(Con le braccia allargate, dice : ) Ricordati, o Signore, dei tuoi fedeli [N. e N.] , che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace. (Congiunge le mani e prega brevemente per quelli che vuole ricordare. Poi, con le braccia allargate, continua : ) Dona loro, o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace. (Congiunge le mani.)
Questa intercessione per i defunti è breve ma è densa nonostante le parole siano poche, perché la Chiesa ha sempre avuto una grande capacità di sintesi nel dire grandi verità usando solo le parole essenziali e precise; le parole delle preci usate da tanti secoli, soprattutto nella divina liturgia, sono puntuali e mai divaganti o peggio ancora nebulose, ma sono chiare e profonde nella loro semplicità.
In questo preciso momento si fa menzione dei defunti per i quali il sacerdote offre il divino sacrificio, ma non è detto che quando il sacerdote non nomini nessuno ad alta voce questo non avvenga, semplicemente i nomi non sono detti ad alta voce per vari motivi. Ma vediamo di addentrarci un poco in questa realtà dell’intercessione per i defunti.
Facciamo una brevissima introduzione: la nostra salvezza ce l’ha guadagnata Gesù sulla Croce e non ci salviamo grazie alle nostre opere ma con le nostre opere, cioè non sono le nostre opere a salvarci ma la misericordia del Signore, tuttavia le nostre opere (la nostra conversione) sono necessarie e meritorie. Infatti il ladrone pentito si è salvato non grazie alle proprie opere malvagie, ma grazie alla libera risposta personale, compiuta gli ultimi istanti della propria esistenza, alla chiamata alla conversione da parte di Gesù, il quale lo ha salvato nella Sua Infinita Misericordia.
Il Signore ci ha creato per il Paradiso, ossia esso è la nostra destinazione finale, la meta verso cui correre; ma il peccato è entrato in questo mondo con i nostri progenitori, cosicché in Paradiso non ci si va senza merito, cioè senza il nostro concorso, senza il nostro impegno a corrispondere alla Grazia. Questa vita terrena è solo un passaggio, ed è il tempo di compiere l’opera della nostra salvezza, cioè della nostra conversione, e se l’opera viene compiuta in questo mondo bene, altrimenti bisognerà concluderla in Purgatorio.
Le anime che sono in Purgatorio necessitano delle nostre preghiere per “velocizzare” la propria espiazione, per abbreviare la permanenza nel fuoco purificatore hanno bisogno di intercessori, cioè di qualcuno che si sacrifichi per loro e si interponga tra loro e la Giustizia divina quasi come a mitigare quest’ultima.
Per la liberazione di queste anime noi possiamo offrire sacrifici personali, penitenze e preghiere, e ciò è molto buono, santo e nobile, ma essendo opera umana non è nemmeno paragonabile al Sacrificio per eccellenza, cioè a quello del Figlio di Dio consostanziale al Padre. Le nostre opere di penitenza sono sante e meritorie, ma per quanto sante e pie resteranno sempre e solo umane e mai divine, mentre invece il sacrificio della S.Messa è opera di Dio, è opera di Gesù Cristo.
Perciò quando un sacerdote celebra una Messa per l’anima di un defunto, applica i meriti della Croce di Cristo a quell’anima.
Diverso invece è il caso in cui il sacerdote ricorda un defunto durante la S.Messa nelle proprie intenzioni di preghiera personale: sarà una preghiera grande e molto gradita al Signore ma non è la stessa cosa del fatto di applicare i meriti del sacrificio di Cristo per quell’anima.
Quindi è molto importante far celebrare tante Messe per i nostri cari defunti, oltre ad essere una delle 7 opere di misericordia spirituale (Pregare Dio per i vivi e per i morti), essa assolve a due compiti: il primo è quello di non dimenticarli sia sul piano umano che quello spirituale, ed il secondo è dimostrare loro che li amiamo ancora donando loro il massimo che possiamo per il massimo a cui già tendono. E non è indispensabile partecipare a quella Messa, potrebbe succedere di essere impossibilitati a parteciparvi non per nostra decisione, l’importante è che il sacerdote la celebri con diligenza.
Care famiglie, portiamo senza paura i nostri bambini alle Messe di anniversario per i nostri defunti, per esempio i nonni, i bisnonni, zii, parenti e amici cari; impareranno che tra noi e loro il legame è ancora forte, anzi lo è di più perché non ci sono più le limitazioni del corpo. Noi abbiamo ripetuto spesso alle nostre figlie che ora possono parlare e chiedere aiuto al nonno meglio di prima, perché ora il nonno non è più mezzo sordo… purché sia fatto con lo stile della e nella preghiera… ma se noi non insegniamo questo ai nostri figli, quando noi non ci saremo più chi farà celebrare Messe per noi?
Il Purgatorio non è una comoda sala d’aspetto, con la tv ed i fumetti per ingannare l’attesa, ma è un fuoco purificatore… purificante sì, ma pur sempre fuoco. Gli insegnamenti dei santi e le loro vite ci testimoniano che dobbiamo far di tutto per evitare il Purgatorio e finire dritti in Paradiso, ma se così non fosse chi pregherà per noi?
A volte basta una sola Messa per liberare le anime del Purgatorio, noi non lo sappiamo e ci affidiamo alla misericordia del Padre, ecco perché dobbiamo sempre continuare a far celebrare Messe per i nostri defunti ; se poi non dovessero servire loro, il Padre elargirà questi benefici come e dove vorrà, ma non andranno persi.
Molti si chiedono se serva dare un’offerta in denaro al sacerdote: la disciplina della Chiesa dice che non è obbligatorio a meno che la parrocchia/il santuario non decida altrimenti per necessità/urgenze di varia natura. E’ però vivamente consigliato per almeno 3 motivi: il primo è che privarsi del denaro è segno di mortificazione; secondariamente ci aiuta psicologicamente a dare importanza, ci aiuta a ricordare la data e ci sprona a parteciparvi; terzo motivo è che l’offerta in denaro è un gesto concreto di riconoscenza al sacerdote ed un aiuto per la sua sussistenza.
Giorgio e Valentina.