Domenica e famiglia :un connubio possibile / 47

(Il sacerdote, deposti il calice e la patena, a mani giunte, canta o dice:Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. (Oppure in canto:Pater noster, qui es in caelis: sanctificétur nomen tuum; advéniat regnum tuum; fiat volúntas tua, sicut in caelo, et in terra. Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo.

Nel primo articolo abbiamo affrontato la recita del Padre nostro sotto la visuale dell’obbedienza, una virtù tutta da riscoprire in questi tempi travagliati in cui sembra che ognuno si costruisca e viva una fede “fai-da-te“, mentre invece la Liturgia ci educa ad obbedire a dei rituali, a delle forme esteriori che però rivelano ed aiutano l’interiorità a crescere conforme alla fede ricevuta; questa armonia tra anima/spirito e corpo è rispettosa di come il Creatore abbia pensato l’uomo: uno spirito incarnato ed un corpo informato dallo spirito che lo vivifica, le due realtà sono distinte ma non separate.

Ed è così che, distinte ma inseparabili fino alla morte, le realtà umane del corpo e dell’anima sono ad immagine e somiglianza di Dio, infatti anche all’interno della Santissima Trinità le tre Persone Divine sono distinte ma inseparabili. Ma c’è un particolare del modus operandi della Trinità che vogliamo oggi evidenziare e che ci riporterà al Padre Nostro.

La Trinità è un Mistero insondabile fino in fondo, ma possiamo intuire qualcosa della Sua grandezza grazie agli indizi che Dio stesso ci ha lasciato. Per esempio possiamo notare, nella Parola di Dio, che quando una Persona agisce o parla, non lo fa mai in modo autoreferenziale ma rimanda sempre ad una della altre due Persone o tutte e due insieme.

Per fare qualche esempio prendiamo in esame solo alcuni episodi: il Padre parla del Figlio al Battesimo sul fiume Giordano “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto“, la cosa si ripete quasi identica durante la Trasfigurazione, preannuncia la venuta del Figlio subito dopo il peccato originale di Adamo ed Eva “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” lo Spirito Santo indica il Figlio al Battesimo scendendo su di Lui in modo columbiforme, il compito dello Spirito Santo viene svelato da Gesù “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto“; infine quasi ogni volta che apre bocca il Figlio parla del Padre e/o dello Spirito Santo “Io e il Padre siamo una cosa sola“, oppure “Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio“, ed eccoci a quella volta in cui Gesù insegnò a pregare ai suoi discepoli con la preghiera del Padre Nostro.

Da questo breve elenco di episodi si intuisce che una caratteristica della Trinità è quella di essere Amore, un amore che continuamente circola tra le tre Persone, un amore che mette l’altro al centro, un amore che non è mai autoreferenziale. Ed è grazie a questa caratteristica che abbiamo il Padre Nostro; Gesù, essendo Dio, avrebbe potuto insegnare una preghiera autocelebrativa, del tipo “Gesù nostro, che sei il Messia…” ed invece insegna una preghiera in cui il Suo Santo nome, il nome dolcissimo di Gesù, il nome che salva, il nome che fa tremare Satana, il nome con il quale si scacciano i demoni negli esorcismi, quel nome non è nemmeno menzionato, anzi la prima delle 7 richieste è che sia santificato il nome del Padre, non quello del Figlio !

Cari sposi, la Chiesa ci insegna che col Sacramento del Matrimonio i due sposi ricevono per Grazia un nuovo amore creato del tutto simile a quello di Dio per potersi amare vicendevolmente con lo stesso stile di Dio. E lo stile di Dio, abbiamo capito, è Trinitario, è comunione di amore, comunione di intenti. Ci dobbiamo chiedere se anche noi quando parliamo lo facciamo per parlare bene del nostro coniuge, se quando agiamo lo facciamo per comunione di intenti col nostro coniuge, se facciamo la volontà del nostro coniuge (nel Bene s’intende).

Il nostro parlare ed agire assomiglia almeno lontanamente a quello degli esempi che abbiamo sopracitato della Trinità? Per fare esempi familiari concreti : quando lasciamo i nostri figli col nostro coniuge stiamo in ansia pensando che non sia all’altezza di gestirli e lo tempestiamo di messaggi/telefonate con scadenze di 10 minuti? Se c’è da prendere una decisione sulla quale l’unico/a che ne capisce è il mio coniuge, me ne sto tranquillo/a sapendo che la sua decisione sarà per il bene comune?

Quando domani a Messa reciteremo il Padre Nostro pensiamo a come Gesù avrà recitato questa meravigliosa preghiera, con quale fiducia smisurata nel Padre, il Padre Suo… azzardiamo una ipotesi : ci piace pensare che parte di questa preghiera siano le stesse parole che Gesù stesso usava quando si ritirava in disparte per pregare il Padre e ad un certo punto abbia deciso di insegnarle ai suoi discepoli.

Coraggio famiglie, pregate con un cuore solo il Padre Nostro anche tra le vostra mura domestiche, non limitatevi alla recita domenicale a Messa, ne trarrà enormi vantaggi la comunione di intenti e la comunione dei cuori di tutti i componenti della famiglia. Recitatelo tante volte quante volete, non c’è limite alla preghiera, se non quello che decidiamo noi coi nostri limiti umani.

Giorgio e Valentina.

Un pensiero su &Idquo;Domenica e famiglia :un connubio possibile / 47

  1. Questa riflessione mi ha portato a interrogarmi personalmente su come cerco in concreto di vivere il mio matrimonio celebrato in Chiesa allora con tante buone intenzioni purtroppo tante volte dusattese nel corso degli anni di fronte a difficoltà o incomprensioni … ma si può sempre ricominciare riaffidandoci a Dio e rinmovando nel segreto del nostro cuore le nostre promesse matrimoniali. GRAZIE. Margherita

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