Cari sposi,
tutta la lettura di oggi ha un filo rosso unificante: la misericordia. È sempre fecondo tornare su questo argomento perché nella vita nuziale è di vitale importanza sapersi accogliere con misericordia. Tuttavia, il recente anno dedicato proprio a questo tema, motivo per cui ho scelto di usare il logo, ci ha aiutato a capire la profondità del tema: la misericordia è di più di un semplice perdono puntuale.
Il Vangelo oggi presenta 3 celeberrime parabole con cui Gesù vuole spiegare ai farisei, dettaglio fondamentale per capire tutto il senso delle stesse, il suo modo di comportarsi con le persone ritenute peccatori dalla mentalità comune. In queste tre scene c’è uno schema comune: qualcosa o qualcuno si perde e poi viene ritrovato, il che suscita una grande gioia.
In quanti modi ci si può perdere nel matrimonio! Può essere uno dei due o entrambi simultaneamente. Ci si può perdere in tanti modi: un allontanamento sessuale, un seguire i propri interessi (dal lavoro, agli hobby, agli amici…) a scapito della relazione, vivere nella routine il dialogo o l’intimità fino proprio a un tradimento affettivo e/o fisico…
Cosa ha di speciale la misericordia divina? Perché è più di un singolo atto di perdono? È un atteggiamento anzitutto, è un modo di essere di Dio, Lui è abitualmente misericordioso. Per essere più chiaro ancora: Dio è sovrabbondanza di Amore, è una fonte inesauribile di amore ed è per questo che guarda ai nostri peccati e alla nostra fragilità con uno sguardo premuroso e compassionevole. Nemmeno i nostri peccati possono superare la grandezza del suo Perdono. Vorrei citare un passaggio di Papa Wojtyła:
“È significativo che i profeti nella loro predicazione colleghino la misericordia, alla quale fanno spesso riferimento a causa dei peccati del popolo, con l’incisiva immagine dell’amore da parte di Dio. Il Signore ama Israele con l’amore di una particolare elezione, simile all’amore di uno sposo (Cfr. per es. Os 2, 21-25 e 15; Is 54, 6-8) e perciò perdona le sue colpe e perfino le infedeltà e i tradimenti. Se si trova di fronte alla penitenza, all’autentica conversione, egli riporta di nuovo il suo popolo alla grazia (Cfr. Ger 31, 20; Ez 39, 25-29). Nella predicazione dei profeti la misericordia significa una speciale potenza dell’amore, che prevale sul peccato e sull’infedeltà del popolo eletto” (Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, 4).
Gesù è uno Sposo misericordioso che ha riempito il vostro amore nuziale di questa qualità, ha impregnato il vostro amore di Misericordia. Sta a voi saperla mettere in pratica e viverla quotidianamente. E qui di sicuro parte la solita ma anche comprensibile obiezione: “noi sposi non possiamo essere misericordiosi come Gesù lo è con noi, non siamo Dio… ci sono cose oggettivamente impossibili da perdonare”.
Non discuto la veracità di chi la pensa così ma vorrei solo che ognuno di voi sposi facesse l’esperienza di San Paolo nella Seconda Lettura. Difatti non si può arrivare a esercitare la Misericordia, non si può viverla nella coppia se prima ciascuno di voi (e mi ci includo come sacerdote) non ha toccato con mano che “mi è stata usata misericordia”.
Rileggete il testo di San Paolo, provate a pensare se anche per voi è così, se potete rileggere la vostra vita come ha fatto l’Apostolo delle genti. Se abbiamo conosciuto la Misericordia di Dio su di noi, se siamo stati anche noi, a modo nostro, il figliol prodigo, allora potremo donare Misericordia ed amare “alla Dio”. Nel caso contrario, prima o poi, finiamo per trattare il coniuge, quando sbaglia, come il fratello maggiore e mormorare come i farisei…
Cari sposi, vi auguro di immergervi nella Misericordia di Gesù, perché ogni volta che vi perdiate per il cammino, possiate, grazie ad Essa, ritrovarvi ancora di più.
ANTONIO E LUISA
Grazie a Dio Luisa ed io non siamo perfetti. Facciamo tanti errori. Perchè dico questo? Una persona perfetta non ha bisogno di essere perdonata e amata quando non se lo merita, perchè se lo merita sempre. Una persona perfetta non può accogliere l’altro. La perfezione rende impermeabili e questo Dio non lo vuole, perchè solo attraverso i nostri limiti può crescere la relazione e possiamo imparare ad amarci. Il nostro sposo, la nostra sposa, sono bellissimi così, così imperfetti, così limitati, così fragili. Attraverso le ferite della mia sposa posso entrare nel suo profondo e donarle il mio amore come balsamo che guarisce. Attraverso i suoi errori posso donarle il mio perdono, per farla sentire amata per chi è e non per ciò che fa. Attraverso i suoi limiti posso donarle la mia meraviglia, per farla sentire desiderata e bella anche così. Attraverso la sua fragilità posso farla sentire sostenuta e ascoltata, non sottovalutando ciò che mi confida, ma donandole tutta la mia attenzione.