Continuiamo la riflessione sull’inizio della grande preghiera eucaristica:
Il sacerdote può cantare tutta, o in parte, la Preghiera Eucaristica. Il sacerdote inizia la Preghiera Eucaristica con il Prefazio. Allargando le braccia, dice: Il Signore sia con voi. Il popolo risponde: E con il tuo spirito. Alzando le mani, il sacerdote prosegue: In alto i nostri cuori. Il popolo: Sono rivolti al Signore. Con le braccia allargate, il sacerdote soggiunge: Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. Il popolo: È cosa buona e giusta. Il sacerdote continua il prefazio con le braccia allargate: È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. […]
Ripartiamo proprio da questa ultima frase (“E’ veramente cosa buona…”) che in apparenza sembra una di quelle frasi fatte, che si dicono tanto per compiacere qualcuno (in questo caso sarebbe Dio), quelle di cui nessuno ha memoria perché sono come foglie al vento, ed invece scopriremo che contiene della grandi verità della nostra fede divina e cattolica. Affronteremo 4 passaggi, ed ognuno di essi avrà qualcosa da rivelarci.
- Buona. Sembrerebbe scontato il fatto che rendere grazie a Dio sia considerato cosa buona, ma se ci riflettiamo un pochino, scopriamo che non è affatto scontato; ci sono infatti molte persone convinte di essere la fonte e l’origine di se stessi, della propria vita, ma molto spesso perdono per strada l’orizzonte della propria esistenza. Abbiamo incontrato molte persone che pensano di essere grate solo a se stesse per il fatto di essere in buona salute ed avere un lavoro, oppure perché sono arrivate ad alcuni traguardi importanti nella vita, altre perché si sentono i fautori della propria tarda età come se avessero deciso da soli di svegliarsi ogni mattina. In realtà ci viene insegnato fin da piccoli a ringraziare quando si riceve un favore od un regalo da un’altra persona, ma stranamente ci si dimentica di ringraziare il più importante di tutti, Colui che ha la storia in mano ; “non cade foglia che Dio non voglia” recita il proverbio, a maggior ragione si occuperà di noi che valiamo molto più di una foglia, perciò è davvero cosa buona ringraziarLo.
- Giusta. Nella Bibbia troviamo alcune persone definite giuste, tra le quali spicca il glorioso San Giuseppe, lo sposo della Madonna. Ma la virtù della giustizia non è solo da considerare per le realtà terrene, belle ma passeggere, ma anche e soprattutto per le realtà celesti. La giustizia non è dare a tutti lo stesso ma ad ognuno il proprio che merita; e chi è che merita di più di tutti? Dio, naturalmente. Quindi la virtù della giustizia è rettamente intesa e vissuta se nelle scelte della vita si mette Dio al posto che Gli spetta, cioè al primo. Rispettando questo ordine delle priorità, tutte le realtà della vita ricevono luce e forza nuove, ecco quindi che è cosa giusta lodare e ringraziare il buon Dio per ogni cosa.
- Nostro dovere. Questo argomento potrebbe creare qualche problemino ai sentimentalisti. Non che i sentimenti non siano importanti, ma non possiamo orientare la nostra vita con essi, sarebbe un rischio troppo grande e sicuramente fallimentare. Immaginate se andassimo al lavoro solo “quando me la sento“, probabilmente la busta paga sarebbe prossima allo zero; oppure immaginate se una mamma desse il latte al proprio bambino solo di giorno perché la notte “non me la sento“, diremmo che non fa il proprio dovere di madre. Similmente anche Dio ha dei diritti nei nostri confronti, visto che è al primo posto sul podio, e quindi noi abbiamo dei doveri verso di Lui. Il primo dovere è lodarLo, ringraziarLo, adorarLo, pregarLo, perché siamo sue creature ed anche ogni nostro respiro è voluto da Lui; ma per fortuna questi doveri si rivelano non come un peso che rallenta il nostro cammino, ma come dolci doveri che danno forza e vigore a questo stesso cammino.
- Fonte di salvezza. Quest’ultima parte rischiara con la sua freschezza gli altri tre punti. Infatti se qualcuno si fosse convinto che rendere grazie al Signore sia cosa buona, sia anche cosa giusta, sia pure nostro dovere, potrebbe non avere ben chiara la meta di queste azioni, e cioè la nostra salvezza. Quando rendiamo grazie al Signore sempre ed in ogni luogo, scopriamo come questo ci renda liberi dall’angoscia, dalla paura del futuro, dall’ansia da prestazione, e ci renda più aperti alle sfide della vita, più fiduciosi di essere nelle mani di un Padre che ha cura dei Suoi figli, più gioiosi davanti alla nuova vita che ci viene offerta ogni giorno… tutto ciò ci abitua ad orientare il nostro cuore a Dio istante dopo istante fino a che arriverà l’abbraccio eterno.
Care famiglie, a noi il compito di cominciare a rendere grazie al Signore nelle nostre case ancor prima di andare alla Messa domenicale, nonché di continuare durante gli altri giorni fino alla prossima Domenica. Oltre ad essere fonte di salvezza per tutta la famiglia, è educativo per i figli e fecondo poiché genera una vita nuova.
Basta solo scavalcare l’ostacolo iniziale, coraggio!
Giorgio e Valentina
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