Stiamo ancora riflettendo sul momento della cosiddetta Comunione.
Diveniamo quindi per un po’ di tempo dei tabernacoli viventi, cioè facciamo da dimora a Gesù… di solito per far sentire a proprio agio l’ospite si dice: “Fai come se fossi a casa tua”, ma se potessimo rivolgere la stessa frase a Gesù e Lui ci prendesse sul serio che cosa farebbe del nostro corpo e del nostro cuore/anima? Siamo così sicuri che si sentirebbe a suo agio tra le impurità del nostro corpo e del nostro cuore?
Il nostro continuo lavoro di sposi è quello di vivere sempre di più e sempre meglio la virtù della castità, la quale ci aiuta a ripulire la casa dove far soggiornare Gesù Eucarestia e lasciarcelo spiritualmente come ospite fisso una volta che le specie consacrate hanno perso gli accidenti del pane e/o del vino. Per aiutarci a vivere meglio questa virtù può essere d’aiuto il pensare ogni giorno alla preparazione della comunione eucaristica della Domenica ; quando siamo presi d’assalto dai nemici della castità possiamo riflettere se cedere a quel gesto o quel pensiero impuro ci permetta di ospitare degnamente Gesù Eucarestia la Domenica… se sorgono dubbi significa che quello è un peccato ed è assolutamente da evitare, perché la coscienza, anche se non ben formata, ci lascia irrequieti col dubbio irrisolto, e questo è un chiaro segnale da prendere in considerazione.
Dovremmo vivere la relazione col nostro coniuge con i frutti della comunione passata e come anelito e preparazione alla comunione futura… se vissuta così, tutta la settimana ha come obiettivo la Messa domenicale e da essa riparte per viverne un’altra. Non può esserci una separazione tra la vita ordinaria e la fede, perché Gesù si è fatto vero uomo, uomo al 100% tranne il peccato, perciò tutto ciò che riguarda l’uomo ha a che fare con la fede e da essa è illuminato, corroborato e santificato; il mondo tende a fare una separazione, a disgregare l’uomo nella sua stessa natura intima, ma l’uomo allontanato da Dio perde senso, vita, nutrimento… è come una lampadina scollegata dalla corrente elettrica, è come un fiume che pretende di essere tale senza una fonte, è come un giorno senza sole, come un quadro anonimo senza autore. E ciò che vale per l’uomo analogamente vale per la famiglia, vale per il matrimonio, vale per la coppia di sposi, senza Dio che si fa carne, che diventa realtà quotidiana, si barcolla come gli ubriachi mossi dai venti del mondo che ci strattona di qua e di là secondo i propri gusti malsani o le proprie mode.
Non possiamo pretendere di amare con lo stile di Dio se non andiamo mai alla fonte di tale amore, che è Dio stesso presente nella Santissima Eucarestia, essa è il nostro alimento speciale, e se La accogliamo con le dovute disposizioni interne ed esterne essa produce nell’anima effetti diversi per ognuno, è un cibo “personalizzato”: se un’anima ha bisogno di pace Essa infonde pace, se un’altra ha bisogno di uno scossone Essa produce scossone, se una terz’anima necessita di coraggio Essa infonde coraggio, se ha bisogno di forza riceve forza per combattere i vizi, se ha bisogno di perseveranza riceve perseveranza per vivere le virtù, ecc… ogni anima è amata in modo personalizzato da Dio, il Quale dispone liberamente dei Suoi beni e dà a ciascuno ciò che serve per il cammino di santità, per ogni momento di ogni anima Dio prepara delle Grazie che poi elargisce a seconda della disposizioni dell’anima stessa, ecco perché ci siamo azzardati a definire l’Eucarestia un cibo “personalizzato”. Più si avanza nel cammino di santità e più si capisce come il momento della Comunione Eucaristica sia il momento privilegiato per chiedere Grazie e crescere nella fede, ma lasciamo che a spiegarcelo sia Santa Teresa d’Avila :
Fino a quando il calore naturale non ha consumato gli accidenti del pane, il buon Gesù è in noi: avviciniamoci a Lui! Se quando era nel mondo guariva gli infermi col semplice tocco delle vesti, come dubitare che, stando in noi personalmente, non abbia a far miracoli se abbiamo fede? (Cammino di perfezione 34,6-8). […] ci dette in alimento perpetuo la manna di questa sacratissima Umanità. Noi ora la possiamo trovare quando vogliamo, per cui se moriamo di fame è unicamente per colpa nostra. L’anima troverà sempre nel SS. Sacramento, sotto qualsiasi aspetto lo consideri, grandi consolazioni e delizie, e dopo aver cominciato a gustare il Salvatore, non vi saranno prove, persecuzioni e travagli che non sopporterà facilmente (Cammino di perfezione 34,1-2) Quanto a voi, fategli buona compagnia e non vogliate perdere una così bella occasione per trattare dei vostri interessi, come quella che vi si offre dopo la S. Comunione. […] se voi portate il pensiero ad altre cose, non fate conto di Lui e neppur pensate che vi sta nell’anima, come volete che vi si dia a conoscere? Quel tempo è assai prezioso perché allora il Maestro ci istruisce: facciamo d’ascoltare, baciamogli i piedi, riconoscenti per tanta sua degnazione, e supplichiamolo di star sempre con noi. Appena comunicate, chiudete gli occhi del corpo e aprite quelli dell’anima per fissarli in fondo al vostro cuore, dove il Signore è disceso. Vi dico, vi torno a dire e ve lo vorrei ripetere all’infinito, che se vi abituate a questa pratica ogni qualvolta vi accostate alla Comunione, il Signore non si nasconderà mai così totalmente da non manifestarsi con qualcuno di quei molti espedienti che ho detto, in proporzione del vostro desiderio: lo potreste desiderare con tanto ardore da indurlo a manifestarsi del tutto. Ma se noi non facciamo conto di Lui, e lo abbandoniamo appena ricevuto… che volete che faccia? Deve costringerci a guardarlo per potersi manifestare? Non è già per una grande misericordia se ci assicura che Egli è nel SS. Sacramento e vuole che ci crediamo? Ma quanto a mostrarsi svelatamente, a comunicare le sue grandezze e a diffondere i suoi tesori, è desso un favore che non vuol concedere se non a coloro che ne vede molto desiderosi (Cammino di perfezione 34,10.12-13)
Giorgio e Valentina.