La tessitura del manto

Sono solita fermarmi a pregare spesso e volentieri, dinanzi al mio Gesù, per lungo tempo, recitando diverse meditazioni, ma, per una  buona parte di  minuti mi distraggo. Devo spesso riaccendere la lucina dell’attenzione per ricollegare  neuroni e sinapsi e ricordare la frase che la maestra Lucia, saggissima insegnante dei miei figli, raccomandava sempre: “mi raccomando ragazzi, leggete con l’intenzione di capire”!

Capire, recitando una preghiera, è entrare in un rapporto, fare quello stesso viaggio intrapreso da coloro a cui ci affidiamo.

Pensiamo al Rosario. Se ad ogni mistero ci mettessimo dentro quella storia, di volta in volta potremmo percorrere quelle strade. Ci potremmo porre  a fianco dell’Angelo che, portando l’annuncio a Maria ci farebbe sentire protagonisti al punto di prendere le stesse vesti dell’accoglienza della Vergine Santa.

Successivamente avremmo la stessa urgenza di muoverci noi stessi verso i nostri parenti o amici per recare liete notizie, come fece la Madonna quando corse dalla cugina Elisabetta per l’incontro dei grembi materni.

Il nostro cuore forse “sussulterebbe” di gioia come accadde in quel famoso momento e poi potremmo perfettamente avvertire anche la stanchezza che avrà provato Maria, magari nel viaggio di ritorno. Assimilare questo alle nostre stanchezze aiuta molto nella vita.

Pensiamo al Padre Nostro. Se avessimo prestato attenzione ad ogni parola pregata forse ci sarebbe successo come a San Francesco che dovette fermarsi alla parola PADRE, tanto era lo stupore di riconoscersi figlio di cotanta paternità!

E invece io che faccio?

Lo recito tutto d’un fiato stando ultimamente attenta a non dimenticarmi  “anche” e al “non abbandonarci alla tentazione” per essere sicura di non sbagliare con la vecchia formula ormai acquisita da sempre.

Però devo dire che quell’anche mi sta servendo molto perché nella maggior parte dei casi preferivo la parte da creditrice piuttosto che verso i miei debitori….ora invece, pensare che ANCHE  io debba fare agli altri come il mio Dio fa per primo a me mi fa sentire certamente orgogliosa di poter compiere qualcosa di buono!

Pensiamo poi alle Coroncine. Avendo consacrato la mia vita al Cuore Immacolato di Maria, attraverso il percorso di preghiera suggerito dal Santo  Luigi Maria Grignion  da Montfort, fino al momento in cui rinnoverò tale consacrazione, sto rispettando il gradito impegno di recitare ogni giorno la Coroncina di Dodici Stelle alla Regina della Pace. Quante volte, ahimè, arrivo a concluderla senza ricordarmi una sola parola delle meravigliose invocazioni pregate e, quando giungo al Gloria al Padre finale, sento la compassione amante di tutta la Trinità che mi sussurra…”coraggio figliola, domani è un altro giorno  vai in pace, per il momento  ti amo così come sei, poi vedremo come trasformarti in qualcosa di meglio”. Meno male non vedo l’ora!

Pensiamo alle lodi mattutine pregate ad ogni risveglio col mio sposo. Tra uno sbadiglio e l’altro i salmi mi sorpassano rispetto alla postazione dei mei occhi, e devo ringraziare continuamente lo Spirito Santo che si fa così presente da ridarmi  il senso di ciò che sto pregando. E quanto è bello alzarsi in piedi e proclamare il Cantico di Zaccaria, ancora assonnata , ma con la certezza che Dio mi proteggerà da ogni nemico. E quanto è bello iniziare la giornata dicendo O DIO VIENI A SALVARMI, SIGNORE VIENI PRESTO IN MIO AIUTO, senza ancora sapere cosa potrà accadermi!!!

Il  Signore gioca sempre d’anticipo e non ti chiede  nessuna  cauzione, è tutto GRATIS.

Ma ora sono al Sacro Manto in onore di San Giuseppe. Sto pregando questo, insieme a tante altre famiglie che ci circondano nel cammino di fede che il Signore ci ha chiesto di condurre con Lui, servendo il Regno di Dio.

Questa preghiera, non so perché, ti fa essere attenta, seguendo passo dopo passo ogni parola, comprendendone sempre la portata.

Dalla prima offerta alle orazioni e alle litanie tu percepisci di essere un TESSITORE.

Ecco perché si chiama Sacro Manto. È come se ti fossero  messi  nelle mani gli strumenti per la tessitura e tu diventassi improvvisamente quell’artigiano della tela.

La navetta che passa tra l’ordito e la trama non ti consente distrazioni e tu preghi, preghi, preghi, tessendo quel manto.

  • Gioia della vita domestica
  • Sostegno delle famiglie
  • Conforto dei bisognosi
  • Terrore dei demoni.

Queste e tante altre le trame e gli orditi del manto che pregando tessiamo noi stessi.

Non importa quanto saremo attenti o quanto saremo distratti e non importa se abbiamo una grazia da chiedere o un  regalo da ricevere.

Ciò che importa è sapere che Dio ti cerca, vuole entrare in relazione con te, vuole parlarti aspettando i tuoi passi, i tuoi limiti, i  tuoi pregi e i tuoi difetti  e ha bisogno di te. Ha necessità della tua povera preghiera.

Tu sei un tessitore prezioso e puoi concorrere a realizzare il più bel Manto, intrecciando orazioni che sgorgheranno direttamente dal cuore!

Che tu possa essere quel tessitore!

Cristina righi

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