La domanda è ovviamente provocatoria e la risposta giusta è che sono entrambi importanti: tuttavia voglio fare alcune riflessioni su questo argomento che mi ha più volte messo in difficoltà. Infatti nella vita può succedere che ci troviamo a volte totalmente presi dal fare e altre volte ci rifugiamo quasi esclusivamente nella preghiera. Questo altalenarsi tra Marta e Maria (Lc 10, 38-42) è frutto anche delle nostre storie e della nostra vocazione.
Per esperienza, non si può “fare bene” se prima non si riceve e questo l’aveva capito molto bene anche Madre Teresa di Calcutta che, prima di scendere nelle strade, passava ore la mattina in Adorazione; infatti, se riesco a volte a non arrabbiarmi troppo, a non mandare a quel paese qualche collega al lavoro o a essere gentile e sorridente, è merito della messa mattutina delle 7:30 e della santa comunione.
E’ bene fare attenzione a non trascurare completamente né l’atteggiamento di Marta, né di Maria, ma noi sposi abbiamo un Sacramento che ha specificato il battesimo, cioè abbiamo la missione di creare relazioni e di mostrare, attraverso il corpo, l’amore concreto e tangibile di Gesù che sta amando tutti: per questo rimango un po’ perplesso quando, di fronte a una scelta, la preghiera prende il sopravvento e le persone o relazioni vengono messe in secondo piano. Oltre al fatto che può essere più semplice dire un rosario rispetto a fare un atto di cortesia verso qualcuno che non sopporti (quanto sforzo ci vuole, almeno per me!). Senza contare poi che quando si prega, è facile distrarsi diverse volte, anche se la cosa importante è dedicare del tempo, stare (una volta una suora mi ha confidato che quando prega, tiene sempre un foglio e una penna in tasca, perché spesso vengono dei suggerimenti belli, ed è proprio così!).
Chi si dedica alla gestione della famiglia e dei figli può sentirsi in colpa, perché non riesce ad andare a messa ogni giorno o non ha il tempo di pregare, ma il Sacramento del matrimonio permette di trasformare ogni cosa in un incontro con Dio: per una mamma che prepara il sugo per la cena, quello è il suo rosario, perché lo fa per il bene che vuole agli altri, affinché siano felici e così il momento del mangiare, attraverso il cibo, sia sereno, pieno di comunione e condivisione; anche pulire un bagno, se fatto perché chi viene dopo trovi tutto pulito e profumato, è un atto d’amore non meno importante.
Se davvero Gesù è vivo e insieme a noi, sempre (ed è davvero così!), non possiamo ricordarci di Lui solo in alcuni momenti della giornata (messa, rosario) o quando andiamo in chiesa, ma molte più volte e in ogni luogo: ho imparato a pregare anche mentre faccio le cose, ad esempio mi capita di farlo quando spingo il carrello della spesa, oppure mentre cammino, se vedo una coppia particolarmente felice, dei bambini o una donna incinta, invoco su di loro la benedizione di Dio; oppure al lavoro ringrazio se ad esempio mi sono accorto di un errore o una cosa mi riesce particolarmente bene o se qualcuno non si è fatto male. Basta qualche giaculatoria, come ad esempio “Gesù ti voglio bene” nell’arco della giornata, per mantenere una relazione costante con Lui.
Dall’altro lato non è possibile gettarsi solo sulle cose da fare, trascurando la relazione intima con Dio, con lo Sposo (e questo lo sanno bene le coppie che prese dal volontariato sono “scoppiate”, perché non hanno più trovato il tempo per coltivare la loro relazione di sposi e alimentare così l’amore e l’unità). Anche io a volte sono preso da tante cose, devo fare quello o quell’altro e mi faccio trascinare nelle attività. Ovviamente questo tema è veramente complesso, variabile nel tempo e nelle situazioni che la vita ci mette davanti, non esiste una ricetta valida per tutti e per tutti i periodi: ognuno deve trovare il proprio equilibrio con serenità e pazienza.
Ettore Leandri (Presidente Fraternità Sposi per Sempre)
Concordo in pieno per esperienza di padre e, secondo la mia comprensione, Ignazio di Loyola ti avrebbe messo un like perchè in un’occasione espresse questa massima: Prega come se tutto dipendesse da Dio e lavora come se tutto dipendesse da te!
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Grazie!
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Ho sentito tante volte che la mia preghiera di mamma è anche fare il polpettone! Oggi, però, leggendo questo articolo, ho concretamente realizzato nella mia mente che è proprio così. L’amore che ho dentro si alimenta, certamente, con la preghiera che mi dà la linfa, la spinta, per operare con amore nelle cose quotidiane. L’amore che trabocca dentro di me lo infondo nelle mie opere, sebbene semplici! Grazie veramente!!!
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Grazie per la tua testimonianza
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