Vorrei dedicare questo breve articolo a raccontare i tratti della vita di una santa che sicuramente non è mai entrata nel vostro raggio di azione ma la cui storia cela una grande verità e rivela un luminoso esempio per la vostra vocazione nuziale. Oggi la Chiesa venera Santa Giovanna di Valois (1464-1505), prima regina di Francia in quanto moglie di Luigi XII, ritenuto il “padre del popolo francese”. Sebbene di famiglia nobile non ebbe affatto una vita facile, anzi, tutt’altro, la sua esistenza fu costellata di grandi sofferenze che seppe affrontare con grande fede e virtù.
Com’era abitudine all’epoca, fu data in moglie giovanissima, per scelta del padre, a Luigi di Orléans, il futuro re Luigi XII, ed il matrimonio avvenne nel 1476, quando lei contava solo 12 anni. Non ci fu una vera convivenza con il marito, il quale era tutto dedito alla carriera militare e politica. Anzi, ne venne proprio trascurata, complice anche, al dire dei cronisti dell’epoca, i suoi difetti fisici, probabilmente gobba e zoppicante di una gamba.
Quando Luigi di Orléans divenne re con il nome di Luigi XII nel 1498, egli volle ripudiare la moglie Giovanna e scelse la via canonica della nullità. Facendo leva su tutto il suo peso politico, influì sull’esito finale e poté risposarsi con la vedova del suo predecessore, Anna di Bretagna. Per Giovanna a quel punto inizia un nuovo capitolo. Da sempre contraria alla decisione del marito, continuò a dedicarsi in corpo e anima ai poveri e bisognosi, fino a fondare una congregazione religiosa di ispirazione mariana, l’Ordine dell’Annunziata di Bourges.
La santità di Giovanna consistette di un un ardente fede e amore che seppe dirigere anzitutto al marito, nonostante i rifiuti e le umiliazioni ricevute. Diede prova di carità eroica e perdono in occasione della prigionia di Luigi, caduto in disgrazia dinanzi a Carlo VIII. Fu proprio lei a chiedere e ad ottenere dal re di risparmiargli la vita, senza tuttavia che tale gesto, in seguito, abbia mutato l’atteggiamento di Luigi nei suoi confronti.
Il nocciolo di tutta la sua vicenda sta nel fatto che Giovanna ha posto il fondamento della sua vita e della sua fede in Cristo. Sappiamo che è il Battesimo il momento della nostra vera rinascita, in cui la nostra vita si innesta in quella di Dio stesso (cfr. Rm 6, 3, 11). È dal lì che noi riceviamo la forza, l’amore, direi anche l’autostima e il coraggio di vivere con gioia e serenità in ogni situazione di vita. È la prima verità su cui si cementa la nostra vita e sappiamo che Dio è una roccia inamovibile (Sal 17, 3).
Solo su questa verità se ne può costruire un’altra, appunto il matrimonio. Esso è un’alleanza di amore tra due persone che sanno di essere amate da Dio e ne vogliono fare un dono reciproco, per sé e per altri. Il matrimonio deve essere quindi vissuto nella verità, cioè in una retta intenzione ed essendone adatti. La Chiesa nella sua bimillenaria esperienza ha fissato ciò che in cambio rende nullo il sacramento, sebbene sussista una relazione di tipo affettivo-psicologico tra i nubendi. Vi sono infatti 12 impedimenti (cann. 1083-1094), 9 vizi del consenso (cann. 1095-1103) e i difetti di forma (cann. 1104–1109).
Se viene meno la verità nella relazione sponsale, ci insegna Santa Giovanna, non per questo la vita cristiana perde di senso e valore. Il suo esempio, sebbene ci paia così lontano da noi, al contrario rivela l’importanza di mettere al centro Cristo nella coppia e di vivere nella verità, sempre e comunque, a qualsiasi costo. Cari sposi, la bellezza del matrimonio è anche la sua continua necessità di essere rinnovato liberamente, come recita quella bella preghiera: “Signore, lasciami libero, perché ogni giorno possa di nuovo scegliere Te”. E vale sia per Cristo che per il coniuge.
Padre Luca Frontali
Grazie!
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