sanata faccia nuovi germogli, e questa canna rappresenta le nostre ferite.
E ancora…..non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta ma lo farà tornare a produrre una fiamma vivida, e questo stoppino è la speranza dentro noi. Quella fiamma poi sarà vivida ma non produrrà una luce accecante ma una luce che indica una Presenza. Inoltre proclamerà il diritto con verità, già….perché la Verità è Gesù stesso e solo Lui sa quale sia il vero diritto da proclamare all’umanità.
Infine non verrà meno e non si abbatterà, cioè è uno che non si scoraggia e non viene meno perché è fondato sull’amore del Padre, ha una fiducia smisurata nel Padre finché la sua volontà non sia compiuta; ed ecco che tutte le isole quindi attendono il suo insegnamento, e queste sono le isole delle nostra vite, le isole del nostro desiderio di Dio.
Cari sposi, la nostra vocazione ci spinge ad imitare il nostro Maestro Gesù nei confronti del nostro coniuge. Avanti allora con quella calma, quella pacatezza, quel ravvivare la fiamma nel cuore della nostra amata, quel sanare le ferite dell’amato/a col balsamo della tenerezza. Lasciamoci plasmare dalla Grazia. E il nostro matrimonio diventerà ogni giorno di più un’anticipo del Paradiso su questa terra.
Buon cammino.
Giorgio e Valentina.
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