Lo sguardo che salva

Domani, sabato, la liturgia ci propone la chiamata di Matteo secondo il vangelo di Marco. Un Vangelo che non può lasciare indifferenti. Tocca il messaggio più profondo della nostra fede. Gesù non si ferma alle apparenze. Gesù non si ferma al comportamento e alle azioni di Matteo. Gesù vede oltre.

Matteo era un esattore delle tasse. Era profondamente disprezzato dalla gente del suo popolo. Matteo era ciò che oggi chiameremmo un mafioso e un opportunista. Collaborava con gli oppressori, ricavandone una percentuale di profitto dalla coercizione fiscale. Un usuraio. Ma c’è un ma. Non aveva ancora perso del tutto il suo cuore. Forse era un cuore tormentato. Non era felice. Il suo cuore non era ancora corrotto dal male. Sanguinava per il male che faceva, anche se non lo mostrava esternamente. Se non fosse stato così, nemmeno lo sguardo di Gesù l’avrebbe raggiunto. Era una persona afflitta. Faceva ciò che tutti si aspettavano da lui. Tutti lo consideravano una persona squallida, e lui stesso si era convinto di esserlo. Quanto male può fare il giudizio della gente.

Gesù si ferma e lo guarda. Lo guarda con passione, mentre è intento nei suoi traffici. Lo osserva in tutta la miseria e lo squallore di quel momento. Lo guarda mentre ruba alla povera gente. Lo guarda e vede una meraviglia, non un miserabile. Lo guarda dentro, come solo lui sa fare, e coglie quell’inquietudine di un cuore che non si è arreso al male. Lo guarda e vede un uomo in ricerca, un uomo che non ha pace, un uomo che non è felice, perché nel suo profondo sa che la bellezza della vita è un’altra cosa. Sa che la bellezza è data da altro, non certo dai soldi e dai beni materiali. Lo guarda e lo chiama con ardore.

Matteo aveva bisogno di quello sguardo più di ogni altra cosa. Si è visto riflesso negli occhi di Gesù e ha visto ciò che avrebbe potuto diventare. Ha visto il suo potenziale. Non stava vivendo la vita che avrebbe dovuto condurre. Era una meravigliosa creatura amata dal suo Dio. Forse in Gesù, ha riscoperto ciò che sapeva già nel profondo. Seguirlo era semplicemente la conseguenza inevitabile. Finalmente si è sentito bello e desiderato. Ha trovato qualcuno che lo guardava con meraviglia. Come me? Sei sicuro? Capisci chi sono io? Capisci cosa faccio?

Gesù è straordinario per questo. Nel nostro matrimonio può e deve essere così. C’è una forza salvifica che viene dallo sguardo dell’altra persona. Dalla sua fiducia che non cessa mai. Per chi ne ha fatto esperienza sa cosa significa. Ricordo che nel matrimonio l’altro è mediatore tra noi è Dio. Il suo sguardo  può davvero essere lo sguardo di Dio su di noi.

Tutte le volte in cui ho commesso errori, mi sono comportato male, non sono riuscito a dimostrare amore, sono stato egoista… tutte queste volte ho visto lo sguardo di mia moglie, che non ha mai smesso di amarmi. Ha continuato a credere in me, anche quando mi sentivo inadeguato e non degno del suo amore. Il suo amore gratuito mi ha dato una forza incredibile.

Lei aveva due possibilità. Poteva considerarmi come il mondo. Poteva distruggermi con le sue parole e il suo giudizio. Oppure poteva scegliere di prestare i suoi occhi a Gesù. Mi ha guardato con un amore che andava oltre il mio comportamento. Quello sguardo ha continuato a dirmi So che sei bellissimo. Hai sbagliato, ma so che tu non sei quell’errore. È uno sguardo che fa davvero miracoli e che ti provoca il desiderio fortissimo di essere ciò che l’altro vede in te. Di essere completamente uomo per lei. Di essere completamente donna per lui. Allora fare esperienza di questo amore può davvero cambiare la vita.

Antonio e Luisa

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Un pensiero su &Idquo;Lo sguardo che salva

  1. “Gesù è straordinario per questo. Nel nostro matrimonio può e deve essere così. C’è una forza salvifica che viene dallo sguardo dell’altra persona. Dalla sua fiducia che non cessa mai. Per chi ne ha fatto esperienza sa cosa significa. Ricordo che nel matrimonio l’altro è mediatore tra noi è Dio. Il suo sguardo può davvero essere lo sguardo di Dio su di noi.”

    Grazie!

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