Cari sposi,
la scorsa estate ho realizzato con alcuni confratelli una bella ed impegnativa passeggiata in alta quota sulle Alpi. Il dislivello tra il punto di partenza e di arrivo è stato di oltre 1500 mt e la cima superava abbondantemente i 3000. Il sentiero era abbastanza serpeggiante e in alcune occasioni faceva giri strani sui costoni della vallata, addirittura a momenti scendeva invece di salire. Comunque, solo quando siamo arrivati ad una certa altezza e ci siamo volti indietro, abbiamo realizzato il motivo del percorso così movimentato: chi ha disegnato il sentiero, conosceva bene la zona e tra le varie cose, lo ha fatto passare proprio laddove la roccia era più solida e resistente alle intemperie.
La situazione, più o meno, si ripete nel vangelo odierno in cui Gesù reinterpreta tutta la Legge di Mosè. Cosa vuol dire che Lui “non abolisce ma porta a compimento”? Fondamentalmente significa che Gesù conferisce il senso vero e proprio alle Dieci Parole, depurandole da quell’alone di Codice Stradale in cui si stavano tramutando.
Una mente umana non sarebbe riuscita a cogliere i motivi ultimi e più profondi sottesi ad ogni comandamento. Ci voleva lo stesso Autore per donarci il perché, il fine, la spiegazione completa. Solo ponendoci nella mente di Dio possiamo capire il senso della nostra vita e, per voi sposi, del vostro matrimonio, proprio come è stato necessario arrivare molto in alto per cogliere la saggezza di chi ha disegnato quel sentiero. Il mainstream ci martella di continuo: Perché l’amore sponsale è solo tra uomo e donna? Chi ha detto che è chiamato alla fecondità? Come mai è indissolubile? Per quale motivo no al divorzio? Chi si è mai inventato ‘sta storia di non usare i contraccettivi? Più o meno questi i quesiti che pullulano nei media…
In fin dei conti tutti i nostri perché, assolutamente legittimi e ammissibili, non troveranno mai una risposta esauriente se non entriamo nella mente e nel cuore di Dio, che ha stabilito ogni cosa con misura, calcolo e peso (Sap 11, 20). Capite quindi quanto sia urgente che voi sposi facciate esperienza della Sapienza infinita di Dio su di voi, che non sia solo un discorso cerebrale ma una convinzione esperienziale. Siete la prova vivente del Mistero Grande a cui ha accennato estasiato San Paolo in Efesini 5. In voi si specchia l’amore trinitario, sebbene coesista con tutti i difetti e limiti personali e di coppia. Il matrimonio sacramentale è, nella mente di Dio, il dono più grande che Egli abbia mai escogitato per due innamorati. In voi sposi si vede nitidamente il senso della restaurazione che Gesù è venuto a compiere. Se il VI e IX comandamento erano una protezione all’amore coniugale da ogni slancio egoista o utilitarista, con Cristo al matrimonio viene dato il vero impulso e spinta affinché giunga a maturazione e sia veramente un dono totale, sincero e mutuo tra coniugi. Cari sposi, con Cristo sì ce la potete fare a vivere quell’aspirazione e desiderio con cui siete partiti nella vostra avventura di amore pochi o molti anni orsono! Come ha detto molto bene Papa Francesco: È davvero un disegno stupendo quello che è insito nel sacramento del Matrimonio! E si attua nella semplicità e anche nella fragilità della condizione umana. Sappiamo bene quante difficoltà e prove conosce la vita di due sposi… L’importante è mantenere vivo il legame con Dio, che è alla base del legame coniugale. E il vero legame è sempre con il Signore (Udienza, 2 aprile 2014).
ANTONIO E LUISA
In questo caso mi sento di portare semplicemente ciò che ho capito nel mio matrimonio con Luisa. Ho imparato ad amare i comandamenti declinati in quella che è tutto l’insegnamento morale della nostra Chiesa. Il matrimonio mi ha permesso di comprendere la bellezza di abbracciare la legge di Dio, una legge che è fatta per rendere le nostre relazioni sempre più autentiche e sempre più piene, in particolare la relazione matrimoniale che è la più profonda e completa di tutte. Il matrimonio mi ha permesso di capire che la legge di Dio è fatta per la nostra gioia e non per frustrarci. I comandamenti non imprigionano ma ci aiutano ad essere davvero liberi di farci dono l’uno per l’altra.
Grazie.
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Ci sono momenti di crisi in cui tutto sembra senza senso e il nostro matrimonio un fallimento. A noi nel corso degli anni non è mancato nulla. E siamo ancora qui. Ma con momenti veramente difficili da superare. La difficoltà più grande di fondo è sempre stata la nostra fragilità. A volte mi sento in balia delle onde in mezzo a una tempesta e mi chiedo. Questa volta come finirà ? Superata una tempesta torna il sereno. Ma poi se ne presenta un’altra e ogni volta sembra insuperabile. Ci sono delle relazioni di coppia travagliate e sembrano destinate a essere così sempre. E allora vedi le altre coppie che si vogliono bene, si comprendono, vanno avanti tenendosi per mano e ti chiedi ” Come faranno ? ” E ti rendi conto che i momenti difficili li hanno tutti e alcuni più di altri. Ma li affrontano insieme. Io credo che noi siamo ancora qui perché il Signore ci ha sempre aiutati a superare la tempesta ma noi non abbiamo imparato a tenerci per mano qualunque cosa succeda. Nei momenti più brutti aspettiamo che sia l’altro/a a portare tutto il peso e ci allontaniamo invece di stringerci per mano ancora più forte. Stiamo dinuovo attraversando una tempesta e il ricordo delle tempeste passate ritorna e non aiuta. Sembra di essere sempre allo stesso punto e con la sensazione che questa volta non ce la faremo. Ora però mi rendo conto che alla base di tutto c’è sempre la nostra fragilità, non vedo più in me o nell’altro “la colpa” ma la sua e la mia fragilità. Qualcun altro si è ritrovato così ?
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DA IL MATRIMONIO PERFETTO È FATTO DI PERDONO PERPETUO “Perdonare significa riconoscere l’altro come prezioso ma fragile. Riconoscere nella fragilità dell’altro un’opportunità per rilanciare e per rendere la relazione più forte e più bella di prima”
Personalmente devo ancora imparare molto sul perdono e per prima cosa chiedere nella preghiera il dono di saper perdonare e accogliere me stessa e l’altro nella sua fragilità ogni volta e qualunque sia la situazione che si presenta.
Grazie per questa riflessione.
Margherita
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