Domenica e famiglia : un connubio possibile /36

Continuiamo col testo della Preghiera Eucaristica I (Canone Romano) riportato sul Messale:

(Con le braccia allargate, prosegue) : Accetta con benevolenza, o Signore, questa offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia : disponi nella tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge dei tuoi eletti. (Congiunge le mani.) (Tenendo le mani stese sulle offerte, dice ): Santifica, o Dio, questa offerta con la potenza della tua benedizione, e degnati di accettarla a nostro favore, in sacrificio spirituale e perfetto, perché diventi per noi il Corpo e il Sangue del tuo amatissimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo. (Congiunge le mani.)

Il sacerdote, dopo aver pregato il Padre per i vivi e averLo lodato per i santi, ora recita l’ultima e fervente supplica perché Lui accetti la nostra offerta e si degni di cambiare quest’ultima nel Corpo e nel Sangue del Suo Figlio diletto. In questa parte centrale e vitale della Messa sono ancor più importanti i gesti e le parole che il sacerdote è tenuto a compiere ; qui sopra le indicazioni dirette al celebrante le trovate tra parentesi, ma esse, purtroppo, sono spesso ritenute da tanti sacerdoti come indicazioni di massima, quasi come fossero auspicabili e volontarie, e non, come invece sono, dei gesti e delle parole OBBLIGANTI e DOVEROSE. Certo questo linguaggio diretto potrà suscitare reazioni “avverse”, ma in realtà all’inizio del Messale c’è una parte consistente che potremmo definire come “le istruzioni per l’uso e la lettura del Messale”, una sorta di legenda, quasi un manuale dentro un manuale, nella quale , tra le tantissime indicazioni, è scritto a chiare lettere al n.24 : “[…] Tuttavia, il sacerdote ricordi di essere il servitore della sacra Liturgia e che nella celebrazione della Messa a lui non è consentito aggiungere, togliere o mutare nulla a proprio piacimento“.

La prima supplica accorata ricorda al sacerdote stesso di essere un ministro di Dio ed a noi ricorda di essere la famiglia di Dio (se infatti col Battesimo siamo resi figli di Dio siamo anche fratelli tra noi) ; ma poi ci sono 3 richieste speciali :

  1. La prima è quella della pace : “disponi nella tua pace i nostri giorni“. Non è la pace che dà il mondo, ma la Sua pace, che deriva dal vivere nella Sua Grazia ; ma soprattutto con quel “disponi” ci ricorda che la Sua pace è un DONO di Dio e non uno sforzo umano, inoltre si fa menzione de “i nostri giorni”… la Chiesa pellegrina nel tempo non dimentica il proprio stato di precarietà su questa terra.
  2. La seconda è : “salvaci dalla dannazione eterna“. Giustamente la Chiesa non si stanca di ricordarci che la peggior cosa che ci possa capitare non è la malattia, la sofferenza, la tribolazione, nemmeno la morte, ma quella di morire in disgrazia, quella di dannarci eternamente… e la salvezza viene da Dio, non ci salviamo da soli con le nostre mani perciò il sacerdote prega a nome nostro con quel “salvaci”.
  3. La terza è “accoglici nel gregge dei tuoi eletti“. Finalmente la prospettiva del Paradiso ci viene presentata… che bello far parte di quel gregge che per sempre (davvero), per l’eternità non deve più pensare a procurarsi cibo in verdi vallate, che non deve più temere incursioni dei nemici, che non ha più paura di nulla e vive nella pace eterna perché ormai è perennemente con il Suo Buon Pastore.

I gesti che il sacerdote deve compiere sono molto antichi ed hanno significati e simbologie che ci sorpassano, per esempio le braccia allargate ricordano le braccia di Cristo in croce, quindi un abbandono totale alla volontà del Padre ; e poi le mani congiunte ci ricordano quell’antico gesto che si faceva per sancire la propria obbedienza di servi nelle mani del padrone, quindi anche noi obbediamo e siamo come schiavi (nell’amore) di Nostro Signore Gesù Cristo ; il terzo gesto indicato sono le mani stese sull’oblazione dell’ostia e del calice, così come anticamente il gran sacerdote le poneva sulla vittima del sacrificio così queste mani ricordano al celebrante stesso ed a noi fedeli che quell’offerta sarà fra pochi attimi proprio la vittima del sacrificio e NON sarà una semplice memoria degli ultimi gesti di Gesù con del “banale” pane benedetto.

