Domenica e famiglia : un connubio possibile / 28

Terminato il momento dell’Offertorio il sacerdote recita una orazione sulle offerte e poi prosegue seguendo il Messale che indica così:

Il sacerdote può cantare tutta, o in parte, la Preghiera Eucaristica. Il sacerdote inizia la Preghiera Eucaristica con il Prefazio. Allargando le braccia, dice: Il Signore sia con voi. Il popolo risponde: E con il tuo spirito. Alzando le mani, il sacerdote prosegue: In alto i nostri cuori. Il popolo: Sono rivolti al Signore. Con le braccia allargate, il sacerdote soggiunge: Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. Il popolo: È cosa buona e giusta. Il sacerdote continua il prefazio con le braccia allargate: È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. […]

Abbiamo riportato solo l’incipit di un prefazio, quello più gettonato (che il sacerdote può scegliere a seconda delle occasioni), ma sostanzialmente iniziano tutti con questa frase seppur con leggere varianti, ma la sostanza è appunto la stessa. Cominciamo questa volta dalle ultime parole di questo incipit e la prossima volta affronteremo la prima parte, dove recita così : E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza…

Spesso, purtroppo, la nostra preghiera è distratta durante la Santa Messa, per diversi motivi che nascono da dentro noi e altre volte perché il sacerdote legge il Messale con troppa velocità, noia e freddezza, altre volte siamo noi freddi e annoiati perché non ci siamo preparati per tempo; ma ora abbiamo la possibilità di fermarci un momento a leggere, capire, meditare, pregare, approfondire almeno una piccolissima frase della grande preghiera eucaristica.

Già solo il dialogo iniziale tra celebrante ed assemblea è ricco e festoso, ma non il festoso che pensiamo noi coi palloncini, gli aperitivi e le patatine…….NO……questo sarebbe festaiolo……..ma festoso perché solennemente ci si ricorda a vicenda il motivo per cui siamo lì tutti a Messa…..il celebrante sprona noi e la nostra risposta aumenta (o almeno dovrebbe) il suo desiderio di rendere a Dio tutta la gloria, l’onore, la lode, la latria (adorazione) che Gli spetta in un crescendo che alla fine spinge il celebrante a pregare solennemente esortandoci : avete proprio ragione ! è veramente cosa buona e giusta……ecc…..

Ma perchè dobbiamo rendere grazie sempre ed in ogni luogo? Sempre, cioè non solo quando le cose vanno per il verso giusto…..e invece quando le cose vanno male, quando arriva la sofferenza, la malattia, il lutto? Sono domande che meriterebbero risposte molto articolate e lunghe, con cicli di catechesi che affrontano un gradino alla volta le questioni, senza fretta, e con la dovuta disposizione d’animo. Quindi, perdonateci se in poche righe osiamo mettere in risalto solo un piccolo frammento di un grande puzzle.

Diventando genitori abbiamo avuto la grazia di “capire” un pochino di più l’atteggiamento di Dio Padre vivendo sulla nostra pelle alcune dinamiche coi figli ……..ve ne raccontiamo una a mo’ di esempio. Un giorno una nostra figlia venne disperata da noi, piangendo con i lacrimoni tipici di una bimba di due anni qual era, mostrandoci la bua che si era fatta al suo ditone preferito (quello che si succhiava)…..il dramma era che non poteva più metterselo in bocca. Fiduciosa è venuta dai genitori sapendo che lì avrebbe trovato aiuto, comprensione, conforto, tenerezza, sicurezza, fiducia, ecc…..il male che sentiva è rimasto e ha dovuto affrontarlo lei, ma…….non da sola.

Noi dobbiamo rendere grazie a Dio sempre ed in ogni luogo con questo atteggiamento della bimba…..a volte lo facciamo con le lacrime agli occhi….ma è l’atteggiamento del cuore che dice : ti rendo grazie Padre perché nelle tue mani è TUTTA la mia vita, e siccome Tu sei un Padre buono, non permetti che i tuoi figli affrontino da soli i dolori della vita, ma sei lì pronto a consolare, incoraggiare, guarire, lenire, confortare, comprendere ……..e non permetti che siamo provati al di sopra delle nostre forze…….ti rendiamo grazie non perché capiamo tutto subito dei nostri dolori, ma perché sei un padre, anzi no……..tu sei IL Padre.

Pregate così insieme e……..il dolore resterà, ma non ci ucciderà, non ci schiaccerà pensando di averla vinta su di noi. E il primo effetto sarà un cuore nuovo, che si abbandona alla dolcezza della Provvidenza.

Coraggio sposi, Dio non abbandona i suoi figli.

Giorgio e Valentina.

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