L’amore sponsale e la Trinità. Una comunione d’amore meravigliosa

La liturgia di questo lunedì 27 dicembre ci propone come Prima Lettura un brano tratto dalla Prima Lettera di san Giovanni Apostolo. Uno che dell’amore per Gesù poteva testimoniare e dire tanto.

Carissimi, ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

Queste parole sono meravigliose sempre, ancor di più se lette da sposi, magari insieme in questi giorni dopo Natale. Sono commoventi e ci permettono di contemplare il nostro matrimonio con un orizzonte più ampio. Un orizzonte che arriva fino all’eternità di Dio e alla Trinità stessa. Cerchiamo di mettere a fuoco i due punti chiave di questa riflessione dell’evangelista: la vita si è fatta visibile e la vostra comunione è col Padre e col Figlio Suo Gesù Cristo.

La vita si è fatta visibile. Gesù è Dio che si fa carne. Gli uomini, Giovanni in modo particolare, hanno potuto vederlo, ascoltarlo, toccarlo, abbracciarlo. Lo hanno sentito piangere, pregare, ridere, gioire. Hanno fatto esperienza del Suo amore e della Sua vicinanza in modo concreto e visibile. Pietro ha sperimentato la bellezza del Suo perdono. Lo sguardo di Gesù non lasciava mai indifferenti, cambiava le vite. L’adultera, la Maddalena, Zaccheo, Matteo e tantissimi altri, hanno sperimentato il calore di Gesù che li ha guardati e li ha amati. Li ha amati nella loro miseria, nel loro peccato. Li ha amati e ha visto la bellezza di quegli uomini e di quelle donne. Bellezza offuscata forse dal peccato che avevano commesso ma che Gesù vedeva comunque, perchè Lui era capace di guardare al cuore e vedeva le potenzialità di quelle persone. Vedeva la loro dignità e la loro preziosità e, attraverso il Suo sguardo, permetteva loro di vedersi allo stesso modo. Anche noi, cari sposi, possiamo fare altrettanto. Guardiamoci così. Quando l’altro sbaglia aiutiamolo a comprendere che è molto di più dello sbaglio che ha commesso e che noi siamo lì, accanto a lui/lei, per sostenerlo con il nostro amore e con il nostro perdono. Siamo lì per guardarlo come Gesù e non per giudicarlo come fa il mondo. Quante resurrezioni nate da sguardi di questo tipo. Anche la mia vita è cambiata perchè Luisa ha saputo guardarmi così e gliene sarò grato in eterno anche se a volte la considero un po’ matta, ma è bellissima così.

La vostra comunione è col Padre e col Figlio Suo Gesù Cristo. Mi viene in mente un passaggio molto interessante del libro di padre Luca Frontali La consacrazione nuziale.

La nostra unione non è solo con e in Gesù Cristo, ma con la Trinità stessa. La vita eterna è l’entrata nella comunione trinitaria, di cui gli sposi sono immagine e prefigurazione in questa vita in quanto una sola carne.

Padre Luca qualche riga prima scrive un’altra cosa fondamentale: il matrimonio non dura nell’eternità di Dio ma la relazione si. Il vincolo finisce ma l’amore resta. Cosa significa questo? Non rimarrà nulla del matrimonio terreno? Resterà tantissimo. Il vincolo non esisterà più, ma il nostro amore sarà finalmente pieno e perfetto perchè dentro la comunione con l’Amore trinitario. L’amore è l’unico bagaglio che portiamo con noi nella vita eterna. Davvero possiamo pensare che i coniugi Quattrocchi, i coniugi Martin, Pietro e Gianna Beretta Molla, e tante altre coppie che hanno incarnato un amore matrimoniale stupendo, poi non ne portino i segni anche nella vita eterna? Sono sicuro, per quanto mi riguarda, che Luisa avrà un posto speciale nel mio cuore anche in Paradiso. Tutto quello che ho costruito con lei in questa vita non si cancella, non si resetta. Tutti i gesti di tenerezza, di cura, di intimità, di perdono, di ascolto, di presenza, di condivisione di gioie e dolori, tutte queste esperienze restano impresse in modo indelebile nel mio cuore. Il giorno della mia morte lascerò tutto qui in questa vita. Nella mia valigia porterò solo il mio cuore, l’amore dato e ricevuto e lei ne è parte integrante. Sono sicuro che il giorno del nostro matrimonio, il 29 giugno 2002, è iniziato un amore che durerà per sempre. Nella vita eterna sarà sicuramente diverso e trasfigurato, ma ancora più bello e meraviglioso perchè vissuto nella luce e nella comunione con Dio. Un amore non più esclusivo ma condiviso con tutti i fratelli e le sorelle.

Antonio e Luisa

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