Ho un confratello, molto simpatico, che è davvero esperto nelle gaffe. Ne ha un bel repertorio, è fatto così, gli vengono proprio spontanee. Una delle più esilaranti è stata quella di dare della nonna alla mamma di una ragazza appena laureata. Vedendo questa signora un po’ attempata e accanto a lei la giovane raggiante e incoronata di alloro, ha esclamato: “auguri Cecilia, che bello che sei qui con tua nonna in questo giorno di festa!”. Ma ahimè, era proprio la mamma… eh, sai com’è, le rughe ingannano, cosa ci possiamo fare? Prima o poi vengono a tutti, anche a Sophia Loren…
Ma esiste un tipo di botulino che ha una tenuta estremamente lunga, un botulino indenne perfino ai casi più disperati tipo Ozymandias e Matusalemme. È lo Spirito Santo, l’Unico capace di fare “nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).
Ad ogni tempo pasquale mi chiedo sempre quale sia il frutto della Risurrezione per me, cosa cercare nella preghiera in questo periodo. Pace? Gioia? Speranza? Senza dubbio tutto è giusto, se ad ogni Pasqua io ottenessi definitivamente una di queste virtù sarei la persona più felice della terra. Eppure, da qualche tempo a questa parte lo Spirito Santo mi ripete spesso questa frase: “vivere da Risorti”.
Come si fa? Come posso mantenere questo atteggiamento?
Anzitutto significa vivere con il Risorto, stare con Lui. I 40 giorni tra la Risurrezione e l’Ascensione hanno di bello questo, che in essi Gesù viveva con gli Apostoli, pranzava, cenava, camminava con loro, si è fatto un sacco di conversazioni con loro, ha spiegato in lungo e in largo il Vangelo… Quando lo contemplo davvero mi emoziono e provo molta gioia spirituale.
Ma voi cari sposi, non siete poi così distanti. Per la grazia del Sacramento, voi incorporate una Presenza viva di Gesù Risorto, che dormiate, facciate running, guidiate la macchina… Lui è sempre con voi. Ma non è una proiezione mistica, è realmente, sacramentalmente così. Ve lo dico con le parole di un santo teologo, S. Roberto Bellarmino (1542-1621): “Il sacramento del matrimonio si può considerare in due modi: il primo mentre si celebra, il secondo mentre perdura dopo che è stato celebrato. Dato che è un sacramento simile all’Eucarestia, la quale è sacramento non solo mentre si fa ma anche mentre perdura. Perché, fin quando i coniugi vivono, la loro comunione è sempre il sacramento di Cristo e della Chiesa” (R. Bellarmino, De Controversiis, cap. III).
Vi rendete conto? Siete simili all’Eucarestia!!! Voi, marito e moglie, “contenete” Gesù perennemente, di modo che il vostro amore può davvero essere sempre nuovo. Chi meglio di Lui può insegnarvi ad amare e ad aver la forza di ripetere le promesse matrimoniali ogni giorno?
E poi vivere da risorti è vivere con lo Spirito Santo. Il salmo 103 dice che lo Spirito “rinnova la faccia della terra”. Tutti noi siamo soggetti agli inesorabili processi biologici di alterazione e decadimento delle nostre funzioni vitali e sperimentiamo, prima o poi, un “rallentamento delle funzioni biologiche e da una diminuzione della resistenza dell’organismo” (Treccani, voce invecchiamento).
Ma nella vita spirituale non è così, anzi, crescendo nella vita di grazia e di virtù una persona può diventare più spirituale, crescere nel tempo, e ciò va esattamente contro il senso naturale delle cose. Non ti pare meraviglioso? Non è stupendo?
Da che mondo è mondo il passare del tempo porta tristezza, senso della finitezza delle cose, nostalgia del passato, caducità della vita. Non nego nulla di ciò e su questo ha scritto molto bene Leopardi: “Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo’; ma la tua festa ch’anco tardi a venir non ti sia grave” (Leopardi, Canti, Il sabato del villaggio 50).
Ma nella vita dello Spirito non si può ragionare così perché si sta andando verso la propria Pienezza, non verso la fine.
Gli sposi posseggono un dono speciale di Spirito Santo che ha consacrato il loro amore e anche Egli può dare brio, vitalità, novità, freschezza in ogni fase della vita, anche nell’anzianità quando le forze umane vengono meno. Lo Spirito rende quell’amore coniugale consacrato più vero, più autentico, più vissuto.
Ho un ricordo stupendo della GMG del 2000 a Roma, era il giorno iniziale, il 15 agosto ed io ero in Piazza San Pietro ma San Giovanni Paolo II era in Piazza San Giovanni e stava dando il benvenuto ai giovani italiani prima di venire in Vaticano. Nei megaschermi vedevamo tutto, il Papa aveva già sul volto i chiari segni del Parkinson che lo stava rendendo sempre meno espressivo, lui che possedeva la scioltezza e vivacità dell’attore in gesti e parole. A un certo punto gli si illuminarono gli occhi e iniziò a sorridere in modo particolare. Come mai? Stava fissando un cartellone che diceva: “Il Papa, un giovane come noi”. Al ché lui rispose: “ma come può essere giovane il Papa se ha 80 anni?”. Beh, in effetti lo era eccome, ben più di tutti noi messi insieme in quel momento probabilmente, la sua santità di vita è riuscita a trasfigurare ogni sua ruga e tremolio senile, perché questa è la potenza dello Spirito quando prende piede in una persona.
Cari sposi, ricordatevi queste belle parole di Papa Francesco: “tale amore forte, versato dallo Spirito Santo, è il riflesso dell’Alleanza indistruttibile tra Cristo e l’umanità, culminata nella dedizione sino alla fine, sulla croce: Lo Spirito, che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amato” (Amoris Laetitia 120).
Di questo Spirito e della presenza del Risorto voi ne siete portatori. Vi auguro perciò di vivere da Risorti anche voi!
Padre Luca Frontali L.C.
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