“La nostra umanità è innalzata accanto a Te”

Cari sposi,

vi siete mai contemplati assieme in Cielo? Fin dove è arrivata la vostra immaginazione riguardo il futuro della vostra vita matrimoniale? Certamente è per tutta la vita, “per invecchiare a fianco dell’altro” come spesso si dice. Ma l’amore coniugale ha dentro qualcosa di più di tutta una vita assieme. È certo che il vincolo, generato dal sacramento, è finalizzato alla vita presente e non ci sarà di là. Ma l’amore tra di voi non finisce con il funerale.

La festa di oggi è assai significativa e vorrei – lo spero – aiutarvi a varcare la soglia dello spazio e del tempo perché l’amore in voi sa di Eterno. L’Ascensione è il suggello meraviglioso alla Risurrezione. Gesù non diventa uno spirito che si dissolve ma è Lui in carne ed ossa e con il suo Corpo glorificato torna dal Padre nello Spirito. Stesso destino è riservato per voi sposi, per cui la vostra relazione di amore è chiamata ad ascendere in Cielo in corpo e anima. Non mi sto inventando nulla, perché è il rito stesso a gettare luce su questa verità quando dice:

Padre santo, concedi a questi tuoi figli che, uniti davanti a te come sposi, comunicano alla tua mensa, di partecipare insieme con gioia al banchetto del cielo” (Rito del matrimonio, Seconda formula di benedizione nuziale, n° 86).

Uno può pensare che là saremo insieme a prescindere dal fatto di essere marito e moglie. In parte è vero ma per gli sposi c’è un qualcosa di più se sono stati uniti da un legame consacrato dallo Spirito per tutta la vita. Come detto prima, oltre al fatto che il vincolo dura quanto una vita, tuttavia, la relazione nuziale contiene un significato che supera i limiti della finitezza:

Il «Noi» divino costituisce il modello eterno del «noi» umano; di quel «noi» innanzitutto che è formato dall’uomo e dalla donna, creati ad immagine e somiglianza divina” (Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie, n° 6).

Perciò, parafrasando quanto ho scelto come titolo dell’articolo, il quale proviene dalla preghiera colletta della solennità di oggi, ben si potrebbe dire: “la nostra relazione coniugale è innalzata accanto a Te”. “Davvero grande è questo Mistero” (cfr. Ef 5, 32)! Quanta bellezza e meraviglia contiene l’amore nuziale, impossibile da contenere in una sola vita. Cari sposi, continuate a contemplare questo dono immenso che il Signore vi ha fatto, è il modo con cui potrete assimilarlo e farlo vostro.

ANTONIO E LUISA

La parola amore contiene in sè già tutto. Significa a-mors senza morte. L’amore non finisce. Finisce certamente il matrimonio inteso come vincolo terreno. Non finisce il legame d’amore. Una volta madre Teresa incontrando Il card. Comastri gli disse: Ricordati che, quando moriremo, porteremo con noi soltanto la valigia della carità. Vale anche per noi, non solo per i sacerdoti o i religiosi. Ciò che ci porteremo sarà solo la carità, l’amore. Quindi come è possibile che non esista più nulla tra Luisa e me?

Sono sicuro che Luisa avrà un posto speciale nel mio cuore anche in Paradiso. Tutto quello che ho costruito con lei in questa vita non si cancella, non si resetta. Tutti i gesti di tenerezza, di cura, di intimità, di perdono, di ascolto, di presenza, di condivisione di gioie e dolori, tutte queste esperienze restano impresse in modo indelebile nel mio cuore. Il giorno della mia morte lascerò tutto qui in questa vita. Nella mia valigia porterò solo il mio cuore, l’amore dato e ricevuto e lei ne è parte integrante. Sono sicuro che il giorno del nostro matrimonio, il 29 giugno 2002, è iniziata una relazione che durerà per sempre. Nella vita eterna sarà sicuramente diversa e trasfigurata, ma ancora più bella e meravigliosa perchè vissuta nella luce e alla presenza di Dio.

Papa Francesco in Amoris Laetitia cita un’affermazione di Tommaso D’Aquino che potete leggere nella Summa contra Gentiles. Una frase che spiega in modo preciso tutto il senso di questo articolo: Dopo l’amore che ci unisce a Dio, l’amore coniugale è la «più grande amicizia». Credo che questo sarà vero  per sempre. Questa amicizia non ci verrà mai tolta.

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