L’ho proprio scritto. L’intimità fisica degli sposi va vissuta davvero con questa consapevolezza. E’ ricreativa. Lo dicono tutti e lo diciamo anche noi cristiani. Anzi lo dobbiamo rivendicare ed esserne orgogliosi. Cosa intendo però dire? Forse noi cristiani intendiamo l’aggettivo ricreativo in modo diverso dall’uso comune. Tutto il mondo ci dice che il sesso va vissuto come un’attività leggera, divertente, distensiva, ludica. Senza farsi troppi problemi. Avere un’attività sessuale frequente fa bene alla psiche e al corpo. Ce lo dicono un po’ tutti. Certo ricreativo può voler dire anche tutte queste cose. Però forse noi cristiani, alla luce della nostra fede, dovremmo dare un significato diverso, più importante e significativo. Dovremmo andare alla radice, all’etimologia della parola. Ricreativo da ricreare, cioè creare di nuovo.
E’ importante vivere la nostra intimità di sposi consapevoli che con quel gesto stiamo ricreando ciò che siamo. Ma cosa siamo? Ci viene in aiuto Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II. In questa bellissima esortazione il papa polacco va in profondità della vocazione matrimoniale. Racconta proprio chi siamo. E c’è una parola che per raccontare chi siamo viene ripetuta continuamente, ben 63 volte in tutto il documento. Questa parola è comunione. Noi siamo immagine dell’amore di Dio. Amore di Dio per il Suo popolo certamente. Il matrimonio è redento dalla croce, dal sacrificio di Cristo, ma ne è anche immagine. Noi siamo chiamati ad amare così, come Gesù sulla croce. Quante volte lo abbiamo sentito dire. Ed è verissimo. C’è un’altra dimensione però del nostro amore, forse un po’ meno conosciuta. Noi siamo immagine anche dell’amore di Dio in sè. Siamo immagine dell’amore trinitario. Si lo so, sembra davvero troppo per noi che siamo quelli che siamo, pieni di difetti ed imperfezioni, ma è così. Dio ci chiede solo di metterci la nostra volontà, il nostro abbandono e il poco che siamo e che abbiamo, il resto lo mette Lui. Noi siamo questo. D’altronde con cinque pani e due pesci ha sfamato migliaia di persone, non può fare lo stesso con le nostre cinque ossa e due dita di cervello. Che dobbiamo però offrire a Lui. E il matrimonio è il modo per farlo. Don Renzo Bonetti lo dice chiaramente. Il matrimonio provoca una nuova creazione negli sposi. Io sarò sempre Antonio, Luisa sarà sempre Luisa, ma saremo legati in modo indissolubile e saremo anche parte uno dell’altro. Questo è anche la dinamica trinitaria, non è così? Tre persone ma rese una dall’amore.
Noi siamo tutta questa roba e fare l’amore concretizza nel corpo tutta questa realtà umana e spirituale. Per questo fare l’amore è ricreativo, ma non nel senso che è soltanto un gioco innocuo e che possiamo fare tutto quello che vogliamo senza limiti. Divertitevi perchè del domani non v’è certezza, come ha scritto in una poesia Lorenzo il Magnifico. Non è vero che “usare” il nostro corpo e quello dell’altro poi non lascia conseguenze nello spirito. Il corpo è parte di noi e quello che avviene nel corpo può provocare ferite, anche profonde, sia nella relazione che nella persona. Se il corpo esprime amore sarà nutrita tutta la nostra persona. Se con il corpo usiamo o siamo usati ne resteremo impoveriti anche spiritualmente ed emotivamente. Quindi noi cristiani non possiamo pensare a quel tipo di ricreazione che porta poi a una sessualità solo in apparenza giocosa e ludica, ma che in realtà è carica di egoismo. Una sessualità che non nutre ma impoverisce. Solo pochi giorni fa ci ha contattato una giovane moglie molto in crisi. Il marito cercava con lei rapporti veloci solo per sfogarsi. Dove è l’amore lì? Cosa può lasciare un rapporto sessuale di questo tipo? A nessuno piace essere usato. Tutti desideriamo essere amati. Poi qui si rischia davvero di rovinare tutto, di non cercarsi più, di tradirsi e alla fine di lasciarsi. Altro che ricreativo. Altro che ludico.
Per noi ricreazione significa esattamente ricreare. Creare attraverso il corpo qualcosa di molto più profondo e completo. Sempre in Familiaris Consortio possiamo leggere al paragrafo 11: Di conseguenza la sessualità, mediante la quale l’uomo e la donna si donano l’uno all’altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l’intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano, solo se è parte integrale dell’amore con cui l’uomo e la donna si impegnano totalmente l’uno verso l’altra fino alla morte.
Comprendete la grandezza dell’intimità nel matrimonio? Stiamo ricreando la comunione d’amore tra le nostre due persone, che è immagine della comunione trinitaria. E il piacere viene da quella profondità e non solo da una stimolazione fisica. Nella nostra intimità possiamo davvero fare un’esperienza meravigliosa, sentendoci uno parte dell’altra. Dove la pentrazione dell’uomo che viene accolto dalla donna esprime una ricchezza che viviamo nel nostro cuore. Dio ci ha fatto sessuati per questo. Il sesso non è solo un’esigenza o un meccanismo biologico. Per noi uomini esprime molto di più. Esprime il desiderio del creatore di farci fare esperienza sensibile di ciò che siamo. Di ricreare nel corpo ciò che siamo. Dipende da noi. Per questo è importante decidere insieme come vivere la nostra intimità. In modo ludico senza impegno oppure impegnandoci a fondo perche ogni gesto cerchi la comunione e il dono reciproco? In modo che sia frutto dell’amore o del nostro egoismo? In modo semplicemente istintivo oppure mettendo la nostra intimità al centro di una vita fatta di continui piccoli gesti di dono reciproco? Io e Luisa non abbiamo dubbi al riguardo. Sta a voi decidere come intendere quel ricreativo. Ed è importante, può fare la differenza in un matrimonio e anche nella nostra vita di tutti i giorni. Certo vivere l’intimità da cristiani è molto più impegnativo ma anche molto più bello!
Antonio e Luisa
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