Domenica e famiglia : un connubio possibile / 6

Se è vero che per stimolare i nostri cari a venire alla Messa domenicale, possiamo raccontare loro di tizio o caio per invogliare loro a godersi almeno l’aspetto comunitario della Domenica, non dobbiamo però tralasciare loro di raccontare cosa ha fatto il Signore per noi stessi, altrimenti sarebbe riduttivo per la sacralità della S. Messa, sarebbe un gioco al ribasso e, prima o poi, diventerebbe l’esca da cui la preda tenterà presto di staccarsi, perché non troverebbe il vero cibo per l’anima.

Spesso si è portati a mettere in risalto l’aspetto comunitario della S. Messa domenicale tralasciando l’altro aspetto che precede e dà vita a quello comunitario, ne mette le fondamenta e lo riempie di significato : il rapporto personale con Dio. Abbiamo ricordato che il saluto iniziale del sacerdote è : “ il Signore sia con voi “, ma poi c’è subito un ammonimento a riconoscere i propri peccati che ha formulazioni diverse ma nella sostanza comincia più o meno così : ” Fratelli, per essere degni di celebrare… riconosciamo i nostri peccati… “.

Il sacerdote già ci introduce nell’aspetto comunitario, che svilupperemo in seguito, ma poi invita ciascuno (compreso se stesso) a riconoscere i propri peccati personali. Nel rito antico, dapprima il ” Confesso” lo recita il sacerdote da solo mentre i fedeli ascoltano, e poi è la volta dei fedeli mentre il sacerdote ascolta, quasi a ricordare al sacerdote di dare il buon esempio nel “battersi il petto”. Purtroppo nel nuovo rito (quello riformato nel 1965) è stato accorpato in un unico Confiteor, ma la sostanza è che ognuno, sacerdote o fedele, si trova a tu per tu di fronte a Dio Padre, con Lui non ci sono scuse, non ci si può nascondere dietro ad un dito col Padre.

Ed è questo aspetto del vis a vis con Dio che tratteremo oggi, o se vi piace di più, del face to face. E’ vero che quando siamo alla S. Messa domenicale ci sono tante altre persone, ma il Padre cerca il rapporto d’amore con ogni singola anima, non con una massa di persone ; quando ci ha pensati e creati, lo ha fatto come pezzi unici ed irripetibili, come un artigiano crea ogni oggetto nella sua bottega, simili ma mai uguali. Il nostro Creatore è un artigiano coi fiocchi, e non ha mai sbagliato un colpo, nessuno è sfuggito informe dalle sue mani per la fretta dell’Artigiano ; Gesù stesso ci ha ricordato infatti che :

 Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri. (Luca 12,7)

Percorrendo la strada che dall’uscio di casa nostra conduce alla chiesa, ricordiamoci che non stiamo andando ad un evento sociale/comunitario a sfondo religioso ; riprendendo la risposta suggerita per i bambini, noi andiamo a Messa per conoscere ed incontrare Colui che ci ha voluti da sempre e ci ha fatti esistere, nonché ad assistere al sacrificio di Gesù sulla Croce, di cui parleremo più avanti.

Gli sposi, tra gli altri, sono i benvenuti alla Messa domenicale, perché in essa ricevono nuova linfa per far crescere la pianta del loro amore matrimoniale ; inoltre, per il loro particolare stato di vita, sono i primi testimoni di quei due aspetti menzionati sopra : infatti, mentre assistono alla S. Messa alimentando la fede personale ( che si “materializza” in vita concreta spesa per il proprio coniuge ), essi si presentano a Dio Padre anche come un’unica realtà in virtù del matrimonio che li ha resi una sola carne, un solo cuore e un solo spirito. Sicché quando la sposa è da sola a Messa, non sta alimentando solo ed esclusivamente la propria fede, non si sta presentando al Padre come una donna singola, ma in un certo modo anche il suo sposo è presentato a Dio, come se fosse lì ; qualora lo sposo si trovi senza la sposa a Messa, non sarà proprio così solo, ma Dio vedrà anche la sua sposa, poiché essi sono per Dio come un’unica realtà.

Ovviamente questo discorso non vuole favorire, né acconsentire il fatto che un coniuge si senta esonerato dalla partecipazione alla Messa domenicale in quanto l’altro coniuge fa le proprie veci di fronte a Dio…. non significa dire : ” questa Domenica vai tu a Messa che io ho da sbrigare tante cose, non ne ho voglia…”, no !

L’esperienza dei due aspetti ( all’interno del matrimonio ), personale e comunitario, è un’esperienza che si intuisce tra le righe come profonda e vivificante, ma è solo facendone esperienza che si potrà goderne la portata e i frutti, sia nelle singole anime degli sposi così come all’interno del loro matrimonio…. infatti queste realtà non sminuiscono affatto le personalità di ognuno, ma, al contrario, lasciano l’amore libero di vibrare di diverse frequenze così come un’arpa ci dona una musica unica suonata da tante corde singole. Man mano che ci addentreremo nei vari rituali di cui è composta la Messa, ci accorgeremo delle ricchezze che essa ha da offrire al nostro matrimonio.

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, gli sposi non sono due singoli individui che stanno insieme, non sono due meri conviventi che si dividono i compiti, non sono due coinquilini che dividono le spese, niente di tutto ciò ; gli sposi hanno una forza in più perché anche quando pregano nella S. Messa non sono singoli individui, ma ognuno trova beneficio nella propria anima dalla santificazione e dalla preghiera dell’altro ; è la coppia ad esserne rinvigorita, rinsaldata, rinnovata, ristabilita. E’ un mistero di grazia che Dio ha regalato agli sposi, spetta a noi lasciare il regalo intatto e chiuso nella scatola originale, oppure cominciare a scartarlo per goderne il contenuto.

Coraggio sposi, domani abbiamo la possibilità di partecipare alla S. Messa con una nuova consapevolezza che porta con sé anche un nuovo onere : crescere la propria fede per far crescere l’amore sponsale.

Buona Domenica.

Giorgio e Valentina.

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