“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto” (Gv 12, 24-26)
Era esattamente l’11 settembre 2021, avremmo dovuto presenziare a questo corso che dava il “tutto esaurito”, mentre all’epoca il buon Dio ci volle a dare testimonianza di Sè durante il pellegrinaggio Famiglie della Liguria. Da questa Parola di verità partiva il nostro ringraziamento a Dio, versetto nel quale facevamo memoria di quanto Dio ci avesse voluto bene e di come desse misteriosamente senso alle nostre giornate.
Ad un anno di distanza e con 3 figli piccoli al seguito, sempre più stanchi rispetto all’anno scorso, quantomai assetati di bere alla Fonte d’Acqua Viva, il Signore ci ha fatto la grazia di richiamarci sul Tabor e partecipare a questa edizione di “Come sigillo sul cuore” per darci ulteriore prova della Sua fedeltà. Mio marito ed io siamo differenti, per lui le cose vanno bene in fin dei conti, lui pensa che ci si debba anche accontentare nella vita esaminando ciò che si ha, e questo è corretto in linea di principio. Io invece tra i due, sono quella che sente il bisogno di movimento, di una continua tensione verso l’Alto (e l’altro, il mio prossimo).
Così durante l’adorazione, il Signore non ha indugiato nel donarci una Parola, programmatica a ben giudicare, dalla quale ripartire una volta terminato il corso: “Il matrimonio sia tenuto in onore in tutte le cose. E il talamo sia incontaminato. (…) Infatti Egli ha detto: Io non ti lascerò mai né ti abbandonerò” (Ebrei 13, 4-5). A onor del vero gli argomenti trattati non ci erano nuovi del tutto, ma l’approfondimento di quelli che sono i 5 pilastri del matrimonio naturale (unicità, indissolubilità, fedeltà, fecondità, socialità), la condivisione di coppia e il rimetterci alla presenza di Gesù Eucaristico con il nostro tutto e il nostro niente, ci hanno ridato respiro e parole per saperci ri-definire. L’aver preso consapevolezza poi dell’essere Chiesa, perchè i nostri dolori e le fatiche del quotidiano non son poi tanto distanti da quelli che vivono altre coppie di sposi, ci hanno sempre più aperto gli occhi sull’importanza del quinto pilastro, la socialità, per farci gustare la bellezza e il senso della condivisione nel camminare insieme verso Cristo.
E di questa Chiesa, quale profeta a Suo nome, padre Luca ci ha ridonato un’immagine bellissima del Crocifisso, restituendoci il senso di quel “Svuotò sè stesso” (cfr. Filippesi 2,7) riferito a Cristo e poi a noi sposi, i quali, nell’unione, rendiamo vivo e attuale il sacramento del matrimonio. Spesso, bene, anzi meglio, come ci è stato declinato nei frutti della corte continua, ossia di un corteggiamento perenne, fatto di tenerezza (non tenerume!) e di sguardi, di un amore casto (cioè pulito, libero dall’avidità degli occhi e dai danni della pornografia), che in fin dei conti è davvero quello che il nostro cuore desidera. Fare l’amore in pienezza facendo uso dei metodi naturali per vivere le cose di Dio… da Dio!
Scopo del matrimonio è far felice l’altro e lo esperimento tutte le volte che dò il massimo, per e con amore, anche quando cucino un uovo al tegamino! E come diceva Santa Teresina del Bambin Gesù (la cui immaginetta è la terza volta che prova a fuoriuscire dalla Bibbia, forse forse affinchè io la legga): “Amare è dare tutto, è dare sè stessi!“. E se lo dice lei che è patrona delle missioni, sappiamo quale sia la nostra.
E così, con il desiderio di non sprecare tutto il bene seminato e ricevuto in questi giorni, ripartiamo dal nostro quotidiano, grati a Dio per le porte che ci aprirà e le famiglie con cui cammineremo, ben sapendo che lo Sposo è con noi e che Maria ci copre con il Suo manto! Allelujah!
Marina e Antonio
Ciao, questa frase che copio qui sotto, sembra scritta da me. Grazie per questa condivisione
“Mio marito ed io siamo differenti, per lui le cose vanno bene in fin dei conti, lui pensa che ci si debba anche accontentare nella vita esaminando ciò che si ha, e questo è corretto in linea di principio. Io invece tra i due, sono quella che sente il bisogno di movimento, di una continua tensione verso l’Alto (e l’altro, il mio prossimo).”
Buona domenica
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