Da ultimo vorremmo soffermarci sulla seconda parte della preghiera : “diventi per noi il Corpo e il Sangue del tuo amatissimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo “:

  • Anzitutto quel “per noisignificaa favore nostro, in nostro favore” ; non significa che l’offerta diventi Corpo e Sangue solo ed esclusivamente per noi che siamo lì presenti mentre per tutti gli altri no ; non significa nemmeno “secondo noi, secondo il nostro pensiero” perché il pane ed il vino diverranno Corpo e Sangue comunque, aldilà che noi ci crediamo o no, anche se non dovesse crederci nessuno dei presenti compreso il sacerdote (come avvenne nel miracolo eucaristico di Bolsena nell’estate del 1263).
  • Le mani del sacerdote sono state consacrate con l’olio santo, sicché tutte le volte che lui stende le mani scende lo Spirito Santo, ma anche quando tocca qualcosa o qualcuno deve farlo con questa consapevolezza, e cioè di agire in persona Christi, con questo gesto che il sacerdote compie lo Spirito Santo di Dio scende… capito bene ? Non è che sia un gesto tanto per fare un po’ di teatro… scende la terza persona stessa della Santissima Trinità, lo Spirito Santo… nel mese di Giugno siamo soliti celebrare la festa della Pentecoste, ma in realtà ad ogni S. Messa scende lo Spirito Santo, è come se succedesse una nuova Pentecoste, tutte le volte. Noi la celebriamo solennemente una volta all’anno, ma essa è stata istituita per ricordarci che lo Spirito Santo non scende solo in quel giorno… il problema nostro è che non usiamo così spesso gli occhi della fede quando siamo lì a Messa, ma se potessimo vedere le realtà spirituali vedremmo come un fascio di luce potentissimo e luminosissimo uscire dalle mani del sacerdote… se si potesse vedere con gli occhi corporei ci vorrebbero i Carabinieri ad ogni S. Messa fuori sul sagrato per tenere a bada la gente che vorrebbe entrare in chiesa anche solo per poter vedere questo miracolo.

Care famiglie, andate dai vostri sacerdoti a farvi benedire, insistete e chiedete la benedizione di Dio per mano loro, chiedete soprattutto che vi tocchino con la mano sul capo mentre recitano la preghiera di benedizione… Valentina ed io abbiamo spesso chiesto e ricevuto queste benedizioni e non possiamo esprimere fino in fondo le sensazioni e le grazie che abbiamo ricevuto, forse la descrizione più vicina alla verità è che si avverte come un fuoco benefico che penetra partendo dal capo e pervade tutta la persona, soprattutto quando siamo stati benedetti da vescovi e cardinali.

Cari sposi, ci siamo ripetuti spesso che il nostro Sacramento del Matrimonio ha molto a che fare con la carne, anzi potremmo quasi chiamarlo il sacramento della carne/corpo poiché senza di esso il sacramento non sussiste e l’amore non è scambiato tra i due sposi… ebbene, non crediate che il tatto non abbia a che fare con il sacramento dell’Ordine, infatti ai sacerdoti vengono unte le mani con una unzione che è più indelebile dei tatuaggi, è da quella unzione a forma di croce che passa lo Spirito Santo quando ci benedicono, quando consacrano, quando ci assolvono dai peccati… una bellissima pratica è quella di baciare (ancora il corpo protagonista) le mani del sacerdote dopo la S. Messa perché grazie a quelle mani l’ostia ed il vino sono divenuti il Corpo, Sangue Anima e Divinità di Gesù Cristo.

Coraggio sposi, manifestiamo la nostra fede anche col corpo ai nostri sacerdoti, per loro sarà una edificazione nel cammino di santità, il primo passo per cambiare è sentirsi amati e valorizzati. Cari sacerdoti, non abbiate paura ad essere “fuori moda”, anzi… noi vi vogliamo solo fuori moda perché antichi e sempre nuovi.

Giorgio e Valentina.

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