Cari sposi,
vorrei condividere con voi una bellissima esperienza avuta proprio ieri. Nella Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, si è svolto un convegno sul tema: “Santità, matrimonio e famiglia”. Sono stati presentati diversi casi di sposi o santi o in cammino verso gli altari e tutti vissuti nel XX, tanto che potrebbero essere stati i nostri nonni o forse anche genitori.
Mi rendo ben conto che non sia affatto facile e scontato parlare di santità per gli sposi. Pare sia un tabù vista la situazione in cui versano le famiglie negli ultimi decenni, ad alcuni sembra sufficiente dare le istruzioni minime di sopravvivenza cristiana in mezzo al marasma attuale.
Invece la Chiesa crede in voi e vi pone davanti esempi concreti non di superstiti ma di santi sposi, di chi è arrivato alla Mèta. Ma non sono lì per essere fotocopiati bensì come stimolo per puntare sempre in alto, “fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (Ef 4, 13) proprio quella misura che Gesù ha pensato per ciascuno di noi. Se così non fosse ci perderemmo nel “secondo me”, il che forse non sempre coincide con la Sapienza divina.
Dire santità di coppia di sicuro ti porta a scoraggiarti quando hai davanti certi modelli impressionanti per virtù e stile di vita. Ma tutte queste testimonianze la Chiesa ce le regala solo per stimolarci e motivarci ma non per essere copiate. Questo è molto bello perché se io volessi, per esempio, essere uguale al Curato d’Ars, cosa in sé molto buona, magari potrei involontariamente allontanarmi dalla via unica e specifica che il Signore desidera per me. Servatis servandis, per voi sposi, ciò che conta è capire che Gesù ha un progetto meraviglioso per la vostra coppia e poi è importante discernere dove passa la vostra strada e dare frutti in base ai vostri talenti.
È esattamente quello che ieri, durante il convegno, la professoressa Carla Rossi Espagnet ha menzionato: “ognuna di queste coppie, a un certo punto della propria vita, anche dopo anni molto difficili dal punto di vista della serenità coniugale, ha deciso di vivere insieme il vangelo giorno per giorno, lasciando nel proprio ambiente un solco profondo di carità e fedeltà: testimoniando con la vita il proprio amore a Cristo”.
La cosa bellissima è che questa ricerca del piano di Dio e questo discernimento è sempre passato dalla vita ordinaria di tutti i giorni, fatta di dialogo, di preghiera, di intimità, di educazione dei figli, di lavoro… È quella ordinarietà che è stata impregnata di Spirito Santo dal giorno del vostro matrimonio e di questo dovete esserne estremamente consapevoli.
L’ordinario vissuto con Gesù ha una fecondità straordinaria al punto che Papa Francesco arriva a dire quanto segue: “Una comunione familiare vissuta bene è un vero cammino di santificazione nella vita ordinaria e di crescita mistica, un mezzo per l’unione intima con Dio” (Amoris Laetitia 316).
Perciò care coppie, non smettete di assecondare ogni giorno lo Spirito che lavora instancabilmente perché anche voi siate una coppia santa.
padre Luca Frontali