Ed eccoci giunti al momento che fa, per così dire, da contorno al cuore di ogni S. Messa. Il “contorno” si chiama propriamente Preghiera Eucaristica nel cui centro, il cui cuore, è la consacrazione del pane e del vino, la riattualizzazione del sacrificio (incruento) di Gesù Cristo. Nelle ultime due versioni del Messale sono state aggiunte tre Preghiere Eucaristiche a quella che fino all’ultima riforma liturgica del 1969 era l’unica; chiamata Canone Romano o Preghiera Eucaristica I, essa continua ad essere l’unica presente nel Messale del rito antico (vetus ordo). E nella nostra disamina, seppur a grandi linee, ci atterremo proprio alla Preghiera Eucaristica I, che ci sembra la più ricca sotto tutti i punti di vista. Dopo questa brevissima ma doverosa nota storica cominciamo ad entrare in questa grande preghiera che siamo sicuri arricchirà la fede di tanti di noi, così come è stato per milioni di cristiani da oltre 500 anni. Non potremo passare in rassegna ogni singolo passaggio, ma cercheremo di fare emergere qualche punto chiave anche se non siamo dei professori di liturgia.
Questa Preghiera Eucaristica I comincia con una supplica al Padre (usando l’aggettivo clementissimo) affinché si degni di accettare e benedire l’offerta che Gli presentiamo, menzionando subito che tale offerta è un sacrificio puro e santo, e per ben due volte nella prima parte si definisce la Chiesa santa e cattolica, specificando che essa è custode della fede divina e cattolica trasmessa dagli apostoli. Sembrano argomenti scontati, pare ovvio che sia così… eppure da tanti secoli la Chiesa quotidianamente, ad ogni S. Messa fa recitare queste frasi perché conosce la natura umana, la quale si dimentica con più facilità delle grazie ricevute dal Signore piuttosto che il pin del bancomat o le password/credenziali per accendere i computers.
Cosa fanno le mamme tutti i giorni? Ricordano ai figli sempre le solite, stesse, identiche cose ogni santo giorno affinché prima o poi “ti entrino in quella zucca” si suol dire.
E la Chiesa che ci è madre fa lo stesso, e tutti i giorni ad ogni S. Messa sia feriale che festiva (almeno nel vetus ordo) ripete ai suoi figli che la fede che hanno ricevuto e devono custodire è santa, divina e cattolica. E semmai se ne dimenticassero, quello che sta per accadere è un sacrificio puro e santo; innanzitutto ricorda che è un sacrificio prima ancora di essere cena, mensa, incontro, rendimento di grazie ; puro perché lo compie nientedimeno che l’uomo per eccellenza, il più perfetto tra i nati da donna, Gesù; santo perché Egli è 100% uomo (tranne nel peccato) e 100% Dio in quanto Figlio di Dio, e chi è più santo di Dio visto che nell’acclamazione del Santo abbiamo appena cantato/recitato che il Signore è tre volte Santo? Se ci pensiamo bene usiamo questo tipo di espressione anche nel linguaggio comune quando vogliamo essere sicuri di una cosa, ad esempio : il papà chiede al figlio … “hai finito i compiti ?” si sente rispondere un banale “sì papà“, allora per sicurezza incalza con “tutti ?” e il bambino ancora “sì“, ma la conferma delle conferme arriva alla fine quando il genitore ribadisce “ma proprio tutti tutti tutti?“… come avrete notato anche noi usiamo ripetere 3 volte una parola per confermarla definitivamente ed irrevocabilmente, ed ecco perché proclamiamo che il Signore è Santo Santo Santo.
Facciamo notare come questa Preghiera Eucaristica fin dall’inizio si rivolga espressamente a Dio Padre, rivolgendosi a Lui con diverse espressioni di fede ma anche affettuose, la prima è “clementissimo”. E’ un’aggettivo declinato giustamente al superlativo poiché è rivolto a Dio, però racchiude in sé un’affettuosa fiducia, infatti si aggiunge subito che noi Lo supplichiamo, e per essere certi che accetti la nostra supplica si chiede che accetti la nostra offerta “per” Gesù, cioè attraverso Gesù, ricordandoGli che è Suo Figlio e nostro Signore. In questo modo il Padre si lascia commuovere non tanto dalla nostra fiduciosa/affettuosa supplica, quanto invece dalla menzione del Suo Figlio amato, è come se il Padre sia messo spalle al muro dall’intercessione del Suo Figlio… se fosse un dialogo tra due amici potrebbe essere di questo tono: “se non l’accetti per noi, accettalo almeno per il Tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo, dai non puoi rifiutarcelo per Gesù“.
Da ultimo evidenziamo come l’offerta sia anzitutto a favore della Chiesa, ma non si smette di “ricordare” al Padre che la Chiesa è Sua, che è santa e che è cattolica. Sembrano parole riempitive ma in realtà sono fondamentali in quanto studiate una ad una, e dietro ad ognuna c’è una realtà grande. Sacerdote e fedeli si sentono ripetere tutti i giorni che la Chiesa non appartiene agli uomini ma è Sua, parole che ci liberano da ogni tentativo di possesso/potere, ma sono anche parole liberanti nel senso che qualunque disastro gli uomini compiano la Chiesa è Sua, è Lui che ne tiene il timone. Poi si attesta che la Chiesa è santa, non perché al suo interno non vi siano peccatori, ma perché il capo è Lui che è santo santo santo. Ed infine si ribadisce che la Chiesa è cattolica, il che ci dovrebbe tenere al riparo da deviazioni dottrinali e dovrebbe ricordare al sacerdote celebrante che è stato ordinato ministro della Chiesa cattolica, la cui dottrina deve insegnare e la cui fede deve celebrare, fede che ininterrottamente ed integralmente è arrivata a noi dagli apostoli.
Riportiamo a piè pagina la prima parte commentata oggi:
(Il sacerdote, con le braccia allargate, dice) : Padre clementissimo, noi ti supplichiamo e ti chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, (congiunge le mani e dice) : di accettare (traccia un unico segno di croce sul pane e sul calice, dicendo) : e benedire questi doni, queste offerte, questo sacrificio puro e santo. (Allargando le braccia, continua) : noi te l’offriamo anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace, la protegga, la raduni e la governi su tutta la terra in unione con il tuo servo il nostro papa N., il nostro vescovo N. [con me indegno tuo servo] e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli apostoli.
Giorgio e Valentina.
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