Cos’è che conta?

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 6,14-18) Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.  Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi : io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.  La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Questo brano è un piccolo passaggio dell’ultimo capitolo di una lettera che Paolo scrive alla comunità della Galazia, oggi parte della Turchia, che si era lasciata convincere dalla predicazione di alcuni cristiani di origine ebrea sul fatto che la salvezza richiedeva il rispetto della legge di Mosè, in particolar modo sulla questione della circoncisione. Ma procediamo con ordine, leggiamo come commenta S. Agostino l’inizio di questo brano […]il mondo per me è stato crocifisso[…] :

Non mi tiene impegolato. Non consento che mi accalappi. In questa maniera il mondo non può nuocermi e io dal mondo non ho nulla da desiderare. Gloriandosi della croce di Cristo, il cristiano non intende piacere per motivi umani; né teme le persecuzioni dell’uomo carnale avendole affrontate per primo colui che si lasciò crocifiggere per dare l’esempio a quanti avrebbero calcato le sue orme.

Sono così ovvie le parole di questo commento che è facile cadere nella tentazione di farsele scivolare addosso senza che esse ci penetrino per cambiarci.

Siamo così sicuri che il mondo, inteso come il mondo governato dal suo principe, il diavolo, non abbia nessuna influenza sulla nostra vita, non ci abbia accalappiati?

Conosciamo coppie che, ad esempio, si sono lasciate convincere che la Domenica sia un giorno come un altro e quindi dedicano questa giornata a sé stessi, ai propri hobby, al proprio piacere e, nella migliore delle ipotesi, “regalano a Dio” l’oretta scarsa della S. Messa e poi quel portone chiuso dietro di sé rimane chiuso anche nel cuore per tutto il resto della settimana perché, dicono, “io prego quando me la sento“. Altre, si sono lasciate convincere che l’aborto sia un diritto e che non sia proprio un grande male, e tantissime altre sono convinte che l’uso di anticoncezionali (anche abortivi) sia lecito, oppure che la convivenza (dei figli magari) sia ormai da digerire come un dato di fatto che non è poi un male così grave perché l’importante è “se sta bene a loro… i tempi sono cambiati”. Naturalmente abbiamo un po’ generalizzato per grandi tematiche e non vogliamo offendere alcuno, ma sono esempi che ci fanno capire come il pensiero del mondo sia entrato nello stile di vita di moltissimi cristiani quasi inconsapevolmente.

Siamo ancora convinti che il mondo non nuoccia alla salute della anime dei credenti? Nella seconda frase poi, S. Paolo tocca il tema della circoncisione, ma lasciamoci ancora guidare da S. Agostino:

In effetti non la circoncisione in se stessa reca danno ai credenti ma il riporre in simili pratiche la speranza della salvezza. Risulta anche dagli Atti degli Apostoli che i giudaizzanti volevano inculcare la circoncisione proprio nel senso che i pagani passati alla fede, senza le pratiche legali non si sarebbero potuti salvare. Ora l’Apostolo rigetta come perniciosa non l’opera in sé ma la falsità di questa dottrina,

L’Apostolo non vuole ovviamente rigettare le opere, ma facciamo un esempio sociale per capire meglio: se io fossi uno di quei vandali che vanno in giro a disturbare interi quartieri con il gruppo degli ultras della mia squadra X, potrei sentirmi un bravo cittadino solo per il fatto che pago le tasse? Se fossi indifferente al vicino di casa, anzi, se lo odiassi fino a riempirlo di dispetti e se disprezzassi ogni anziano che vedo per la via, potrei sentirmi un cittadino modello solo per il fatto di aver pagato la tassa comunale della casa o dei rifiuti? Per essere un cittadino modello non basta fare la differenziata!

Ora, bisogna applicare lo stesso ragionamento per la vita di fede : dopo che ho rispettato tutte le leggi posso dirmi salvato? Povero me, cadrei in superbia, se pensassi che a salvarmi sono le mie opere; annullerei la salvezza operata da Gesù sulla croce. Come abbiamo già avuto modo di ribadire, i santi non si sono salvati per le loro opere, ma con le loro opere.

Questo non significa che il rispetto delle regole sia inutile, significa invece che esso è subordinato all’opera di salvezza. Cari sposi, noi non rispettiamo la legge del Signore per essere salvati, ma rispettiamo la legge del Signore perché quella salvezza già abita in noi, Lui si è sacrificato sulla Croce per noi, per donarci la vita eterna.

Gli sposi cristiani, ad esempio, non partecipano la Messa domenicale perché è un precetto della Chiesa, ma vi partecipano perché la salvezza fa già parte della loro vita, perché il sacrificio di Cristo ha ottenuto il perdono dei loro peccati.

Coraggio cari sposi, non è il tempo di disfare le valigie estive e ritornare alla routine del mondo con la sua lontananza da Dio, è il tempo invece di riempire le valigie del cuore per partire per un viaggio verso l’uomo nuovo, verso la santità delle nostre relazioni. Dobbiamo fare la differenziata nella nostra vita, dobbiamo buttare via le opere della carne, le opere dell’uomo vecchio le dobbiamo gettare nel bidone dello sporco non riciclabile. Coraggio, non abbiamo più scuse !

Giorgio e Valentina.

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