Carissimi sposi,
oggi celebriamo la Solennità della Santissima Trinità. Come mai è posta sempre appena dopo la Pentecoste? È per ricordarci che il progetto di Dio su ciascuno di noi, culminato nella nostra Redenzione grazie alla passione, morte e risurrezione di Gesù, e giunto a pienezza con il dono dello Spirito, hanno comunque una mèta, non sono fine a sé stessi, in un certo senso sono mezzi per questo grandioso Fine: arrivare a vivere per sempre con e nella Trinità. In effetti, la Trinità è la nostra vera casa, è la nostra Famiglia per eccellenza, la quale vuole farci appartenere totalmente a Sé. Sono verità da meditare in ginocchio, talmente grandi e profonde.
Pensate che una delle migliori sintesi teologiche pubblicate finora ha come titolo: “Dalla Trinità alla Trinità”. La nostra vita è iniziata da un atto sovrabbondante di amore di Dio ed Egli vuole compierlo facendoci parte della sua vita ed esistenza. Ecco allora che oggi torniamo a parlare di Battesimo, perché è lì che è iniziato tutto, è da quel momento che la Trinità è la nostra Famiglia e la nostra Casa. Perciò vi aggiungo questo testo stupendo di Papa Benedetto che spiega tutto ciò molto meglio:
“Una prima porta si apre se leggiamo attentamente queste parole del Signore. La scelta della parola «nel nome del Padre» nel testo greco è molto importante: il Signore dice «eis» e non «en», cioè non «in nome» della Trinità – come noi diciamo che un viceprefetto parla «in nome» del prefetto, un ambasciatore parla «in nome» del governo: no. Dice: «eis to onoma», cioè una immersione nel nome della Trinità, un essere inseriti nel nome della Trinità, una interpenetrazione dell’essere di Dio e del nostro essere, un essere immerso nel Dio Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, così come nel matrimonio, per esempio, due persone diventano una carne, diventano una nuova, unica realtà, con un nuovo, unico nome” (Lectio divina del Santo Padre Benedetto XVI, 11 giugno 2012).
Il Papa qui fa un parallelo tra Battesimo e Matrimonio: l’unione è totalizzante in entrambi ed è quello che cerca per noi la Trinità. L’amore è così, vuole tutto dell’altro, vuole appartenere completamente. E quindi, celebriamo con gioia questa Festa perché ci ricorda chi siamo e dove andiamo, ci dona una certezza esistenziale come cristiani e come sposi sul senso profondo della nostra vita.
ANTONIO E LUISA
Dopo aver letto il Vangelo e le parole di padre Luca mi è venuta una riflessione. Forse in apparenza c’entra poco ma, a mio parere, rappresenta bene ciò che è il matrimonio e ciò che è anche la Trinità. Gesù con la Sua umanità concreta e visibile, unita alla sua appartenenza a Dio Trinità ci offre l’occasione di conoscere il Padre. Come Lui stesso dice Chi ha visto me, ha visto il Padre. Non significa altro che affermare che chi ha incontrato Gesù con il suo amore, ha fatto esperienza dell’amore del Padre. Perchè l’uno è nell’altro e insieme allo Spirito Santo sono una comunione perfetta d’amore. Noi sposi abbiamo per sacramento lo Spirito Santo nella nostra relazione. Ciò significa che anche noi abbiamo un compito grande. Dovremmo instillare al mondo che ci circonda il desiderio di incontrare Dio. Guardando noi dovrebbe nascere in chi ci osserva il desiderio di conoscere chi ci ha reso così. Lo puoi fare anche tu che stai leggendo! Anche se credi di essere una frana in tante cose. Tu che vai avanti nelle difficoltà ma non molli, tu che finisci per litigare ogni volta ma poi sei capace di chiedere scusa e di ricominciare, tu che sai perdonare, tu che riconosci la tua piccolezza e proprio per questo sei capace di rivolgerti a Dio. Insomma sei una frana ma una frana capace di raccontare l’amore. La Trinità è nella tua famiglia, non è meraviglioso?