Non è sufficiente

Dal libro del profeta Isaìa (Is 1,10.16-20) Ascoltate la parola del Signore, capi di Sòdoma ; prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio, popolo di Gomorra! «Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato».

Continua la serie di letture commoventi tratte da Isaia, il quale ci mostra un Dio Padre tenero e misericordioso, che non smette di rimproverare i Suoi figli mentre assicura loro la Sua misericordia se si convertiranno.

Molti cristiani sono convinti che per essere bravi cristiani sia sufficiente essere onesti cittadini ed educati dimenticando che non è un requisito caratteristico dei cristiani, le persone oneste ed educate c’erano anche 5000 anni fa prima del cristianesimo. Altri si illudono che basti non trasgredire questo o quello tra i Dieci Comandamenti divini, dimenticando che ce ne sono altri nove che magari vengono ignorati e puntualmente trasgrediti. Ce ne sono tantissimi altri che pretendono di salvarsi senza merito, cioè fanno ciò che vogliono in questa vita convinti che il Signore sia tanto buono da perdonare qualsiasi peccato senza la necessaria conversione.

Tutte queste (e molte altre non citate) cattive interpretazioni della misericordia divina vengono smascherate da questo brano con la consueta mitezza e chiarezza della Parola di Dio. Per farlo ci basterà fermarci a riflettere su un passaggio tra i tanti : “Cessate di fare il male, imparate a fare il bene,[…]”.

Da un lato il Signore ci ricorda la necessità di un taglio netto col peccato, bisogna avere il coraggio di tagliare i ponti con esso, anche la sapienza popolare ci viene in aiuto: “bisogna saper prendere il toro per le corna“, così come anche la psicologia sana: se vuoi sconfiggere una paura la devi affrontare… se vuoi guarire da una ferita devi farla vedere al medico nella sua crudezza e lasciarti medicare da mani esperte… Potremmo citare altri detti popolari che ci mostrano come la vita ci metta continuamente di fronte a scelte concrete, e ci imponga di prendere delle decisioni a volte drastiche. Questo è l’atteggiamento giusto per cominciare la conversione: la decisione irremovibile, ferma, risoluta, convinta, ardita, salda, di cessare di fare il male, di non avere più nulla da spartire col peccato, di smettere di voler tenere il piede in due scarpe, di uscire una volta per tutte dalla tiepidezza:

(Apocalisse 3,15-16) Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.

Questa decisione va presa e va rinnovata ogni minuto della vita ma non basta, non è sufficiente cessare di fare il male, infatti la citazione da cui siamo partiti, aggiunge “imparate a fare il bene“… ed è qui che “casca l’asino”, è qui che molti sposi inciampano nel cammino della relazione matrimoniale: ci sono tanti sposi convinti di aver costruito un buon matrimonio e quindi di essere bravi sposi semplicemente perché non hanno mai commesso adulterio carnale, mentre invece Gesù ci ha ricordato e dimostrato che basta il pensiero (cfr Mt 5, 27-28). L’esempio è fatto sul peccato di adulterio poiché è il più eclatante, ma il discorso vale per tutto il resto naturalmente.

Facciamo qualche esempio concreto:

  • non è sufficiente che io mi astenga dall’adulterio carnale, bisogna che estirpi dal mio cuore la lussuria altrimenti tratterò il mio coniuge come un oggetto che mi soddisfa, quindi dovrò smettere di guardare immagini indecenti per purificare il mio sguardo e nello stesso tempo comincerò a contemplare di più il volto di lui/lei, i suoi occhi, le sue mani che tanto si danno da fare per la famiglia
  • non è sufficiente che smetta di lamentarmi dei difetti di lei/lui, dovrò cominciare a riconoscerne i pregi ed incoraggiarlo/la a svilupparli e a metterli in luce nella relazione tra noi ma anche e soprattutto nella relazione con gli altri e con i figli
  • non è sufficiente astenersi dall’usare parole dispregiative e di disprezzo con lui/lei, ma dovrò impegnarmi ad usare parole tenere e amorevoli che ben dispongono il cuore dell’altro/a
  • non è sufficiente smettere di scappare dai problemi restando fuori casa con mille scuse lavorative e non, ma dovrò impegnarmi a stare in casa in modo attivo, con la volontà di risolvere i problemi insieme
  • non è sufficiente smettere di accusare l’altro/a ma dovrò impegnarmi ad ascoltare le sue ragioni, ad ascoltare il suo cuore, a conoscere il suo passato, le sue ferite, devo impegnarmi a fare spazio all’altro/a
  • non è sufficiente rinunciare alla vendetta su di lei/lui, ma dovrò impegnarmi a mettere al centro il NOI, perché da una discussione se ne esce non quando uno dei due ammette il proprio sbaglio cosicché finalmente l’altro/a può indossare la corona del vincitore, ma se ne esce vincitori insieme quando il perdono rispristina la comunione perduta, quando la pace regna sovrana.

Coraggio cari sposi, la vocazione matrimoniale non è mica una passeggiata, ma con l’aiuto della Grazia l’impossibile diventa possibile.

Giorgio e Valentina.

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