In queste settimane la Chiesa ci propone la lettura del Vangelo di Luca :
Lc 4,38-44 […] Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Sono brani che ci presentano un Gesù che parla alle folle, compie miracoli, va nella sinagoga e poi prega tutto solo in luoghi deserti. In questo brano si racconta di quel giorno in cui Gesù ha guarito la suocera di Pietro ( leggi il nostro articolo a proposito ), dopodiché guarisce tanti malati nei pressi di quella casa ed infine eccoci all’alba del giorno dopo descritta in questo brano. Pare che Gesù prediliga questi momenti per pregare, e cioè i primi e gli ultimi momenti del giorno, ed inoltre si nota come cerchi sempre luoghi deserti, lontano dal rumore, dalla folla, dal caos, dalle distrazioni di questo mondo : secondo noi non è un caso, se ci dichiariamo Suoi discepoli dobbiamo imitarLo come meglio possiamo anche nella preghiera.
Certamente quando si hanno figli piccoli e infanti che trotterellano allegramente per casa si fa complicato già ritagliarsi del tempo solo per fare una doccia in tranquillità figuriamoci una notte in preghiera se ci sono poi di mezzo le poppate notturne al più piccolo della famiglia… eppure anche in mezzo a questi momenti, che sono intensi sì, ma di passaggio, ci si può imporre un tempo per la preghiera orante. E’ un tema molto delicato, perché molte coppie svicolano dalla preghiera orante con la scusa che anche questi gesti d’amore famigliari se vissuti nella fede e nel vero amore oblativo possono diventare preghiera costante, ed è verissimo ; dobbiamo però vigilare affinché questi gesti non soffochino il nostro afflato di dialogo orante col Padre e non ne prendano il posto.
Se vogliamo il nostro coniuge bello/a fuori e dentro possiamo cominciare col ricordarglielo dolcemente oppure invitarlo a recitare qualche preghiera insieme.
La preghiera orante è certamente un cammino e non si improvvisa ma ciò non deve farci desistere dal perseguirla. Come tutti gli sport essa ha bisogno di allenamento e non ci si improvvisa campioni in una disciplina col solo desiderio, ma col duro e perseverante lavoro costante e quotidiano, le recenti Olimpiadi ci sono maestre in questo : si parte con un piccolo allenamento, che giorno dopo giorno viene aumentato nella durata e nella intensità con piccoli passi ma costanti fino ad arrivare ad un livello in cui ciò che si fa con tranquillità e quasi con nonchalance sembra inarrivabile per chi ha appena cominciato.
Cari sposi, sforzatevi di ritagliarvi momenti di intimità col Signore, da soli ( o in coppia se possibile ), anche nella vostra stanza della casa preferita, dove vi sentite più a vostro agio, fatevi aiutare da immagini sacre, quadri, statuine casalinghe… insomma fate in modo che quei momenti di intimità col Signore siano profondi anche se all’inizio si tratterà solo di pochi minuti ; per qualcuno può essere d’aiuto andare nella vicina chiesa parrocchiale ( o almeno passarci davanti se è chiusa ), per altri fare una passeggiata al vicino santuario, alla Pieve del paese, alla Santella posta in fondo alla strada, oppure fermarsi in quel punto panoramico e godere così della presenza del Signore nella Creazione per poi entrare in intimità con Lui.
Anche Gesù era assillato dalla folla che lo richiedeva di qui e di là dalla mattina alla sera, era un VIP dell’epoca, eppure abbiamo letto che sul far del giorno si ritira da solo in un luogo deserto… ci piace immaginare Gesù che esce dalla casa di Pietro alle prime luci dell’alba in punta di piedi, leggero leggero, e senza farsi sentire/notare passa in mezzo alla folla ancora dormiente creandosi un varco e finalmente raggiunge un luogo deserto per starsene da solo col Padre Suo in preghiera.
Questi momenti di intimità col Padre sono per Lui sorgente di forza, di coraggio, sono come la benzina per un motore, come il cibo dona energia e vita al corpo, così la preghiera orante dona energia e vita all’anima : impariamo da Gesù.
Ci sentiamo di offrirvi un piccolo consiglio che viene dalla nostra esperienza, ma noi l’abbiamo imparato a nostra volta dai Maestri di Spirito, dai Padri della Chiesa, dai Santi : non bisogna soffocare i momenti in cui sentiamo il desiderio di recitare anche una piccola preghiera, una lode al Signore, un ringraziamento, una supplica, perché quel desiderio ci è stato messo nel nostro cuore dallo Spirito Santo stesso ( forse attraverso un Angelo o un Santo ) ; se noi cominciamo a dare retta a questi piccoli aiuti del Cielo, pian piano il nostro cuore sarà sempre più attento a questi “suggerimenti”, e resterà sempre più in contatto con lo Spirito Santo fino a che pregare diventerà non solo un cibo che dona vita ed energia all’anima, ma diventerà un cibo con un sapore che nessun cibo su questa terra potrà mai raggiungere, perché la sua dolcezza è più dolce del miele e di un favo stillante.
Coraggio sposi, il primo passo è ascoltare la vocina dentro che ci suggerisce una preghiera.
A pregare s’impara pregando !
Giorgio e Valentina
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