Essere sposi significa condivdere gioie e dolori

Nel matrimonio cristiano, quando è vissuto nell’autenticità del dono e nella verità del sacramento, accade qualcosa di meraviglioso. E’ un qualcosa che si ottiene a caro prezzo, con un costante impegno, con l’abbandono a Dio, con la consapevolezza che ci saranno cadute e momenti di scoraggiamento, ma anche, con la certezza di poter contare sulla misericordia e sul perdono di Dio e della persona amata.

Accade che piano piano, giorno dopo giorno, riesci a vedere il tuo coniuge e la tua relazione con gli occhi di Dio. La Chiesa e il Papa non insistono forse col dire che la relazione sponsale è immagine di quella trinitaria? Ecco questa ne è la prova e una manifestazione concreta di una verità trascendente. Cosa significa guardare il coniuge con un nuovo sguardo, con lo sguardo di Dio? Nella mia esperienza significa essenzialmente due cose.

Significa com-patire e con-gioire. Condividere gioie e pene. Significa sentire le gioie, i successi, le gratificazioni, i momenti importanti che la persona amata vive e percepisce in lei, come qualcosa che ci appartiene e che sentiamo un po’ anche nostro, perchè il nostro sposo o la nostra sposa abitano il nostro cuore. Significa anche piangere e condividere la sofferenza per le cadute, gli errori, gli insuccessi, i fallimenti e la sofferenza del nostro coniuge. A volte dobbiamo farci cireneo. Dobbiamo reggere con lui/lei la croce. Consorte, nel bene e nel male, in salute e malattia, in ricchezza e povertà, finchè morte non ci separi, citava una vecchia formula del rito matrimoniale.

Nell’amicizia le gioie si moltiplicano e i dolori si dividono e come dice il Papa, l’amore sponsale è una forma di amicizia particolare e più profonda e completa delle altre. Guardare con gli occhi di Dio significa anche giudicare il nostro coniuge con l’atteggiamento e la modalità di Dio. Siamo naturalmente portati a giudicare tutto e tutti, ma non al modo di Dio. Giudichiamo con superbia, super, di chi si mette sopra. Spesso facciamo di noi il centro e ci sentiamo in diritto di condannare chi si comporta come noi non faremmo (o crediamo che non faremmo) o fa qualcosa di diverso da quello che noi riteniamo giusto. Dio non fa così, Dio sta in alto, ma proprio perchè sa di essere molto più di noi, scende e si mette al di sotto di noi. Dio vede ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male, e vuole condurci verso il bene, perchè il nostro male e la nostra infelicità lo rattristano e lo toccano profondamente. Per amore si abbassa e con noi, aspettando i nostri tempi e la nostra volontà, si rialza riportandoci in alto con Lui.

Il giudizio diventa così via di salvezza e non di condanna. Anche nel matrimonio accade, o dovrebbe accadere la stessa cosa. Si impara a non mettersi in alto a sparare sentenze e condanne, che non aiutano, ma affossano ancora di più l’amato. Se ci accorgiamo di qualche errore e fragilità del nostro sposo o della nostra sposa dobbiamo avere la forza e la pazienza di abbassarci, e con tanta tenace tenerezza aiutarlo/a a rialzarsi. Servirà magari ingoiare bocconi amari, subire umiliazioni e dover accettare ingiustizie, ma questa è l’unica via che può aiutare una persona a risorgere, è la via della croce. Dio ci ha messo accanto ad una persona non per trovare in lui/lei la nostra felicità, ma per trovare nell’amore verso l’altra persona una via privilegiata per arrivare a Lui che è sorgente e meta della nostra vita e che è il solo che può dare senso e pienezza a tutto.

A volte non è semplice tutto questo. A volte costa fatica e non si vede subito un risultato positivo. Non dobbiamo però abbatterci. Noi abbiamo una grande possibilità. Possiamo con la nostra presenza aiutare la persona amata: possiamo accogliere le sue pene per alleggerirla, possiamo ascoltarla e consigliarla per dipanare dubbi, possiamo abbracciarla per donare calore quando sente il freddo della vita, possiamo inginocchiarci sulle sue cadute per rialzarci insieme, possiamo dirle quanto sia bella quando perde sicurezza in se stessa. Noi sposi siamo mezzo privilegiato di Dio. Dio attraverso di noi ama, abbraccia, sostiene, perdona l’altro. Attraverso tutto questo possiamo arrivare insieme all’abbraccio eterno con Gesù

Antonio e Luisa

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2 Pensieri su &Idquo;Essere sposi significa condivdere gioie e dolori

  1. Meraviglioso! Questo articolo fa entrare nel vivo della grande bellezza che deriva dall’Amare lo sposo, che corrisponde al cuore ed al suo desiderio di infinito
    Siamo sposi da trentuno anni sapete…ma niente è scontato e il lavoro su di sé è sempre nuovo e necessario..si pensa che ad una certa età le coppie siano consolidate..niente di più falso..nonostante l’amore e a fede, la tentazione della dimenticanza e del vivere con scontatezza il rapporto è sempre alle porte
    Questo blog ci sta aiutando in un momento difficile della nostra vita
    Grazie Antonio e Luisa! il Signore vi ricolmi di doni per il Bene che ci offrite con il vostro esempio

    "Mi piace"

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