Ceraste cornuta

Riportiamo una piccola parte del brano proposto oggi dalla Chiesa, il giorno della solenne festa della Esaltazione della Santa Croce :

[…] Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

Tra i tanti castighi che in 40 anni di cammino dell’esodo il popolo d’Israele deve vivere, c’è quello dei serpenti del deserto che fanno morire un gran numero di Israeliti, allora essi chiedono aiuto a Mosè, che a sua volta supplica Dio, la cui risposta è il brano sopra riportato.

Ancora una volta il popolo non si fida del Signore, il quale, nonostante l’incredulità e l’infedeltà dimostrataGli anche dopo le manifestazioni della propria Onnipotenza, si lascia commuovere manifestando la propria misericordia con questo popolo “dalla dura cervice” donando ad esso l’ennesima via d’uscita.

E’ interessante notare come la soluzione proposta da Dio non sia proprio all’acqua di rose… infatti leggendo con attenzione si evidenzia come la richiesta del popolo sia quella di allontanare i serpenti, ma Dio non li allontana, donando però loro la salvezza dal mortal veleno. Infatti si può constatare che i serpenti continuano a morsicare gli israeliti, i quali potranno restare in vita ( dopo il velenoso morso ) solamente guardando al serpente di bronzo innalzato da Mosè, ossia riconoscendo che non possono salvarsi da se stessi ma hanno necessariamente bisogno della salvezza offerta dal Signore.

Cari sposi, la pedagogia di Dio, è ancora la stessa : la vita del sacramento del matrimonio non è esente da prove, difficoltà, momenti di stanca, di crisi, dubbi, dolori, malattie, incomprensioni, litigi… questi sono i morsi dei nostri serpenti. E il Signore non ci esenta da essi, ma desidera che il loro veleno non ci uccida, così come ha voluto che i morsi della ceraste cornuta ( la vipera del deserto ) non uccidesse il popolo d’Israele, così anche per noi basterà riconoscere che non possiamo salvarci da noi stessi, dovremo infatti riconoscere che solo uno è Il Salvatore : Gesù Cristo… così come ha mantenuto la promessa fatta agli israeliti per mezzo di Mosè, così la Sua Salvezza entrerà nella nostra coppia, nella nostra casa, nella nostra relazione malata, nei nostri affetti disordinati, nel nostro amore, nel nostro matrimonio.

Non possiamo non evidenziare poi che la Sacra Scrittura riferisca solo “restava in vita“, non accennando al morso. La ceraste cornuta però possiede due bei dentini che si infilano nella carne rilasciando il loro veleno mortale, quindi si può presumere che gli israeliti restassero in vita sì, ma portassero le cicatrici del morso… come una memoria nella carne della misericordia di Dio, qualora il soggetto avesse poca memoria dei prodigi divini, ma anche come testimonianza impressa nella carne da mostrare agli increduli.

E così avviene anche nel matrimonio : le prove, le difficoltà, le crisi, i dubbi, i dolori, le malattie, le incomprensioni, i litigi tra noi sposi possono non essere mortali, ma ci lasciano delle cicatrici a testimonianza e memoria del nostro impegno nell’onorare la nostra promessa di amare l’altro/a tutti i giorni della vita ed in qualsiasi circostanza.

Continuando nell’analisi del testo, notiamo come la via d’uscita che l’Onnipotente fornisce al popolo non sia esente dal contributo dello stesso, ed è uno stile caratteristico del rapporto di Dio con l’uomo : l’uomo chiede aiuto, ma deve essere cosciente che non può starsene con le braccia conserte aspettando che faccia tutto il Signore, ma è necessaria anche la sua parte in questo aiuto. La saggezza cristiana ha riassunto in un famoso detto questa dinamica : aiutati che il Ciel t’aiuta.

Così come i morsicati dovevano guardare al serpente di bronzo per restare in vita, così noi sposi dobbiamo guardare al nuovo serpente di bronzo, a Gesù ! Così come il serpente di bronzo è stato innalzato sopra un’asta, Gesù ( il nuovo serpente di bronzo ) è stato innalzato su di un’altra asta : la Croce ! Ecco allora la soluzione contro il veleno mortale dei nostri serpenti : guardare Gesù in Croce. Certamente questo guardare si traduce poi in tanti comportamenti : guardare diventa contemplare Gesù che dona tutto sé stesso per noi ; guardare significa imparare da Gesù sforzandosi di imitarLo soprattutto quando tutto sembra finito, Lui non ha mollato fino alla fine, così dobbiamo fare noi ; guardare è pregarLo ed affidarsi a Lui ogni giorno così da essere già allenati e pronti a farlo appena saremo morsicati ; guardare è far diventare Gesù il centro della nostra vita personale e di coppia prima nel cuore per poi tradurlo nella vita concreta ; guardare diventa mettere Gesù al posto che Gli spetta di diritto, essendo Dio, e cioè al primo ; guardare si traduce anche nell’obbedienza alle Sue leggi, senza se e senza ma… insomma, noi facciamo la nostra parte fino in fondo che poi il Signore non mancherà della Sua Salvezza e del Suo aiuto.

Molti sposi stanno vivendo momenti di difficoltà, di aridità nella loro relazione, di angoscia per il futuro, mancanze di attenzioni reciproche, problemi con la famiglia di origine, fatica nel perdonarsi le ferite inferte reciprocamente… questi sono solo alcuni dei serpenti del matrimonio : CORAGGIO SPOSI, non lasciamoci ammazzare dal veleno di questi serpenti, ma GUARDIAMO GESU’, che è il nuovo serpente innalzato sulla nuova asta, la CROCE : è lì che troviamo l’ANTIDOTO, anzi L’ANTIDOTO è GESU’ STESSO !

Coraggio, non temete di aprire il cuore a Gesù, ci resteranno le cicatrici ma il veleno non ci ucciderà !

PS : Sarà una coincidenza il fatto che questo serpente sia cornuto ?

Giorgio e Valentina.

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