Vi avevamo lasciato con l’ultimo articolo dove eravamo con gli zaini pronti per partire per la Baita, per la vacanza comunitaria. Oggi siamo nuovamente a casa a Roma. Che dire indubbiamente è stata una vacanza di cui ne sentivamo il bisogno, non solo per fuggire dalla canicola romana, in Trentino si stava benissimo con le felpe, ma ancor di più per il clima umano.
Io mi sono rilassata alla grande perché ho vissuto la preparazione alla vacanza senza voler sapere nulla, ho voluto l’effetto sorpresa. Non ho voluto sapere con quali famiglie saremmo stati ed ero ignara anche su quale sacerdote ci sarebbe stato. Come ho scritto nel precedente articolo, Lo scorso anno litigai con il nostro padre spirituale, gli dissi davanti a un bel piatto di carbonara: Tu cadi sempre in piedi, tu sei sicuro di tornare alla Baita, noi no. Nella Chiesa si pensa sempre ai ragazzi e mai alle coppie. Fu l’inizio del progetto Abramo e Sara che noi tre abbiamo creato. Ho maturato, soprattutto quest’anno, la consapevolezza che indubbiamente Andrea ed io stiamo bene così, nel senso che anche senza un figlio naturale, abbiamo Alice la nostra figlia affidataria e i ragazzi dell’oratorio che ci riempiono casa. Prima di partire, Alice ci ha spiazzato regalandoci una foto con noi e lei perché, usando le sue parole, siamo una famiglia.
Andrea invece ha vissuto la preparazione alla Baita in una maniera gioiosa, fremeva come se dovesse giocare la sua Roma. La cosa più importante di questa vacanza, come ho scritto all’inizio di questo articolo, è stato il clima di libertà e rispetto reciproco. Quando si è in tanti può capitare qualche disaccordo screzio e invece questa volta no. Andrea indubbiamente era avvantaggiato rispetto a me, perché alcuni di loro erano stati i suoi catechisti di quando era ragazzo. Per me invece è stato diverso, perché erano persone che conoscevo solo indirettamente, per i racconti di Andrea e per i racconti del nostro padre spirituale.
Infatti grazie a questa vacanza ho capito molte cose sia su di me che su Andrea. Per me è stata l’occasione di camminare da sola. Avevo il desiderio di ritagliarmi un momento privato per godermi il lago del Rifugio Nambino, quello stesso lago dove iniziai a capire che la PMA non era la giusta strada per noi. Andrea invece si è goduto l’escursione con i ragazzi. Ho lasciato che Andrea si godesse i ragazzi anche senza di me ed è stata la scelta più giusta, in quanto durante la vacanza mi ha confessato che si anche lui stava sperimentando nel suo cuore la bellezza dell’essere semplicemente solo in due, ma nello stesso tempo, accompagnando quei ragazzi, sperimentava la meraviglia di una paternità pensata appositamente per lui e nel modo più congeniale. Camminare con i ragazzi per i sentieri chiudendo la fila proprio come il buon pastore, che da dietro controlla con lo sguardo il gregge, è questo il senso più vero della paternità che altro non è che mettere in pratica ciò che ha sempre visto fare al nostro padre spirituale.
Ci si dimentica sempre che i figli non sono una nostra proprietà esclusiva, ma sono un dono da condividere e accompagnare per aiutarli a trovare la loro strada. Paternità significa tante cose. Vuol dire anche farsi prossimo di quell’amico in difficoltà, è anche potergli dire io ci sono se ne hai bisogno perché ti vedo stanco. Paternità è giocare con i ragazzi fino alle 2 di notte, ascoltando i loro racconti, i loro sogni e i loro dubbi sul futuro. Paternità è curare i germogli della semina di chi è passato prima di te e ti ha affidato il terreno. Paternità è pensateci voi ai ragazzi perché io non potrò essere sempre fisicamente accanto a loro
Ecco perché noi non abbiamo frequentato nessun corso che ci spiegasse il passaggio da fertilità a fecondità, perché l’abbiamo sperimentato sulla pelle ricevendo l’amore necessario da trasmettere agli altri. Speriamo che le nostre parole siano uno spunto per le altre coppie e per gli altri giovani che ci leggono. Nel prossimo anno è in cantiere una bellissima esperienza di vacanza. Se siete curiosi contattateci in privato sul nostro canale Telegram e sulla nostra pagina Facebook Abramo e Sara. A presto Simona e Andrea . Dimenticavamo il titolo dell’articolo è una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari che i ragazzi cantavano durante le escursioni.