All Saints’ (Spouses) Day

Sul finire di ottobre, quando il freddo inizia pungente e gli alberi fiammeggiano di colori, “arieccolo”! Parlo di Halloween con tutto il seguito di polemiche che scatena pro vs contro. È un dato di fatto che, da un bel po’ a questa parte, abbiamo trasformato una Solennità importantissima in un macabro carnevale, dal sapore “leggermente” pagano se non satanico. Tutte cose che, con un po’ di formazione e lettura, si possono conoscere con il sufficiente grado di certezza e perciò prenderne le distanze. Ancor meglio, se voi genitori sapete trovare modi alternativi e intelligenti per festeggiare.

Vorrei piuttosto, cari sposi, soffermarmi con voi su un aspetto di questa festa che forse passa un po’ in sordina. Sappiamo che è la festa di tutti i santi, anche quelli che non appariranno mai su un calendario ma che hanno un’aureola più che meritata e di sicuro sono la maggioranza Lassù. È la festa che ci ricorda la nostra vera vocazione e la nostra casa definitiva, su cui il Padre ha già scritto il nostro nome.

Mi piacerebbe quindi attirare la vostra attenzione all’immenso numero di santi sposi che la Chiesa annovera nella sua bimillenaria storia. Se da una parte questa lista è impinguita da tanti martiri dei primi secoli, è pur vero, e vi invito a comprovarlo voi stessi, che negli ultimi decenni sono stati riconosciuti servi di Dio, beati e santi un altrettanta folta schiera di sposi, gente che arriva fino ai giorni nostri.

Che meraviglia! Se pensate che fino a non troppo fa la santità era considerata un privilegio di chi entrava in un convento o di chi era in qualche modo separato dal mondo, come i sacerdoti o le consacrate.

Dobbiamo essere assai grati allo Spirito Santo che ha illuminato le menti di tanti pastori nella Chiesa e ha reso patente come la santità matrimoniale sia una via reale, straordinaria, magnifica come anche drammatica per vivere quell’amore a cui ci invita Gesù: “amatevi come io vi ho amato” (Gv 15, 12).

Se il matrimonio vi dona la grazia, la possibilità di amarvi come Gesù ha amato la Chiesa – lo dice solennemente la Lumen Gentium “i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio […] significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa” (LG 11) – questo significa che una via privilegiata per restare nell’amore di Cristo, per essere fedeli a quello che ci chiede, è proprio il matrimonio!

Lo dice anche Papa Francesco nella Gaudete et Exsultate: “Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa” (14).

Una volta ancora: cari sposi questo non è moralismo! Quello che vi dico non è un semplice “devi essere santo” ma piuttosto è ricordarvi che “potete amarvi come Gesù ha amato la Chiesa”, il dono è già dentro di voi. Si tratta di svuotarsi del nostro ego e lasciare sempre più agire lo Spirito.

Finisco lasciandovi la famosa lista di sposi santi o beati o servi di Dio. Potete sbizzarrirvi nel leggere le vite di ciascuno di loro, ce n’è per tutti i gusti, età e culture. E voi due? Quando inizierete a credere di poter amarvi come Gesù ha amato la Chiesa?

Padre Luca Frontali

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