Avere sete è salutare ?

In questo giorno in cui celebriamo la liturgia dei fedeli defunti, è difficile stare alla larga dai grandi temi dei 4 Novissimi, ed infatti la Chiesa non ci vuole alla larga, riproponendoci spesso queste verità di fede. Sicuramente le mamme che stanno leggendo hanno ben presente quella sensazione che si prova quando ripetono ai figli le medesime frasi di correzione ogni santo giorno, soprattutto nel momento in cui si scopre che le hanno puntualmente disattese… ecco, la Chiesa che ci è madre, si comporta allo stesso modo e periodicamente ci ricorda le grandi verità di fede perché sa che le mettiamo nel dimenticatoio, rincitrulliti da questo mondo che ci vuol far credere che la vita è tutto qui e adesso.

Faremo una brevissima introduzione sui Novissimi per poi lasciarci stuzzicare da una frase di un salmo. I 4 Novissimi sono : Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso. Qualcuno si starà chiedendo che senso abbia chiamarli Novissimi poiché sono tematiche risapute da ogni essere umano, anche tra i non cristiani infatti c’è un’idea di una vita nell’aldilà che sarà più o meno bella a seconda del giudizio sulla vita condotta su questa terra, ma proviamo a capire un poco di più.

Quando passeggiamo tra i negozi, ci capita di vedere i cartelli degli allestimenti delle vetrine con le ultime novità della stagione/anno che sta per iniziare, e questi oggetti/vestiti sono talmente nuovi che potremmo chiamarli novissimi, in quanto dopo di essi non c’è nulla di nuovo… similmente i Novissimi della fede cristiana sono appunto le ultimissime cose oltre le quali non c’è un futuro, come se fossero allestite nella vetrina del negozio divino con l’insegna “Dopo questa vita”… ecco perché la Chiesa ci insegna a chiamarli Novissimi, vuole educarci già dal loro nome a vivere bene questa vita terrena, poiché da essa dipende la nostra vita o morte eterna nell’aldilà. E bisogna impararli nell’ordine sopracitato, in quanto prima c’è la Morte, dopodiché non c’è più nessuna possibilità di cambiare come invece vogliono farci credere diversi film, dopo di essa c’è il Giudizio di Dio (particolare dell’anima nostra e non quello universale) irrevocabile e senza appello, dall’esito di questo giusto Giudizio o siamo destinati all’Inferno (eterno e da cui non si esce) oppure al Paradiso, i più santi ci vanno direttamente, gli altri passano dal Purgatorio.

Dopo questa brevissima sintesi sui temi dei Novissimi, ci addentriamo nella Parola di Dio che la Chiesa ci propone oggi in una tra le 3 versioni della Messa per i fedeli defunti, tra cui il sacerdote ha libertà di scelta, noi abbiamo scelto di approfondire il Salmo della terza Messa :

(dal Salmo 42) Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Queste frasi sono divenute celebri grazie al popolare canto che ha messo in musica questo Salmo, ma quando lo cantiamo o lo recitiamo, stiamo dicendo ciò che viviamo, ciò che il nostro cuore davvero desidera, o stiamo semplicemente ripetendo come delle macchine ? La sete è una tra le esperienze più intense che si possa provare su questa terra, è un’esperienza che in qualche modo ci collega a tutto il mondo creato, senza acqua infatti non c’è vita né nel mondo animale né nel mondo vegetale, addirittura quando vediamo la terra deserta e riarsa commentiamo dicendo che essa ha sete. Quindi il Salmo 42 ci sta parlando con una immagine che comprendiamo benissimo, non fatichiamo a capire che se la nostra anima ha sete di Dio significa che ha sete di ciò che le dà vita, così come l’acqua è foriera di vita per il nostro corpo mortale.

Che benefici produce nel nostro corpo l’acqua ? Essa ci disseta, ci nutre, ci alimenta, ci sostenta, ci ristora, ci dona refrigerio, permette le funzioni vitali ai nostri singoli organi interni, ci permette di lavare, di purificarci, di cucinare… in ultima analisi permette la vita su questa terra. Per capire gli effetti benefici che la nostra anima trae dall’acqua di vita eterna che è Dio stesso, è sufficiente prendere quei benefici che l’acqua procura al nostro corpo, e trasferirli alla nostra anima : da Dio essa si disseta, si alimenta, si sostenta, si ristora, riceve refrigerio, ecc…

Cari sposi, il nostro matrimonio è un sacramento che la Chiesa ci ha donato per aiutare il nostro coniuge a vivere questo anelito che il Salmo 42 ci indica ; vivendo appieno e santamente il nostro matrimonio dovremmo aiutare il nostro amato/a ad aumentare la sete di Dio , dovremmo arrivare alla fine della nostra esistenza col desiderio di Dio aumentato in maniera esponenziale grazie all’aiuto del nostro sposo/a… la sete di Dio dovrebbe essere talmente intensa da far esclamare agli sposi all’unisono : << Quando verremo e vedremo il volto di Dio ? >>.

Tutte le volte in cui noi appaghiamo la sete di amore del nostro coniuge, non stiamo solo nutrendo e dissetando la sua umanità ; i gesti d’amore che compiamo con lo Spirito Santo nel cuore sono come una piccola goccia di quella acqua viva che solo Dio può dare, sicché, il nostro coniuge, nutrito e dissetato dalle gocce che Dio ha donato attraverso noi, possa giungere alla fine di questa vita terrena con la sete intensa di Dio… se le gocce d’acqua viva passate dal nostro matrimonio sono così belle e dissetanti, quanto sarà bello dissetarsi alla fonte di queste gocce ?

Coraggio sposi, questo giorno può diventare per noi l’occasione per riconfermare la nostra vocazione all’amore, la vocazione ad aiutare l’altro/a a diventare santo/a… goccia dopo goccia !

Giorgio e Valentina.

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